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Maria Cristina Clorinda Vendra The Polyphony of Text and Life: Phenomenological Hermeneutics Ten Years after the Death of Paul Ricoeur. International Philosophical Congress – Krakow, 19-22 May, 2015 Abstract: A dieci anni dalla morte di Paul Ricoeur, dal 19 al 22 maggio a Cracovia si è svola la conferenza internazionale The Polyphony of Text and Life: Phenomenological Hermeneutics Ten Years after the Death of Paul Ricoeur. L‟evento, ospitato dall‟Università Jagellonica e dall‟ Università Gesuita Igntianum, è stato luogo di interventi sull‟apporto dell‟ermeneutica e della fenomenologia di Ricoeur nel dibattito contemporaneo e nel contesto culturale attuale. Il presente report offre una rilettura critica dei contributi presentati nelle giornate di lavoro. Parole chiave: Ricoeur, ermeneutica, fenomenologia, filosofia contemporanea

*** Paul Ricoeur è sicuramente uno dei filosofi più influenti del XX secolo. La sua vasta speculazione, dispiegatasi per oltre cinquant‟anni nel panorama contemporaneo, offre tuttora la possibilità di essere approfondita e ripresa. Oltre all‟estensione temporale e quantitativa in cui sono presenti opere, articoli, saggi, testi di conferenze, appunti di corsi ed altre note1, la riflessione ricoeuriana è segnata da un‟ampia gamma tematica che prende avvio con l‟analisi della volontà e si conclude con la questione del riconoscimento. Il filosofo francese si colloca all‟incrocio di diverse correnti della filosofia novecentesca, tra le quali la fenomenologia, l‟ermeneutica, la filosofia analitica, il liberalismo, il comunitarismo, il personalismo e le filosofie del dono. Inoltre, il suo pensiero ha contribuito allo sviluppo e al rinnovo delle scienze sociali in Francia, senza mai smettere di essere fonte di ispirazione anche per ricercatori non appartenenti all‟ambito filosofico. Ricoeur è considerato «philosophe de tous les dialogues»2 in quanto nel suo lavoro dialoga con diverse voci ed ambiti disciplinari, cercando costantemente un‟originale mediazione dialettica tra posizioni di per sé divergenti. A dieci anni dalla morte di Paul Ricoeur, l‟International Institute for Hermeneutics, l‟Università Jagellonica e l‟Università Gesuita Igntianum di Cracovia, ospitano la conferenza internazionale The Polyphony of Text and Life: Phenomenological Hermeneutics Ten Years after the Death of Paul Ricoeur3. Tale evento si iscrive all‟interno di un ampio contesto di ricerca internazionale animato dal confronto di numerosi studiosi di filosofia, sociologia e antropologia, legati all‟eredità ricoeuriana. L‟obiettivo della conferenza è indagare l‟apporto della fenomenologia e dell‟ermeneutica di Ricoeur nel dibattitto filosofico contemporaneo e nel contesto culturale attuale. Come sottolinea Catherine Goldenstein, conservatrice degli archivi del Fonds Ricoeur e legata al filosofo francese da un lungo legame di amicizia, Ricoeur ha fatto della filosofia un modo di vivere e un modo d‟essere, mostrando nei suoi scritti una preoccupazione costante circa le

Cfr. F. Sarcinelli, Paul Ricoeur filosofo del ‘900. Una lettura critica delle opere, Mimesis, Milano, 2013: «a conti fatti, si tratta di oltre 30 volumi pubblicati e di un migliaio tra saggi, articoli, testi di conferenze, interviste, appunti di corsi ed altre note sparse ora nella raccolta del Fonds Ricoeur di Parigi» (p. 20). 2 O. Abel, F. Dosse, J. Greisch, C. Reussner, P. Ricoeur, Paul Ricoeur: philosophe de tous les dialogues, Montparnasse, Paris, 2007. 3 Avendo partecipato come relatrice, ringrazio Robert Grzywacz (Akademia Ignatianum), Adriana Warmbier (Uniwersytet Jagiellonski), e Andrzej Wiercinski (Albert-Ludwigs-Universität Freiburg) per l‟organizzazione di queste feconde giornate ricoeuriane e per l‟accoglienza a Cracovia. 1

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problematiche concrete del suo tempo. La vita del pensatore francese risulta perciò intrinsecamente legata al suo insegnamento e alla sua opera. Gli interventi presentati in queste intense giornate di lavoro si articolano secondo quattro insiemi tematici: 1) la relazione tra Ricoeur, la filosofia contemporanea e le sfide culturali odierne; 2) l‟immaginazione, la giustizia e la saggezza pratica nella filosofia dell‟azione ricoeuriana; 3) la sua prospettiva antropologica ed etica e l‟apporto alle scienze umane; 4) il contributo del filosofo alla filosofia della religione. 1) Ricoeur, la filosofia contemporanea e le sfide culturali odierne Il primo gruppo di relazioni analizza l‟opera di Ricoeur nel contesto dell‟ermeneutica e della fenomenologia contemporanea. Daniel Frey (Université de Strasbourg) si concentra sull‟ermeneutica della lettura. Il testo, luogo della dialettica tra spiegazione e comprensione, costituisce un atto di accesso all‟esperienza e al mondo. Di tale proposta, ritengo particolarmente interessante il confronto tra l‟ermeneutica ricoeuriana del testo e le speculazioni di altri pensatori contemporanei che si sono dedicati all‟analisi di questo oggetto, come Hans GeorgGadamer. Il rapporto tra il pensiero ricoeuriano e la fenomenologia è approfondito secondo diverse prospettive da Johann Michel (EHESS-Paris), Yvanka B. Raynova (Bulgarian Accademy of Sciences), Jérôme de Gramont (Institut Catholique de Paris), e Robert Grzywacz (Akademia Ignatianum). In accordo con le tesi di Ricoeur, il primo propone l‟applicazione del concetto fenomenologico husserliano di Rückfrage alle scienze storiche. Attraverso la ripresa dell‟ultima fase della fenomenologia di Husserl e la trasposizione ricoeuriana del questionnement à rebours alle scienze storiche, Johann Michel avanza la possibilità di un‟indagine indiretta della condizione storica dell‟uomo. Partendo dall‟intento ricoeuriano di rinnovare la fenomenologia, Yvanka B. Raynova rende conto della recezione ricoeuriana di Merleau-Ponty. Quest‟ultima è esaminata inizialmente in relazione al problema della volontà e alla ripresa ricoeuriana della fenomenologia di Husserl. Composta dal livello descrittivo, trascendentale e ontologico, la riflessione ricoeuriana sulla volontà risulta avere dei punti comuni con la fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty. Analogamente a quest‟ultimo, Ricoeur avvia la riflessione fenomenologica a partire da Husserl, mostra attraverso la filosofia riflessiva i limiti dell‟analisi eidetica, e richiamandosi ad Heidegger presenta un‟ontologia e una fenomenologia dell‟essere al mondo. Infine, Merleau-Ponty e Ricoeur riflettono sull‟esistenza incarnata del soggetto in cui la volontà, le capacità, il corpo, il sapere e la prassi sono essenzialmente congiunti. Richiamando l‟attenzione sull‟innesto dell‟ermeneutica sulla fenomenologia, e criticando sia la pretesa husserliana di fondare la fenomenologia sull‟intuizione pura sia quella heideggeriana di tenersi sulla via corta dell‟ontologia fondamentale, Jérôme de Gramont riflette sull‟ermeneutica ricoeuriana. Il relatore constata metaforicamente che il paradiso fenomenologico della presenza è perduto e si domanda se sia a questo punto l‟ontologia a rappresentare la vera terra promessa del pensiero. L‟innovatività del contributo consiste nella ricerca della terra promessa nell‟opera di Ricoeur, giungendo alla conclusione che essa sia ravvisabile nella filosofia della religione. A partire dalla Lebensphilosophie di Husserl e di Bergson, Robert Grzywacz articola un‟analisi sul tema della vita nella filosofia ricoeuriana. Questa problematica viene

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affrontata in riferimento alle opere Filosofia della Volontà4 e La Memoria, la storia e l’oblio5. Considero molto interessante il tentativo di indagare la questione della vita all‟interno di una concezione positiva di oblio. La problematica della vita sorge quindi all‟interno delle tracce e dei ricordi. Condotta in questi termini, l‟indagine apre ad un rimando della fenomenologia alla neurologia. Quest‟ultima costituisce il centro intorno al quale si sviluppa l‟esposizione di Agustin Domingo Moratalla (Universidad de Valencia). Inserendosi insieme a Marjolaine Deschênes (EHESS Paris), Andrzej Wiercinski (AlbertLudwigs-Universität Freiburg), Ernst Wolff (University of Pretoria), e Manuel Prada Londoño (University of Barcelona) in un contesto di contributi dedicati al legame tra Ricoeur ed alcune rilevanti problematiche contemporanee, Agustin Domingo Moratalla ricerca quale sia lo statuto morale delle neuroscienze. L‟originalità dell‟intervento è data dal dialogo critico tra la riflessione ricoeuriana, la speculazione di Changeux e le neuroscienze. Queste analisi permettono di recuperare un concetto di coscienza legata non solo alle funzioni del cervello, ma a tutto il corpo. Il pensiero risulta così essere originato dall‟intero dell‟umano e intrinsecamente congiunto alla sua corporalità al di là di ogni prospettiva dualista o monista. Riprendendo i Percorsi del Riconoscimento6 in cui Ricoeur cita i lavori dell‟antropologa Françoise Heritier per spiegare il riconoscimento di sé nella filiazione, Marjolaine Deschênes evidenzia che il filosofo non rende conto dell‟autenticità e dell‟apporto dell‟antropologia femminista. Inoltre, la relatrice rileva che nelle stesse pagine in cui viene ripresa l‟analisi di Heritier, Ricoeur esprime il suo debito a Pière Legende, noto per le sue argomentazioni omofobe. Il contributo di Marjolaine Deschênes è un discorso di grande interesse ed attualità articolato sull‟incrocio tra la concezione ricoeuriana del riconoscimento, l‟antropologia femminista e il tema delle differenze di sesso e genere. Andrzej Wiercinski riflette invece sul dono della vita e sulla natura dell‟agire all‟interno della società attuale. In contrasto al dominio dell‟atomismo sociale e dell‟ontologia del potere, il contributo sviluppa un‟ermeneutica dell‟agire tripartita secondo un approccio ontologico all‟azione, un‟indagine etica sull‟agire sociale e politico che tenga conto dei mutamenti tecnologici, e un esame pratico dalla responsabilità delle istituzioni odierne nei confronti del benessere delle persone anziane o bisognose. Il relatore focalizza inoltre l‟attenzione sull‟estetica della cristianità e sulla compassione per l‟alterità, intendendo quest‟ultima quale sorgente di sovrabbondante dono per la nostra vita. Gli interventi di Ernst Wolff e Manuel Prada Londoño contestualizzano il pensiero ricoeuriano sulla lotta per il riconoscimento all‟interno della situazione storica dei rispettivi paesi d‟origine: Sud Africa e Colombia. Sulla base della tematizzazione degli „stati di pace‟ nell‟ultima sezione dei Percorsi del Riconoscimento e nei lavori di Luc Boltanski, il primo pone l‟attenzione sugli atti di resistenza compiuti verso la violenza istituzionalizzata. Originale è la connessione proposta tra la chiarificazione di queste azioni e il discorso di Nelson Mandela al processo di Rivonia. Anche Manuel Prada Londoño chiama in causa la questione del riconoscimento legale e del suo duplice oggetto dato dalle regole e dalla tutela degli altri. L‟intervento è mosso dall‟interessante tentativo di applicare la riflessione di Ricoeur sul riconoscimento alla discussione sulla giustizia criminale in Colombia.

P. Ricoeur, Philosophie de la volonté I. Le volontaire et l’involontaire, Aubier Montaigne, Paris, 1950, tr. it. di M. Bonato, Filosofia della volontà. I. Il volontario e l’involontario, Marietti, Genova, 1990; Philosophie de la volonté II. Finitude et culpabilité. L’homme faillible, Aubier, Paris, 1960, tr. it. di M. Girardet, Filosofia della volontà. II Finitudine e colpa (1960), il Mulino, Bologna, 1970. 5 P. Ricoeur, La mémoire, l’histoire, l’oubli, Seuil, Paris, 2000, tr. it di D. Iannotta, La memoria, la storia, l’oblio, Raffaello Cortina, Milano, 2003. 6 Id., Parcours de la reconnaissance, Éditions Stock, Paris, 2004, tr. it. di F. Polidori, Percorsi del riconoscimento, Raffaello Cortina, Milano, 2005. 4

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2) L’immaginazione, la giustizia e la saggezza pratica nella filosofia dell’azione ricoeuriana Il secondo insieme di presentazioni prende in considerazione la filosofia dell‟azione, la giustizia e la questione politica-sociale nella filosofia di Ricoeur, contestualizzandone i fondamenti teorici al centro di uno studio critico. George Taylor (University of Pittsburg) e Roger Savage (University of California, Los Angeles) esaminano il tema dell‟immaginazione all‟interno del contesto politico e sociale. Il contributo di George Taylor prende in considerazione la funzione dell‟immaginazione produttiva nel pensiero di Ricoeur. Proponendo un‟analisi fenomenologica, l‟intervento approfondisce l‟immaginazione e il suo potenziale produttivo nel sociale attraverso la teoria dell‟intenzionalità della coscienza, della narratività e dell‟argomentazione iconica. Il relatore sottolinea che l‟immaginazione e le utopie sono necessarie per compiere il rinnovamento del mondo sociale. Riferendosi alla critica di Ricoeur alle teorie sociali, anche Roger Savage descrive il ruolo utopico dell‟immaginazione e ne sostiene la necessità vitale nella riformulazione della prassi. L‟indagine pertiene inizialmente all‟immaginazione nell‟esperienza estetica: nella letteratura, nella musica e nell‟arte. In seguito, il relatore traspone questi argomenti al piano etico-politico riflettendo sulla logica della speranza. Marion Stahl (Catholic University of Eichstätt-Ingolstadt) indaga i vari approcci di Ricoeur al fenomeno del giusto: approccio antropologico, fenomenologico-ermeneutico e legale. L‟analisi prende avvio dalla trattazione del giusto nella «piccola etica» di Sé come un altro7 e si concentra in seguito sulla connessione tra il soggetto di diritti, la legge e la responsabilità nella filosofia pratica ricoeuriana. 3) La prospettiva antropologica ed etica e l’apporto alle scienze umane L‟antropologia delle capacità, la relazione d‟alterità, l‟attestazione del sé, la questione della laicità, dello spazio pubblico e del dialogo interreligioso, rappresentano i nodi focali introno ai quali gravitano le esposizioni di carattere etico-morale di Todd Mei (University of Dundee), Morny Joy (University of Calgari), Marek Drwiega (Uniwersytet Jagiellonski), Adriana Warmbier (Uniwersytet Jagiellonski), Adam J. Graves (Metropolitan State University of Denver), Krzysztof Mech (Uniwersytet Jagiellonski), Tomas Domingo Moratalla (Universidad Complutense de Madrid), e Maria Cristina Clorinda Vendra (Università di Chieti-Pescara). Todd Mei illustra i differenti tipi di credenza che sorgono nell‟antropologia filosofica ricoeuriana. L‟intervento verte sulla distinzione tra belief-in e belief-that, valorizzando il tentativo ricoeuriano di legittimare una forma di credenza che si ponga al di là delle categorie della doxa e dell‟episteme. In relazione all‟antropologia di Ricoeur, Morny Joy si concentra sul tema dell‟azione, delle capacità umane e del riconoscimento. L‟analisi rende conto del concetto di azione nella fenomenologia e nell‟ermeneutica ricoeuriana, passando dalla speculazione sulla volontà alla teoria del testo, dalla natura semantica delle azioni a quella simbolica. La relatrice esamina il rapporto tra azioni, intenzione del soggetto e il suo potere di agire („io posso‟). Inoltre, collegando la riflessione di Ricoeur ad Hannah Arendt, Morny Joy riflette sull‟homo capax quale soggetto agente, sofferente e responsabile dei propri atti. Originale è la rilettura della riflessione ricoeuriana di Sé come un Altro quale ontologia dell‟azione costituita sulle capacità umane.

Id., Soi-même comme un autre, Seuil, Paris, 1990, tr. it. di D. Iannotta, Sé come un altro, Jaca Book, Milano, 2011. 7

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Marek Drwiega e Adriana Warmbier indagano la concezione di identità relazionale nelle opere Sé come un Altro e Percorsi del Riconoscimento. Il primo, rilegge la relazione d‟alterità confrontando il pensiero di Ricoeur con quello di Emmanuel Lévinas. Il lavoro propone un‟analisi critica sull‟asimmetria del rapporto con l‟altro avanzata dal filosofo lituano, e sulle nozioni di reciprocità, di mutuo riconoscimento e di generosità, presenti nell‟opera ricoeuriana. Anche Adriana Warmbier si concentra sul concetto relazionale di identità e sul suo carattere non autofondativo. La presentazione mette in rilievo la differenza tra mêmété e ipseité, e riflette sul tipo d‟alterità corrispondente a questi due modi di identità. La nozione di attestazione e la teoria degli atti di discorso sono invece i cardini del discorso di Adam J. Graves. La relazione richiama i primi scritti di Ricoeur e avanza, a partire dall‟analisi dell‟atto di confessione, una chiarificazione della complessa relazione tra responsabilità morale, attestazione di sé, e identità narrativa. Analogamente, Krzysztof Mech prende in considerazione la concezione ricoeuriana di soggettività attenendosi al piano linguistico. L‟intervento approfondisce il nesso tra la pre-semantica ricoeuriana e la conoscenza di sé in relazione al tema del desiderio e alla differenza semantica tra senso e significato. Gli interventi di Tomas Domingo Moratalla e di Maria Cristina Clorinda Vendra presentano una feconda analisi congiunta sulla laicità, sullo spazio pubblico e sul dialogo interreligioso. Il primo esplora il concetto ricoeuriano di laicité positive e illustra due modelli di laicità: laicité-marché e laicité-agorà, cioè una laicità negativa o d‟astensione e una laicità positiva o di confronto. Il relatore cerca di comprendere il posto della laicità all‟interno del rinnovamento dello spazio pubblico, problematizzando l‟esigente questione dell‟educazione alla deliberazione nel vivere sociale. La riflessione sullo spazio pubblico trova spazio anche nell‟intervento di Maria Cristina Clorinda Vendra. In accordo con Tomas Domingo Moratalla, la relatrice ritiene che l‟ermeneutica ricoeuriana offra degli elementi indispensabili per ripensare la pluralità nella sfera sociale. Maria Cristina Clorinda Vendra compie un ulteriore passo applicando l‟ermeneutica della traduzione al dialogo interreligioso. La particolarità della proposta consiste nella riflessione su un nuovo “noi” di tipo riflessivo e nella formulazione di un‟ “ermeneutica della coabitazione interdipendente” sulle tracce del filosofare ricoeuriano. 4) Il contributo ricoeuriano alla filosofia della religione Da ultimo, rilevanti sono le relazioni sul contributo ricoeuriano alla filosofia della religione. A partire dalla distinzione tra il termine heideggeriano di attestazione e quello nabertiano di testimonianza, Carla Canullo (Università di Macerata) riflette sulla relazione tra male radicale e speranza nella speculazione ricoeuriana sul fenomeno religioso. La relatrice, attraverso l‟analisi antropologica dell‟homme capable in quanto destinatario della religione, focalizza l‟attenzione sullo spazio occupato da quest‟ultima nell'esistenza umana. Il fenomeno religioso è ciò che permette il rinnovo e l‟ampliamento delle capacità umane toccate dal male, aprendo alla speranza. Karol Tarnowski (Uniwersytet Papieski Jana Pawla II) presenta invece il rapporto tra la nozione di manifestazione sacrale, la rivelazione biblica della parola e la testimonianza quale uno dei vocaboli centrali nel percorso filosofico ricoeuriano. L‟analisi evidenzia che al centro dell‟ermeneutica ricoeuriana vi è il tema del male inteso come prova per la ragione e per la libertà. Il terreno ermeneutico risulta essere quello della verità come rivelazione, testimone della dipendenza dell‟uomo e irriducibile alla verità oggettiva. Il relatore conclude affermando che, dal punto di vista della ragione, l‟ermeneutica ha dei limiti: quello del segreto e del mistero. 399

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Basandosi sul tema del male e della colpevolezza umana nel pensiero ricoeuriano, René Dentz (Jesuit Faculty of Belo Horizonte) indaga congiuntamente il concetto di peccato, di vulnerabilità e di perdono. Il relatore sostiene che secondo il credo religioso di Ricoeur, Dio riconosce la fragilità dell‟uomo, mantiene un‟alleanza nutrita d‟amore incondizionato nei suoi confronti e permette la redenzione degli atti peccaminosi. Tomoaki Yamada (EHESS Paris) e Nicola Stricker (IPT Paris) riflettono sulla filosofia ricoeuriana come «philosophie sans absolu». Riprendendo l‟opera postuma Vivant jusqu’à la mort8, Tomoaki Yamada si concentra sulla resistenza esistenziale, sul valore vita e sul difficile percorso di riconciliazione tra il rifiuto e il consentimento della morte. Il contributo esamina la tematica della mémoire de Dieu evidenziando la recezione e l‟influenza di Pierre Thévenaz negli ultimi anni di Ricoeur. Sebbene la filosofia di Ricoeur non possa esser considerata come teologia, ontoteologia, o filosofia della religione, Nicola Stricker propone alcune implicazioni teologiche presenti nell‟antropologia ricoeuriana. L‟indagine sulla natura umana e i suoi principi costitutivi, la riflessione sul testo e sull‟identità narrativa, la concezione dell‟uomo come agente, sofferente e responsabile dei propri atti, rimandano ai temi religiosi della creazione, del peccato, della resurrezione, della rivelazione, della conversione e del giudizio. L‟uomo, collocato nel mezzo tra essere e nulla, è mosso dal desiderio d‟essere e riconosce il miracolo di essere nato. In conclusione, queste giornate animate dallo spirito dell‟être ensemble creatifs, non invitano a guardare con nostalgia del passato il pensiero di Ricoeur, ma incoraggiano ad orientare la sua opera verso il futuro, grazie all‟incontro delle nostre esperienze.

Id., Vivant jusqu’à la mort, Seuil, Paris, 2007, tr. it. di D. Iannotta, Vivo fino alla morte, Effatà, Torino, 2008. 8

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