CASORIA PIANO URBANISTICO COMUNALE 2013 Proposta di piano

Comune di Casoria Provincia di Napoli il sindaco dott. Vincenzo Carfora l’assessore all’urbanistica sen. Tommaso Casillo l’assessore all’ambiente avv. Pasquale Tignola

Ufficio di Piano il dirigente VIII settore pianificazione e controllo del territorio arch. Salvatore Napolitano

poc poc piano operativo comunale

0

po

norme tecniche di attuazione

integrate con le controdeduzioni alle osservazioni approvate con delibera di G.C. n. 33/2014

atlante di piano

piano strutturale

piano operativo

CASORIA Puc 2013 PIANO OPERATIVO n.1 - “IL GRANDE PARCO” NTA/O1

PIANO OPERATIVO N.1

PARTE I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1 - Contenuto, obiettivi e limiti della disciplina del Piano Urbanistico Comunale Art. 2 - Elaborati costitutivi Art. 3 – Schede tecniche Art. 4 - Attuazione del Piano Operativo Art. 5 - Efficacia, misure di salvaguardia e norme transitorie Art. 6 – Pianificazione di recupero e contrasto all’abusivismo edilizio Art. 7 - Utilizzazione di aree e costruzioni in contrasto con il Piano Operativo Art. 8 - Deroghe al piano urbanistico generale Art. 9 – Definizioni PARTE II CONTESTO PERIURBANO TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI Art. 10 - Ambito di competenza Art. 11 - Finalità ed obiettivi Art. 12 – Articolazione per sistemi Art. 13 - Unità minime di pianificazione Art. 14 - Potenzialità edificatoria e premialità Art. 15 – Interventi ammessi Art. 16 – Destinazioni funzionali TITOLO II - NORME SPECIALI CAPO I - SISTEMA DELLA MOBILITÀ Art. 17 - Finalità e articolazione Art. 18 - Disciplina della mobilità CAPO II - SISTEMA DEL VERDE Art. 19 - Finalità e articolazione Art. 20 - Disciplina del sistema del verde CAPO III SISTEMA DELLE ATTREZZATURE Art. 21 - Finalità e articolazione Art. 22 - Disciplina del sistema delle attrezzature CAPO IV - SISTEMA DEGLI AGGREGATI EDILIZI Art. 23 – Finalità ed obiettivi Art. 24 – Patrimonio edilizio esistente isolato

1 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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Art. 25 – Patrimonio edilizio esistente aggregato PARTE III CONTESTO URBANO (PIU EUROPA) TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI Art. 26 - Ambito di competenza Art. 27 - Finalità ed obiettivi Art. 28 - Interventi ammessi Art. 29 – Modalità attuative ALLEGATO A SCHEDE TECNICHE DELLE UNITÀ MINIME DI PIANIFICAZIONE (UMP) Ump 01 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche Ump 02 Unità destinata prevalentemente a verde pubblico Ump 03 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 04 Unità destinate prevalentemente ad attività agricola Ump 05 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 06 Unità destinate prevalentemente ad attività agricola Ump 07 Unità destinata prevalentemente a verde pubblico Ump 08 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 09 Unità destinata prevalentemente a verde pubblico Ump 10 Unità destinata prevalentemente a verde pubblico Ump 11 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 12 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 13 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 14 Unità destinata prevalentemente a verde pubblico Ump 15 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 16 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 17 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 18 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico Ump 19 Unità destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico ALLEGATO B SCHEDE TECNICHE DEGLI ELEMENTI SM 01 Percorso pedonale SM 02 Pista ciclabile SM 03 Area di sosta SM 04 Punti connettivi SV 01 Verde di mitigazione SV 02 Verde produttivo SV 03 Verde boscato SV 04 Verde attrezzato SA 01 Attrezzature per lo sport SA 02 Attrezzature per il gioco SA 03 Attrezzature per la trasmissione e distribuzione di servizi a rete ALLEGATO C SCHEDE TECNICHE DELLE TIPOLOGIE DI VEGETAZIONE

2 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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AV 01 AV 02 AV 03

Siepi Filari e alberature Gruppi arborei

3 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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PARTE I

DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1 - Contenuto, obiettivi e limiti della disciplina del Piano Urbanistico Comunale 1.1 - In attuazione della L.r. 16/2004 e nel rispetto delle disposizioni contenute nel Regolamento n.5/2011, il Piano Urbanistico Comunale è suddiviso in previsioni strutturali, valevoli a tempo indeterminato, e previsioni programmatico-operative, valevoli per un lasso temporale limitato. Le previsioni strutturali del Puc sono contenute nel Piano strutturale comunale (Psc). Le previsioni programmatico-operative del Puc sono elaborabili di volta in volta per le porzioni del territorio comunale che l’Amministrazione - congruentemente agli Atti di programmazione degli interventi e alle disposizioni del Psc - provvede a definire sulla base di concrete possibilità trasformative, urgenze di varia natura ed opportunità legate al grado di conoscenza delle condizioni di fatto e diritto delle aree. 1.2 - Le presenti norme si riferiscono alla componente programmatico-operativa del Puc: la disciplina approfondisce le norme riguardanti la componente strutturale di assetto del territorio (Psc) ed ha le finalità ed i contenuti di cui al regolamento regionale n. 5/2011 e relativo manuale operativo, in attuazione della l.r. 16/2004 citata. La componente programmatica/operativa del Puc provvede a dettare le necessarie prescrizioni speciali ed a definire i vincoli e le cautele atte a garantire la tutela dell'ambiente e delle sue risorse naturali, il recupero ed il positivo riuso del patrimonio edilizio nonché l'adeguata attrezzatura del territorio comunale a mezzo di servizi, di spazi e di impianti pubblici e di uso pubblico e di infrastrutture urbanizzative. 1.3. La disciplina del Po è definita dall’appartenenza ad un ambito territoriale e/o dall’appartenenza ad un sistema funzionale. Il piano individua altresì - a mezzo di campiture o simboli specifici od a mezzo di rinvio alle norme di settore - le parti del territorio in cui l'uso del suolo e le sue trasformazioni urbanistiche ed edilizie sono limitate al fine di garantire la dovuta tutela di particolari valori o beni (ambientali; storici, artistici o monumentali; di morfologia urbana e/o del paesaggio), di particolari risorse, di particolari impianti od infrastrutture (quali cimiteri, sedi stradali, linee ferroviarie, elettrodotti, reti dei servizi di urbanizzazione, impianti militari, ecc.); quando detta tutela è perseguita anche da altre disposizioni legislative speciali, queste ultime - se più restrittive circa l'uso dei beni immobili (suolo e/o fabbricati) e le loro trasformazioni e se comportanti un più vasto ambito di rispetto - prevalgono sulla componente programmatica/operativa del Puc, sia che essa abbia sia che essa non abbia rilevato e segnalato la presenza del bene e/o delle conseguenti limitazioni. 1.4 – La soglia temporale di attuazione di ogni Piano operativo è di cinque anni, al fine di equiparare la durata temporale delle possibilità trasformative per i privati e quella per le aree assoggettate ad esproprio e/o acquisizione al patrimonio pubblico.

4 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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1.5 - Quanto alle aree destinate a servizi o ad attrezzature pubblici o di uso pubblico, il Piano può essere attuato sia mediante l'acquisizione della proprietà, la sistemazione del suolo e la realizzazione delle attrezzature da parte del Comune o dell'ente pubblico competente sia mediante l'assoggettamento convenzionale a servitù perpetua di uso pubblico, secondo quanto previsto dal Psc e dai successivi articoli 4.11 e 4.12. 1.6 – La disciplina dettata dal presente Po riguarda le aree ed i manufatti appositamente individuati nella tavola Ps4 del Piano strutturale, denominata “Ambiti di pianificazione operativa, piani e programmi in corso” e corrisponde alle aree del Poc n.1 “Il grande parco” e da quelle incluse nel Programma integrato “PiuEuropa” di cui all’Accordo di programma approvato con Deliberazione di G.C. n. 266 del 24/09/2009. Il Po articola le sue disposizioni in due ambiti di competenza: il primo relativo al contesto periurbano approfondendo quanto previsto all’art. 5 delle Nta/S per i contesti P1 e P2 ed il secondo relativo al contesto urbano, comprendendo gli interventi edilizi volti alla realizzazione delle opere pubbliche comprese nel citato Programma integrato “PiuEuropa”. Art. 2 - Elaborati costitutivi 2.1 - Oltre alle presenti norme (Po0) costituiscono la parte operativa del Piano Urbanistico Comunale i seguenti elaborati: -

Po1. “Strategie di Piano - progetto complessivo dei sistemi” (elaborato grafico, scala di elaborazione 1/5000) Po2. “Prefigurazioni” (elaborato grafico, scala di elaborazione 1/5000) Po3. “Studio di dettaglio sull’abusivismo edilizio” (elaborato grafico, scala di elaborazione 1/5000)

-

2.2 - Sono riferiti alle seguenti norme, in quanto ne determinano le scelte e ne condizionano gli orientamenti, anche gli elaborati dell’Atlante di Piano. 2.3 – Gli elaborati Po0 e Po1 hanno valore prescrittivo. La relazione illustrativa, unitamente ai grafici e alle immagini in essa inseriti o allegati, nonché le tavole Po2 e Po3, hanno valore esplicativo o ricognitivo. 2.4 - In caso di eventuali difformità o contrasti tra i suddetti elaborati prevalgono quelli prescrittivi e tra questi, nell'ordine, le norme tecniche e, poi, le tavole a scala di maggior dettaglio. 2.5 – Le sigle, gli acronimi e le definizione contenute nel presente piano fanno riferimento al Regolamento urbanistico edilizio comunale (Ruec) che ne specifica contenuti, significati ed ambiti di applicazione. Art. 3 – Schede tecniche 3.1 - Sono elementi costitutivi del Po e delle presenti norme le Schede tecniche così articolate: -

Schede delle Unità Minime di Pianificazione (Ump); Schede degli Elementi; Schede delle tipologie vegetazionali.

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3.2 - Le Schede tecniche contengono obiettivi da perseguire in sede di pianificazione attuativa, disposizioni prescrittive e raccomandazioni al fine dell’unitarietà del disegno e dell’attuazione dei sistemi disciplinati dalle presenti norme. Art. 4 - Attuazione del Piano Operativo 4.1 - Il Piano Operativo è attuato a mezzo di interventi edilizi diretti, piani urbanistici attuativi (Pua) di cui alla Lr n. 16/2004 e s.m.i., programmi integrati d’intervento (Pii) o per mezzo di progetti di opere pubbliche, attuati secondo quanto previsto agli artt. 33 e 34 della stessa legge per i comparti edificatori. 4.2 - Le successive disposizioni speciali individuano le operazioni e gli interventi urbanizzativi od edilizi la cui avvenuta realizzazione costituisca, eventualmente, presupposto necessario per l'approvazione di strumenti urbanistici attuativi o per l'autorizzazione di interventi edilizi diretti su altre aree. La suddetta avvenuta realizzazione può essere sostituita dall'accertato inizio delle relative opere ove tutte le fasi attuative delle stesse siano programmate ed adeguatamente assicurate entro il successivo triennio. La sequenza temporale degli interventi e delle operazioni previsti entro il perimetro territoriale di un singolo strumento urbanistico attuativo è regolata dallo strumento stesso e dalla relativa convenzione. 4.3 - L'intervento edilizio diretto è consentito solo in riferimento alle tipologie d’intervento specificate negli articoli che seguono in relazione alle diverse aree individuate nelle tavole. 4.4 - Le disposizioni delle presenti norme tecniche prevedono - in particolari zone - le soglie dimensionali e/o le condizioni in presenza delle quali è, a seconda dei diversi casi, necessario o possibile l'uso degli strumenti urbanistici attuativi per realizzare particolari interventi, ferma restando la possibilità dell'intervento edilizio diretto nei casi e con i limiti stabiliti dalle disposizioni speciali stesse. 4.5 - I Pua e le relative procedure di predisposizione, di adozione e di approvazione sono previsti e disciplinati dalle vigenti disposizioni di legge. L'Amministrazione cura che - negli strumenti urbanistici attuativi - gli spazi e le attrezzature pubbliche e di uso pubblico siano allocati in modo da agevolarne la fruizione e massimizzarne l'utilità per la comunità. 4.6 – I Pua debbono disciplinare l'uso di tutti gli immobili posti sul territorio oggetto degli strumenti medesimi, ivi compresi gli edifici esistenti da non demolire, per i quali sono prescritti i necessari interventi nonché (nell'ipotesi di loro ampliamento) l'adeguamento almeno della dotazione dei parcheggi pubblici e privati. 4.7 - La potenzialità edificatoria massima delle aree da disciplinare a mezzo di Pua - tanto se espressa in valore assoluto quanto se da definire utilizzando un indice di fabbricabilità applicabile solo ad alcune aree - si intende attribuita, uniformemente, a ciascun metro quadrato del terreno medesimo con medesima destinazione di zona attribuita dalla tavola Po1, così da realizzare l'indifferenza dei proprietari rispetto alle diverse destinazioni. Sono sottratte a tale regime le aree già appartenenti al demanio stradale comunale, provinciale o statale nonché quelle occupate da impianti dei servizi a rete o da corsi d'acqua naturali od artificiali, le quali - pur se campite dal Piano operativo come edificabili - non sono computate né per l'attribuzione di quota della potenzialità edificatoria espressa in valore

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assoluto né per la definizione, sulla scorta dell'eventuale indice, della potenzialità edificatoria massima del territorio oggetto di Pua con la relativa attribuzione, né per la verifica del rapporto di copertura. 4.8 - Ciascun Pua, salvo quanto previsto dal precedente punto 4.6 e salva diversa statuizione delle disposizioni speciali riportate al Titolo II, deve individuare, entro il perimetro territoriale considerato, tutte le aree necessarie a raggiungere la dotazione di standard specificamente prevista dal Puc o quella maggiore eventualmente risultante necessaria in relazione alle caratteristiche ed all'entità degli insediamenti previsti. La dotazione di aree a standard eventualmente già prevista, nel perimetro del Pua, deve comunque essere assicurata entro tale perimetro. Ove la dotazione di aree a standard possa essere ed in concreto sia reperita - in tutto od in parte - all'esterno del suddetto perimetro dovrà essere soddisfatta la duplice condizione che - con la convenzione - le aree medesime siano puntualmente individuate e che gli operatori - ove non siano in grado di provvedere all’immediata cessione gratuita - assumano l'obbligazione di corrispondere al Comune il conguaglio tra l'importo della somma versata alla stipula della convenzione e l'ammontare dell'eventuale maggior spesa complessiva (al lordo delle imposte) sostenuta dal Comune per acquisire il possesso e la proprietà delle aree come sopra individuate. 4.9 - Qualora il territorio oggetto del Pua sia delimitato, negli elaborati “Po” con apposita perimetrazione, la stessa deve considerarsi come soglia territoriale minima. 4.10 - La preventiva approvazione di un piano recupero, ancorché non prevista dal Piano Operativo, può essere prescritta dal competente organo comunale ogni qual volta solo attraverso tale strumento sia possibile realizzare adeguate condizioni di abitabilità e/o di decoro urbano e/o di sufficiente dotazione di spazi o di infrastrutture urbanizzativi altrimenti non conseguibile. E’ obbligatoria la redazione di Piani di recupero ai sensi della L. 47/1985 per le aree ove maggiore risultano le istanze di domanda di condono in sanatoria, appositamente individuate nella tavola Po3, secondo le finalità e con le procedure stabilite dal successivo art. 6.1. 4.11 - L'assoggettamento all'uso pubblico per le aree destinate a standard e riportate nelle tavole “Po”, può avvenire a mezzo di convenzione, con cui il proprietario - tenuto conto delle esigenze di equa remunerazione del capitale da investire e dell'attività di gestione costituisce servitù perpetua di uso pubblico e si impegna a realizzare e ad ultimare (entro un termine stabilito), sul suolo e - ove le parti concordemente ne ravvisino la possibilità e l'utilità - nel sottosuolo, un parcheggio nonché a mantenerlo in stato adeguato per la sua integrale e permanente utilizzazione da parte del pubblico, alle tariffe ed alle condizioni determinate secondo i criteri convenzionalmente fissati. Il suddetto assoggettamento a servitù perpetua d'uso pubblico può anche avvenire (in esecuzione di eventuali previsioni dello specifico programma urbano) a mezzo di convenzione con cui il proprietario - tenuto conto delle esigenze di equa remunerazione e di recupero del capitale da investire nonché del prezzo di mercato del terreno - si impegna a realizzare e ad ultimare, entro un termine stabilito, la costruzione, nel sottosuolo, di uno o più piani di parcheggi privati (con l'obbligo di darli in locazione o di venderli - ad un canone o ad un prezzo determinato in base a criteri convenzionali - con preferenza per i proprietari di unità immobiliari site nelle vicinanze) e della sistemazione a parcheggio d'uso pubblico del suolo ed eventualmente di

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un piano nel sottosuolo; ove il parcheggio di uso pubblico sia posto solo in superficie, lo sbarco della rampa di accesso e di uscita dal parcheggio privato sotterraneo non deve comportare riduzione della superficie a parcheggio pubblico prevista dal Piano Operativo (individuando lo sbarco su area a diversa destinazione o compensando lo spazio occupato con altro spazio nel sottosuolo od altrove). Il proprietario deve assumere a proprio carico la permanente manutenzione (anche straordinaria) della struttura di copertura della costruzione sotterranea necessaria a dar sede al parcheggio privato, così da mantenere il suolo in stato adeguato per il suo pieno e permanente utilizzo e per consentirne la fruizione da parte del pubblico nei modi ed alle condizioni da stabilire secondo criteri convenzionalmente fissati. 4.12 - Le convenzioni di cui al punto precedente sono trascritte nei registri immobiliari a cura e spese del proprietario. Tutte le obbligazioni assunte con le ricordate convenzioni debbono essere assistite da congrua garanzia. 4.13 - Ogni Pua deve essere corredato da un’analisi puntuale delle caratteristiche ambientali delle aree interessate svolte attraverso indagini dirette che saranno documentate negli elaborati di rilievo. 4.14 - Tali indagini dovranno riguardare specificatamente i seguenti aspetti: 





sottosuolo: le indagini geognostiche devono fornire gli elementi di conoscenza indispensabili a definire la necessità di consolidamento del sottosuolo dovuta alla presenza di cavità, naturali o artificiali, alle condizioni tettoniche, alle alterazioni avvenute sulla stabilità. suolo: le indagini geomorfologiche devono fornire gli elementi di conoscenza indispensabili a definire la necessità di consolidamento del suolo dovuta alla presenza di movimenti di massa, rischio liquefazione, erosione, frane, depressioni, a fenomeni di instabilità dei versanti o di piani di scivolamento per definire gli interventi di ricostruzione pedologica. regimentazione delle acque: le indagini relative all’idrologia superficiale e sotterranea, devono stabilire la condizione e l’ubicazione delle falde acquifere, la presenza di pozzi, sorgenti, canalizzazioni e reti di scolo delle acque, la capacità di drenaggio delle acque meteoriche e l’interpretazione del loro deflusso.

Art. 5 - Efficacia, misure di salvaguardia e norme transitorie 5.1- Il Po è efficace dalla sua approvazione, mentre dalla data di adozione trovano applicazione, in combinato disposto con lo strumento urbanistico generale vigente, le misure di salvaguardia previste dall'art. 10 della Lr 16/2004 e smi. L’arco temporale di validità del Po è fissato in 5 anni dalla sua approvazione; al termine di detto periodo l’Amministrazione dovrà redigere un nuovo Piano operativo o deliberare la nuova adozione, con eventuali modifiche, del previgente Po, in rapporto alle proprie politiche territoriali e tenendo in considerazione le iniziative in corso di realizzazione e lo stato di diritto e di fatto dei luoghi. Nelle more di tale atto deliberativo la disciplina territoriale è regolata dalle “Norme transitorie” di cui alla Parte VII del Piano strutturale.

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5.2 - Le misure di salvaguardia di cui al precedente comma si applicano alle istanze di Pua e, le richieste di abilitazione, (PdC, Dia e Scia) che, alla data di adozione del Po, non risultino già approvate, rilasciate o perfezionate nella loro efficacia di legge. 5,3 - E' data facoltà ai soggetti attuatori di presentare i Pua ad avvenuta adozione del Poc al fine e con il solo scopo di anticiparne l'istruttoria, fermo restando che l'approvazione del Pua sarà subordinata all'approvazione del Poc. 5.4. Nelle Unità Minime di Pianificazione (Ump) del Poc, e fino all’approvazione del Pua, per gli edifici esistenti sono consentiti gli interventi di cui all’art. 13 delle presenti norme. Art. 6 – Pianificazione di recupero e contrasto all’abusivismo edilizio 6.1 – Il Piano operativo specifica, per ogni insediamento edilizio, la presenza di istanze di condono edilizio ed il relativo livello di conseguimento dei titoli abilitativi in sanatoria. Tale analisi è riportata nella tavola Po3 “Studio di dettaglio sull’abusivismo edilizio”. 6.2 – Per gli insediamenti di natura spontanea, rilevati nella detta tavola Po3, il Po rimanda alla redazione di appositi Piani di recupero, ai sensi dell’art. 28 della L. 47/1985, e secondo le disposizioni riportate al successivo Capo IV. 6.3 – Il Piano di recupero specificherà nel dettaglio le modalità mediante le quali l’Amministrazione procederà nei confronti dei manufatti abusivi non condonabili, privilegiando la demolizione degli stessi e destinando le aree così ricomposte al reperimento degli “standard” urbanistici di cui al Dm 1444/1968. In alternativa si potrà prevedere, previa acquisizione alla proprietà pubblica, la non demolizione del manufatto con conseguente suo utilizzo per attrezzature pubbliche e/o housing sociale di cui al Dm 22/04/2008. 6.4 – Il Piano di recupero specificherà nel dettaglio le modalità di ristrutturazione edilizioambientale dei manufatti abusivi muniti di titolo abilitativo in sanatoria, individuando incentivi per la delocalizzazione delle funzioni residenziali in altra area urbana dedicata, con l’obiettivo di limitare la dispersione insediativa. Art. 7 - Utilizzazione di aree e costruzioni in contrasto con il Piano Operativo 7.1 - L'utilizzazione di aree, che contrasti con le previsioni o le prescrizioni del Piano Operativo ma che risulti essere in atto alla data di adozione delle presenti norme può - se legittimamente realizzata - essere mantenuta sino all'approvazione del Pua o del progetto di opera pubblica o del titolo abilitativo che diano attuazione al Piano Operativo; sino a tale momento, possono anche essere realizzati gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari a consentire la suddetta utilizzazione. 7.2 - Per le costruzioni, che contrastino con le previsioni o le prescrizioni del Piano Operativo, ma che risultino legittimamente realizzate ed esistenti alla data di adozione delle presenti norme sono consentiti - a condizione che sia mantenuta la destinazione d'uso in atto all’adozione delle presenti norme ovvero siano introdotte destinazioni d'uso ammesse dal Piano Operativo - gli interventi di ristrutturazione edilizia nei seguenti casi: a) se gli stessi siano relativi a costruzioni poste su terreni soggetti a rispetto stradale o cimiteriale;

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b) -

-

se il contrasto riguardi: le distanze; l'altezza; il rapporto di copertura (sempreché lo stesso sia contenuto in misura non superiore al venti per cento in più rispetto a quello massimo eventualmente stabilito dal Piano Operativo); l'indice di fabbricabilità (sempreché la costruzione esistente realizzi un indice, che non superi di oltre la metà quello eventualmente stabilito dal Piano Operativo).

Art. 8 - Deroghe al piano operativo 8.1 - Le prescrizioni e le previsioni del Piano operativo possono essere derogate solo nei casi previsti e con le procedure stabilite dalla legge. 8.2 - La deroga, ove riguardi immobili di proprietà privata, è comunque subordinata alla trascrizione nei registri immobiliari di atto che vincoli - in perpetuo - l'immobile alla destinazione che consente la deroga stessa; ove il vincolo sia previsto per un periodo determinato, l'atto di vincolo deve contenere l'impegno assistito da congrua garanzia alla piena restituzione nello stato preesistente all'intervento derogatorio, entro tre mesi dal venir meno della suddetta destinazione. Art. 9 – Definizioni 9.1 – Ogni definizione urbanistica ed edilizia, richiamata dagli articoli seguenti, riguardante i parametri urbanistici ed edilizi, le distanze da osservarsi, le modalità d’intervento, le definizioni di destinazioni d’uso, ecc., sono riportate nel Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale e negli Allegati II e III delle Nta del Piano strutturale.

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PARTE 2

CONTESTO PERIURBANO TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 10 - Ambito di competenza 10.1 - L'ambito di competenza del Po è costituito dall’Unità territoriale elementare “P” definita all’articolo 7 delle Nta del Piano strutturale. Tale unità è suddivisa in due contesti:  

P1 - Il mosaico agricolo, ovvero i suoli agricoli, coltivati o dismessi, ancora non edificati, così come definito all’art. 7.a delle Nta/S; P2 - Il nastro delle infrastrutture, ovvero gli spazi connessi, funzionalmente e/o visivamente, con le bretelle autostradali e stradali con relativi svincoli, le linee ferroviarie, l’aeroporto di Capodichino, così come definito all’art. 7.b delle Nta/S.

Art. 11 - Finalità e obiettivi 11.1 - Coerentemente a quanto previsto dal Psc per il contesto periurbano di cui all’art. 7.3 delle Nta/S, il Poc persegue l’obiettivo generale di migliorare il rapporto tra aree insediate e non, l’integrazione urbanistica e la riqualificazione ambientale degli insediamenti incompleti di frangia e/o radi, la tutela degli spazi liberi più ampi - di natura agricola o parainfrastrutturale - da valorizzare nell’ambito di sistemi a scala intercomunale di elevato valore ecologico, ambientale e sociale. 11.2 - Per il contesto P1 – Il mosaico agricolo – il Poc, secondo quanto previsto all’art. 7.a.3 prevede di: -

valorizzare i caratteri consolidati del paesaggio rurale, anche mediante puntuali ripristini di sistemazioni dello spazio aperto e dei materiali vegetazionali, salvaguardando le aree di maggiore fertilità o utilizzate per colture specializzate o considerate rilevanti dal punto di vista paesaggistico;

-

individuare nuove centralità, ovvero: a) le aree da destinare alla realizzazione di attrezzature ricreative e per il tempo libero, prevalentemente non edificate (aree di verde attrezzato, attrezzature per lo sport), utilizzando a tal fine in maniera esclusiva le aree critiche dello spazio aperto non idonee alla coltivazione o comunque già allo stato non coltivate; b) gli edifici isolati utilizzabili come elementi di servizio ed attrezzature per la fruizione del parco e lo sviluppo produttivo compatibile; c) individuare un’area compatibile all’insediamento di funzioni cimiteriali, minimizzando l’impatto delle stesse sulle aree urbane.

-

rafforzare le reti locali ovvero: a) salvaguardare i corridoi verdi esistenti favorendo la connessione di aree agricole marginali o intercluse anche con utilizzazioni del suolo per funzioni ricreative e del tempo libero; b) favorire l’uso collettivo e sociale del

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sistema agricolo perirubano, mediante l’assoggettamento convenzionato alla fruizione pubblica di aree, percorsi e manufatti, individuando attrezzature per le attività educative a contatto con la natura, nonché luoghi per mercati e fiere all’aperto. -

specificare le regole per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, per la recinzione dei fondi, per il trattamento delle pertinenze degli edifici esistenti, nonché per la realizzazione di serre per la massa a dimora, sviluppo e produzione delle colture protette.

-

prevedere la possibilità di formazione di aree boscate, con essenze coerenti con le caratteristiche dei siti e lo sviluppo, in specie nelle aree compromesse dal punto di vista ambientale, delle coltivazioni non alimentari, per la produzione di biomassa.

11.3 - Relativamente al contesto P2, secondo quanto previsto all’art. 7.b.2 delle Nta/S, il Poc prevede: -

l’immissione di aree boscate, con essenze coerenti con le caratteristiche dei siti e lo sviluppo, in specie nelle aree compromesse dal punto di vista ambientale, delle coltivazioni non alimentari, per la produzione di biomassa.

-

l’uso collettivo e sociale del nuovo parco, mediante l’acquisizione pubblica e/o l’assoggettamento convenzionato alla fruizione pubblica di aree, percorsi e manufatti preesistenti;

-

l’integrazione con i sistemi di verde agricolo e del verde urbano sia in ambito periurbano che urbano;

-

la realizzazione di impianti sportivi e ricreativi con relativi spazi di servizio, opportunamente integrati col contesto.

-

la possibilità di prevedere puntuali attrezzature e servizi, pubblici e di uso pubblico, immersi nel verde e non comportanti considerevoli impermeabilizzazioni dei suoli né diminuzione delle aree ancora coltivate.

11.4 - L’insieme delle aree periurbane classificate nel contesto P1 e P2 siano esse acquisite alla proprietà pubblica o solo asservite all’uso pubblico mediante convenzione con i privati proprietari - concorrono al reperimento degli standard minimi di attrezzature e servizi di cui al Dm 1444/1968 e alla L.r. 14/1982, fermo restando l’obbligo di reperire lo standard a parcheggio pubblico all’interno di ogni Ump. 12 - Articolazione per sistemi 12.1 - Al fine dell'unitarietà e continuità del disegno e dell’assetto complessivo del territorio, il Po ne articola la disciplina per Sistemi, che di seguito si riportano: -

sistema della mobilità; sistema del verde; sistema delle attrezzature; sistema degli aggregati edilizi.

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12.2 - I Sistemi, così come disciplinati al successivo Titolo II e come rappresentati nella Tav. Po1, rappresentano riferimenti obbligatori per le fasi attuative del Po e quindi per la formazione dei Pua. Art. 13 - Unità minime di pianificazione (Ump) 13.1 – La pianificazione attuativa e/o la progettazione delle opere pubblica dovrà essere redatta nel rispetto delle unità minime di pianificazione (Ump) riportate nella tavola Po1. 13.2 - Tali Ump sono distinte in quattro differenti tipologie a seconda della destinazione d’uso prevalente e in relazione alle esigenze di soddisfacimento degli standard minimi di attrezzature e servizi di cui al Dm 1444/1968 e alla L.r. 14/1982: -

Ump a prevalente destinazione agricola, assimilabili alla Zona E del Dim 1444/68, reperita come standard urbanistico ai sensi del Dim 1444/1968. Attuabile mediante intervento pubblico o mediante convenzionamento all’uso pubblico;

-

Ump destinata prevalentemente a verde pubblico. In relazione alla funzione insediata, è assimilabile alla Zona F del Dim 1444/68 o reperita come standard urbanistico ai sensi del Dim 1444/1968. Attuabile mediante intervento pubblico o mediante convenzionamento all’uso pubblico;

-

Ump destinata prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di uso pubblico. In relazione alla funzione insediata, è assimilabile alla Zona F del Dim 1444/68 o reperita come standard urbanistico ai sensi del Dim 1444/1968. Attuabile mediante intervento pubblico o mediante convenzionamento all’uso pubblico;

-

Ump costituita da insediamento residenziale, assimilabile alla Zona B del Dim 1444/1968, da trattare ai sensi della L. 47/1985 e nel rispetto di quanto disposto dal precedente articolo 6.

13.3 - Le previsioni avanzate per ogni Ump possono essere attuate in parti distinte secondo le modalità definite all’art. 4 delle presenti norme, previa elaborazione di un Piano urbanistico attuativo (Pua) esteso all’intera Unità e secondo quanto previsto agli artt. 33 e 34 della Lr 16/2004 per i comparti edificatori, al fine di definire un assetto urbanistico generale e di garantire, in ciascuna delle parti, il soddisfacimento degli standard urbanistici e il rispetto delle prescrizioni dettate dalle Nta/S e Nta/O. 13.4- Per tutte le aree del contesto periurbano non comprese in specifiche Ump, ad eccezione delle sedi viarie, sono valide le prescrizioni attribuite dalle presenti norme per i sistemi di cui al successivo Titolo II e le relative schede tecniche, nonché la potenzialità edificatoria prevista per le Ump destinate prevalentemente a verde pubblico di cui al successivo articolo 14 comma 14.4 delle presenti norme. 13.5 - Per tutte le sedi viarie del contesto periurbano non comprese in specifiche Ump sono valide le prescrizioni attribuite dalle presenti norme per il sintema della mobilità di cui al successivo Titolo II e le relative schede tecniche.

13 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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Art. 14 - Potenzialità edificatoria e premialità 14.1 - La potenzialità edificatoria delle singole Unità è espressa in funzione della destinazione prevalente con riferimento al Dim 1444/68 e delle modalità d’attuazione previste per il Poc. 14.2 - Per le Ump destinate prevalentemente ad attività agricola, indipendentemente dalla modalità attuativa, la potenzialità edificatoria è espressa attraverso un Indice di fabbricabilità fondiaria If=0,03 mq/mq a cui si aggiunge un If=0,07 mq/mq per i volumi di servizio al lavoro agricolo. 14.3 - Per le Ump destinate prevalentemente a verde pubblico, e ad attrezzature pubbliche o private di interesse pubblico, attuate tramite iniziativa pubblica diretta, la potenzialità edificatoria viene determinata con la progettazione preliminare in relazione alle verifiche che verranno effettuate in sede di monitoraggio dello sviluppo del Poc, al fine di garantire la coerenza tra dotazione dei servizi e sviluppo insediativo. 14.4 - Per le Ump destinate prevalentemente a verde pubblico attuate tramite Pua di iniziativa privata, la capacità edificatoria viene determinata attraverso i seguenti parametri: Ut = 0,08 mq/mq Rc= max 20% H = 10,00 m. Sp = 80% (modificate a seguito delle controdeduzioni alle osservazioni approvate con delibera di G.C. n. 33/2014) 14.5 - Per le Ump destinate prevalentemente ad attrezzature pubbliche o private di interesse pubblico, attuate tramite Pua di iniziativa privata, la potenzialità edificatoria viene determinata attraverso i seguenti parametri: Ut = 0,08 mq/mq Rc= max 10% H = 8,00 m. Sp = 80% 14.6 - Al fine di incentivare il recupero degli edifici classificati dal Puc come “Manufatti storici isolati” ed una loro riconversione agli usi di cui al successivo articolo, il Po consente l'aumento di Sul interna, tramite l'inserimento di nuovi soppalchi o solai, qualora la tipologia e i vincoli di tutela lo consentano (con riferimento al “Manuale del restauro” contenuto nel Piano strutturale). 14.7 - Qualora le caratteristiche architettoniche richiedano la conservazione della spazialità interna dell’edificio la Sul esistente, o parte di essa, incrementata di un massimo del 20%, può essere ricollocata esternamente all’edificio quale suo organico ampliamento. Tale quota può essere ricollocata esternamente a fronte della realizzazione di spazi di uso pubblico di pari superficie con arredi, sistemazioni, allestimenti particolari all’interno della “spazialità” così conservata.

14 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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14.8 - Qualora le caratteristiche architettoniche richiedano la conservazione dei soli fronti esterni (prospetti), oltre a quanto consentito al precedente comma possono essere collocate, sviluppandole in altezza entro il perimetro dei fronti da conservare, quote di Sul dell’Ump di riferimento. 14.9 - La Sul aggiuntiva ricavata in forza del presente articolo è assoggettata alle disposizioni in materia di standard urbanistici e di corresponsione di oneri ordinari e aggiuntivi previsti per gli interventi di nuova realizzazione. Art. 15 – Interventi ammessi 15.1 - Per le Ump riportate nella tavola Po1 sono in generale ammessi i seguenti interventi:         

miglioramento fondiario volto ad incrementare la capacità produttiva dei suoli; mitigazione e ricomposizione ambientale e paesaggistica secondo le modalità riportate all'art. 20 delle presenti norme per il sistema del verde; recupero e nuova realizzazione di viabilità secondo le modalità riportate all’art. 18 delle presenti norme per il sistema della mobilità; recupero degli aggregati edilizi incoerenti; realizzazione di attività culturali, ricreative, sportive pubblici o privati di uso pubblico con relativi spazi di servizio, opportunamente integrati col contesto secondo la modalità riportate all’art. 22 delle presenti norme per il sistema delle attrezzature realizzazione di aree a verde per attività di svago, riposo, esercizio sportivo; realizzazione di opere per la tutela idrogeologica; realizzazione di nuove attrezzature per l’erogazione dei servizi a rete; realizzazione di nuovi interventi infrastrutturali.

Art. 16 – Destinazioni funzionali 16.1 – Con riferimento a quanto disposto dagli artt. 7.a.6 e 7.b.7 delle Nt/S, all’interno delle Ump individuate sono consentite le seguenti funzioni: -

agricola (A), incluse le attività agrituristiche servizi tecnologici, attrezzature per la trasmissione e distribuzione di servizi a rete; servizi ed attrezzature pubblici o di uso pubblico (S), inclusi servizi culturali, per attività sociali e assistenziali, ricreative, gioco, sport e tempo libero, servizi religiosi, servizi scolastici, servizi cimiteriali, servizi di verde pubblico e fruizione del paesaggio, servizi tecnologici, attrezzature per la trasmissione e distribuzione di servizi a rete.

16.2 – Limitatamente alle aree comprese nel sub-contesto P2.r, con riferimento a quanto disposto sempre all’art. 7.b.7 delle Nt/S, sono consentiti le seguenti funzioni: -

residenza (R), comunque senza incrementi rispetto alla condizione di fatto; artigianale (Pi), limitatamente alle attività con Sul non superiore a 250 mq; produttivo-direzionale (Pd); produttivo-commerciale (Pc), limitatamente alle strutture di vicinato con superficie di vendita non superiore a 250 mq; produttiva turistico-ricettiva (Pr);

15 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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16.3 – La tipologia dei servizi ed attività è determinata per ogni Ump nell’ambito delle relative schede tecniche.

16 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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TITOLO II - NORME SPECIALI

CAPO 1 - SISTEMA DELLA MOBILITÁ’

Art. 17 - Finalità e articolazione 17.1 - Nell’ambito del Po il sistema della mobilità ha l’obiettivo di realizzare, una mobilità sostenibile basata su azioni di moderazione del traffico veicolare locale, sull'intermodalità e sull'integrazione di più mezzi di trasporto accessibili e sicuri, che rispondano alle esigenze economiche, sociali e ambientali della comunità, oltre a promuovere ed incentivare l'uso della mobilità sostenibile e dei mezzi pubblici, aumentando così la vivibilità della città, abbattendo l'inquinamento acustico, i consumi energetici, l'emissione dei gas a effetto serra e scoraggiando l'uso dell'auto privata. 17.2 - Il Sistema Mobilità si articola nelle seguenti componenti:    

mobilità ciclabile e pedonale; mobilità carrabile e del trasporto pubblico; aree per la sosta; punti connettivi.

Art. 18 - Disciplina della mobilità 18.1 - Con riferimento a quanto disposto alla Parte V delle Nt/S Il sistema della mobilità, individuato nell’elaborato Po1 è disciplinato dalle presenti norme tecniche e schede tecniche allegate alle presenti norme. 18.2 - Il Piano operativo, nell'ottica della massima continuità, sicurezza e qualità progettuale, prevede la realizzazione di piste ciclabili e pedonali diffuse, collegate a rete tra di loro e ai percorsi esistenti, alle aree consolidate adiacenti, al verde, ai servizi pubblici, al centro storico cittadino. 18.3 - Nell’elaborato Po1 sono indicati i tracciati della viabilità ciclabile e pedonale di progetto e le aree di sosta e i punti connettivi. I Pua individuano nel dettaglio i tracciati e le caratteristiche geometrico -funzionali dei nuovi percorsi ciclo-pedonali, in conformità alla normativa vigente ed alle prescrizioni contenute nelle relative schede (SM01, SM02 SM03, SM04) allegate; i progetti dovranno essere accompagnati da una relazione tecnica che dia conto delle analisi di sicurezza effettuate. 18.3 - In sede di Pua possono essere proposti tracciati parzialmente diversi, qualora migliorativi della mobilità ciclo-pedonale, fermi restando le finalità ed i criteri di massima continuità dei collegamenti stradali previsti dal Po. 18.4 - Le piste ciclabili devono essere progettate secondo criteri di sicurezza e realizzate per garantire agevole utilizzo, in continuità della rete e integrazione con le altre reti

17 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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(trasporto pubblico, parcheggi scambiatori). I relativi tracciati devono essere progettati privilegiando i percorsi più brevi, diretti e sicuri. 18.5 - I percorsi pedonali, ivi compresi i marciapiedi stradali, devono essere progettati e realizzati con criteri di sicurezza e accessibilità, per consentire le relazioni sociali e la fruizione ambientale anche alle persone con ridotta capacità motoria o sensoriale. 18.6 - I punti connettivi, costituiti dalle intersezioni dei percorsi tematici pedonali e ciclabili del Parco con la viabilità di scorrimento, costituiscono importante collegamento ai tessuti, ai percorsi e alla rete ecologica extra ambito, devono essere progettati e realizzati con criteri di sicurezza e accessibilità. 18.7 - Lungo le strade riportate nell’elaborato Po1 interessate dal tracciato dei percorsi ciclo pedonali si prevede l’adeguamento della sezione stradale nei limiti posti dalla normativa vigente in materia di circolazione veicolare allo scopo di accogliere i nuovi percorsi. 18.8 - La viabilità carrabile esistente da adeguare è costituita da tutte le strade locali che non rispondono a criteri di sicurezza e che pertanto devono essere ridisegnate introducendo in modo sistematico misure di moderazione del traffico, di riqualificazione ambientale e di eliminazione delle barriere architettoniche. 18.9 - La tavola individua i principali punti di conflitto, costituiti dall’interazione complessa fra mobilità carrabile e mobilità pedonale/ciclabile a cui i Pua interessati dovranno prestare particolare attenzione per risolvere e/o evitare le potenziali criticità. 18.10 - E' compito del Pua individuare con precisione i tracciati, le caratteristiche geometrico-funzionali, la miglior risoluzione in termini di sicurezza dei punti di conflitto e la qualità progettuale della viabilità carrabile in conformità alle finalità del Poc, alla classificazione gerarchica. 18.11 - Nell’elaborato Po1 sono indicati i principali punti intermodali di progetto (spazi per la sosta), al fine di incentivare l’uso del trasporto pubblico e della mobilità ciclabile pedonale per ridurre la congestione che caratterizza il territorio. 18.12 - I parcheggi scambiatori, collocati ai margini del centro urbano, costituiscono i nodi di scambio all’interno del tessuto urbano, o al contorno del nucleo storico, a servizio di quest’ultimo, per incentivare e permettere l’uso del mezzo pubblico all’interno dell’area urbana più antica. In questo modo, l’utenza proveniente dalle direttrici di traffico maggiori dovrebbe trovare il parcheggio ai limiti della zona storica e quindi lasciare l’auto per recarsi al posto di lavoro o per sbrigare una serie di commissioni all’interno del centro urbano. 18.13 - Le essenze arboree ed arbustive minime da adottare sono specificate in ogni scheda tecnica con riferimento all’abaco delle tipologie della vegetazione.

18 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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CAPO II - SISTEMA DEL VERDE

Art. 19 - Finalità e articolazione 19.1 - Nell’ambito del Po il sistema del verde ha la finalità di: 

creare un insieme organico continuo e relazionato di spazi di qualità, che possa contribuire ad elevare la qualità della vita individuale e collettiva attraverso l’accorpamento delle dotazioni;



creare ampie aree attrezzate, parchi urbani e periurbani collegati tra di loro e con le attrezzature e gli spazi esistenti all'interno ed all'esterno del centro urbano,



realizzare un equilibrio stabile fra sistema agricolo, sistema delle risorse naturali e sistema urbano attraverso la riduzione delle pressioni insediative sulle attività produttive agricole, la tutela e l’arricchimento delle presenze naturali e del paesaggio, la creazione e valorizzazione di spazi di fruizione per la ricreazione e la ricostituzione di una rete ecologica locale, con attenzione ai poli ambientali e alle reti di scala superiore rilevabili e/o programmate oltre i confini comunali (Parchi di Napoli-Est, Parco Nord del Ptcp, Parco della Stazione Av di Afragola).

19.2 - Gli spazi verdi devono essere progettati seguendo criteri di economicità di gestione e manutenzione e, per le aree verdi di alta naturalità finalizzata all'incremento della biomassa urbana, alla mitigazione del microclima, al miglioramento del comfort termico e alla continuità della rete ecologica. 19.3 - Il Sistema del Verde si articola nelle seguenti componenti:    

aree a verde di mitigazione; aree a verde boscate; aree a verde destinate alla produzione; aree a verde attrezzate.

Art. 20 - Disciplina del Sistema del Verde 20.1 - Il sistema del verde è disciplinato per ogni Ump dalle presenti norme tecniche e schede tecniche allegate alle presenti norme. 20.2 - Le schede tecniche per le Ump riportano specifiche in funzione della tipologia di aree, della loro collocazione, del carattere di naturalità dei suoli, di rilievo paesaggistico, storico e ambientale. Le specifiche scelte verranno valutate nel dettaglio in sede attuativa. 20.3 - Le modalità attuative e gestionali di tali spazi saranno definite in sede di convenzione garantendo la loro contestuale e completa attuazione con le opere pubbliche e private. Il progetto del verde pubblico deve, comunque, perseguire obiettivi di sostenibilità dal punto di vista dell’economicità e delle modalità manutentive.

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20.4 - La progettazione del sistema del verde deve seguire i seguenti criteri: -

-

-

-

rispettare i rapporti visuali tra gli alberi d'alto fusto, gli arbusti, il prato, le pavimentazioni, l'architettura degli edifici, gli elementi naturali del territorio, ecc. individuare le alberature in relazione alla funzione svolta: delimitazione degli spazi aperti, schermi visuali e da riparo, zone d'ombra, giardini d’inverno, effetti prospettici, trasparenze verdi, ecc. individuare le alberature in modo da caratterizzare l'ambiente circostante posizionando le zone d'ombra in luoghi significativi. La specie arborea deve essere opportunamente scelta in funzione dell’orientamento e dell’utilizzo dell’area al fine di garantire il benessere termoigrometrico degli utenti attraverso il controllo del microclima esterno. specificare i caratteri delle alberature: specie a foglia persistente e caduca, forma della massa arborea e portamento delle piante, velocità di accrescimento, colore del fogliame e dei fiori, mutazioni stagionali, ecc. adatti alle caratteristiche climatiche e pedologiche del luogo, con funzione di: arricchimento estetico ed ecologico del paesaggio urbano; mitigazione visiva dell'insediamento; ricomposizione di siepi campestri e filari arborei o arbustivi. specificare le esigenze di manutenzione: irrigazione, soleggiamento, potatura, fertilizzanti, ecc.. evitare il tombinamento di fossi, canali e corsi d’acqua prevedendone invece una rinaturalizzazione;

20.5 - Nelle aree attigue agli edifici la progettazione del verde, inoltre, deve controllare efficacemente gli agenti climatici e contribuire al benessere abitativo e al comfort termoigrometrico, mettendo a dimora piantumazioni in grado di schermare l'edificio dai venti dominanti invernali, proteggere l'edificio dalla radiazione solare estiva. 20.6 - Le aree a verde di mitigazione (scheda SV01), sono quelle aree che hanno la funzione di separare e proteggere, con adeguate barriere vegetali, le zone residenziali e per servizi rispetto alla viabilità principale ed alle aree produttive e di dare continuità alla rete ecologica. In tali aree potranno essere realizzati percorsi ciclo-pedonali con piazzole di sosta che ne consentano la fruizione e il collegamento con altre attrezzature, percorsi, parcheggi nel verde e servizi esistenti o di progetto. Il Po individua le principali aree a verde di mitigazione, fermo restando che in sede attuativa si potranno individuare nuove e opportune aree sulla base della specifica “analisi del sito” oltre che per mitigare gli effetti di eventuali attività produttive esistenti anche se temporanee. 20.7 - Le aree a verde produttive (scheda SV02), sono quei luoghi destinati al rafforzamento della produzione di qualità e della agricoltura biologica, dell'agricoltura sociale e culturale, della ricettività, della produzioni di biomasse laddove i suoli risultino contaminati dal punto di vista ambientale. 20.8 - Queste aree dovranno presentare i seguenti caratteri: -

carattere multifunzionale dell’agricoltura periurbana; produzione di “beni pubblici” (presidio ambientale, qualità del paesaggio, prevenzione dei rischi, agricoltura sociale, , produzioni di qualità, produzione di biomasse laddove i suoli risultino contaminati dal punto di vista ambientale, etc);

20 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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-

rafforzamento della produzione e della agricoltura biologica; orti urbani.

20.9 - Le aree a verde boscate (scheda SV03) sono quelle aree in cui è possibile prevedere la formazione o l'implementazione di aree boscate, attraverso l'introduzione di essenze coerenti con le caratteristiche dei siti e lo sviluppo, in specie nelle aree compromesse dal punto di vista ambientale, delle coltivazioni non alimentari, per la produzione di biomassa. 20.10 - Le aree a verde attrezzato, sono quegli spazi scoperti conclusi attrezzati per la socializzazione, la sosta, attività ludiche, sociali o sportive. La connessione fra tali spazi col sistema di verde pubblico e con gli altri servizi avverrà mediante percorsi ciclo-pedonali continui. E' compito dei Pua perseguire l'armonica ed unitaria definizione, progettazione e caratterizzazione degli spazi aperti pubblici, anche in collocazioni eventualmente diverse da quelle individuate dal Po purché nel rispetto delle finalità e secondo le prescrizioni di cui alle schede tecniche SV04. 20.11 - Per tutte le diverse tipologie di aree verdi, è ammessa la realizzazione di serre per la produzione di colture pregiate secondo le prescrizioni fornite per ogni singola Ump. Queste, in generale, non devono essere infisse permanentemente al suolo (senza platea in cemento) e devono presentare un'altezza interna non superiore a mt. 2.00, realizzate in struttura metallica leggera e rivestimento in materiale plastico trasparente. 20.12 - Le essenze arboree ed arbustive minime da adottare sono specificate in ogni scheda tecnica con riferimento all’abaco delle tipologie della vegetazione.

21 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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CAPO III - SISTEMA DELLE ATTREZZATURE

Art. 21 - Finalità e articolazione 21.1 - Nell’ambito del Po il sistema delle attrezzature ha la finalità di: -

dotare gli spazi pubblici e quelli destinati a servizi di interesse collettivo delle attrezzature necessarie a favorire il migliore sviluppo della comunità e per elevare la qualità della vita individuale e collettiva.

21.2 - Il sistema delle attrezzature è costituito dal complesso degli impianti, opere e spazi attrezzati destinati ai servizi ed attrezzature pubblici o di uso pubblico (S) come specificati all’art. 16 delle presenti norme, ed è articolato nelle seguenti componenti:   

attrezzature per lo sport; attrezzature per il gioco; attrezzature per la trasmissione e distribuzione di servizi a rete.

Art. 22 - Disciplina del Sistema delle attrezzature 22.1 - Il sistema delle attrezzature è disciplinato per ogni Ump dalle presenti norme tecniche e schede tecniche allegate alle presenti norme. 22.2 - Tali attrezzature dovranno essere facilmente accessibili dal contesto di riferimento ed integrate con la rete di percorsi prevista dal Po, non dovranno impedire i coni di visuale, né essere visivamente molto impattanti. 22.3 - Tutte le attrezzature devono avere una recinzione autonoma, mitigata con siepi di altezza non superiore a 150 cm e devono essere finite a prato, con coperture pacciamanti e ghiaia. 22.4 - E' consentita l’installazione di impianti per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili. 22.5 - Tutti gli spazi destinati alle attrezzature devono essere realizzati secondo le prescrizioni di cui alle schede tecniche SA 01 e SA 02, SA 03. 22.6 - Le essenze arboree ed arbustive minime da adottare sono specificate in ogni scheda tecnica con riferimento all’abaco delle tipologie della vegetazione.

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CAPO IV - SISTEMA DEGLI AGGREGATI EDILIZI

Art. 23 - Finalità ed obiettivi 23.1 - Coerentemente a quanto previsto dal Psc per il contesto periurbano di cui all’art. 7.b.3 delle Nta/S, il Po mira a:  realizzare una adeguata urbanizzazione primaria e secondaria e di servizi di livello locale;  provvedere al miglioramento del quadro ambientale e paesaggistico con l’obbligo di messa a verde alberato di almeno il 50% delle aree libere pubbliche o pertinenziali private;  integrare con servizi gli insediamenti agricoli e del parco circostanti;  realizzare sedi per attività economiche funzionali al miglioramento della qualità insediativa;  escludere incrementi edilizi ad esclusione di attrezzature e servizi pubblici;  individuare gli edifici e le opere di urbanizzazione illegittimamente realizzate e non condonabili, provvedendo alla definizione di politiche per la loro demolizione con ripristino dell’area di sedime e/o il loro riutilizzo per funzioni pubbliche o di housing sociale;  individuare gli edifici e le opere di urbanizzazione non compatibili con il contesto favorendo, nel caso di edifici muniti di titolo abilitativo, l’eventuale loro delocalizzazione in aree dedicate, anche nell’ambito del medesimo sub-contesto P2.r. Art.24 – Patrimonio edilizio esistente isolato 24.1 - Per tutti i manufatti esistenti isolati muniti di titolo abilitativo in sanatoria o legittimamente autorizzati a destinazione prevalentemente residenziale compresi nel contesto P2 del presente Po, sono ammessi interventi fino alla ristrutturazione edilizia senza incremento di Sul e di volume. 24.2 - Per questi stessi manufatti sono ammessi mutamenti di destinazione d’uso produttivocommerciali (Pc), limitatamente agli esercizi di vicinato, produttive-artigianali (Pi) limitatamente all’artigianato di servizio compatibile con la residenza, produttivo-ricettive (Pr), produttivo direzionali (Pd) e per servizi e attrezzature pubbliche o di uso pubblico (S). 24.3 - Per favorire il mutamento della destinazione d’uso dalla funzione residenziale ad una non residenziale di carattere produttivo-commerciale (Pc), limitatamente agli esercizi di vicinato, produttive-artigianali (Pi) limitatamente all’artigianato di servizio compatibile con la

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residenza, produttivo-ricettive (Pr), produttivo direzionali (Pd), si concede un incremento di Sul pari al 20% di quella legittimamente autorizzata. 24.4 - Nel caso di mutamento di destinazione d’uso dalla funzione residenziale ad una compresa tra i servizi e attrezzature pubbliche o di uso pubblico (S), si concede un incremento di Sul pari al 35% di quella legittimamente autorizzata. 24.5 - Per tutti i manufatti esistenti per cui siano stati inoltrate istanze di sanatoria edilizia ai sensi della Legge 47/85, 724/94, 326/03 e Legge regionale 10/04, il procedimento istruttorio continuerà a svolgersi fino alle determinazioni dell’ufficio comunale competente. 24.6 - Per tutti i manufatti esistenti privi di titolo abilitativo ed in assenza di istanza di sanatoria edilizia, si prevede l’avvio del procedimento sanzionatorio così come disposto dal Dpr 380/2001 e successive modifiche ed integrazioni. Art. 25– Patrimonio edilizio esistente aggregato 25.1 - Come specificato all’art. 7.b.3 delle Nt/S, per il contesto P2r, le aree specificatamente riportate nell’elaborato Po1 corrispondono ad aggregati edilizi in contesto periurbano costituiti da insediamenti di tipo spontaneo, prevalentemente monofunzionali ed in generale di recente formazione. Tali inserti edilizi sono caratterizzati da un medio grado di copertura edilizia, dalla carenza di idonei servizi e relazioni dirette con i centri urbani. 25.2 - Il piano mira a riqualificare tali insediamenti integrandoli con il territorio al contorno e con la rete degli spazi pubblici che collegano agli insediamenti urbani e favorendo una loro almeno parziale riconversione con funzioni non residenziali. 25.3 - Il Po si attua per mezzo di pianificazione urbanistica esecutiva da redigersi ai sensi della L. 47/85 esclusivamente d’iniziativa pubblica. La pianificazione urbanistica attuativa dovrà essere elaborata nel rispetto dei seguenti criteri ed obiettivi: a) la realizzazione di una adeguata urbanizzazione primaria e secondaria e di servizi privati di livello locale; b) il rispetto degli aspetti di interesse storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, idrogeologico eventualmente presenti e comunque il miglioramento del quadro ambientale e paesaggistico con l’obbligo di messa a verde alberato di almeno il 50% delle aree libere pubbliche o pertinenziali private; c) la realizzazione di sedi per attività economiche funzionali al miglioramento della qualità insediativa; d) l’esclusione di incrementi dell’edilizia residenziale, comunque consentendo l’eventuale trasferimento volumetrico all’interno del medesimo sub-contesto; 25.4 - Nelle more di redazione dei Pua sono consentiti, per i manufatti muniti di titolo abilitativo in sanatoria o legittimamente realizzati, interventi fino alla ristrutturazione edilizia senza incremento di Sul e di volume. E’ consentita la permanenza delle attività produttive esistenti, regolarmente insediate e compatibili con il contesto. 25.5 - Sono ammesse destinazioni d'uso produttivo-commerciali (Pc), limitatamente agli esercizi di vicinato, produttive-artigianali (Pi) limitatamente all’artigianato di servizio compatibile con la residenza, produttivo-ricettive (Pr), produttivo direzionali (Pd) e per servizi e attrezzature pubbliche o di uso pubblico (S). Altre destinazioni d'uso, ad esempio le funzioni residenziali, sono ammesse nella misura in cui risultino presenti alla data di adozione del presente piano.

24 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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PARTE III

CONTESTO URBANO (PIU EUROPA) TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 26 - Ambito di competenza 26.1 - L'ambito di competenza del Po è costituito dall’area bersaglio individuata nell’ambito del Programma Integrato Urbano (Piu) Europa della Città di Casoria, di cui all’Accordo di programma approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 266 del 24/09/2009 e all’elenco degli interventi approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 50 del 24/04/2012. Si tratta di un’area della città caratterizzata da un tessuto edilizio piuttosto compatto, contraddistinto dal tessuto urbano assimilabile all’antico centro storico al quale, intorno agli anni ‘60-’70, si sono aggregati quartieri di scarsa qualità edilizia e privi di attrezzature, con consistenti fenomeni di degrado. Art. 27 - Finalità ed obiettivi 27.1 - Il Po si pone come obiettivo la riqualificazione dell’area bersaglio individuata dal Piu Europa della Città di Casoria attraverso:  

 

la predisposizione di nuovi luoghi urbani di partecipazione sociale (piazzette, slarghi, centri di aggregazione); il recupero funzionale di immobili, anche prevedendo il cambio di destinazione d’uso per favorire l’inserimento di attività di eccellenza (recupero di edifici di proprietà pubblica e/o privata, come centri polivalenti con funzioni di tipo ricreativo-culturali, volti anche alla promozione dell’associazionismo) – Parco delle Arti; i servizi per gli abitanti (possibilità di predisporre dei servizi comuni per gli abitanti); la ristrutturazione ed adeguamento di spazi funzionali della città al servizio delle imprese per promuovere una vocazione industriale e commerciale di qualità.

Art. 28 - Interventi ammessi 28.1 - Gli interventi ammessi sono quelli approvati con Deliberazione di G.C. n. 50 del 24/04/2012, così come riportati nell’elaborato Po1 del presente Po e specificati nella seguente tabella: Cod.

Titolo intervento

001a

Riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico: Lavori di pavimentazione stradale, fognatura, rete idrica e pubblica illuminazione di alcune strade cittadine

25 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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001b 001c 001d 001e

001f.a 001f.b 001g 2

3

7 10 4 8 11 5

Riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico: Risistemazione di Piazza Santa Croce, Via Santa Croce e Largo San Mauro. Riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico: Lavori di riqualificazione di Piazza Benedetto XV. Riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico: Interventi di riammaglio delle opere di Riqualificazione urbana del centro storico Riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico: Lavori di manutenzione straordinaria di alcune strade cittadine (Via Padula, tratto Via Sannitica, tratto Via Duca D'Aosta) Riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico: Lavori di recupero area circostante la Stazione FF.SS. di Casoria Riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico: lotto b. Riqualificazione Viale Europa Riqualificazione urbana e valorizzazione del centro storico: Stadio Comunale S. Mauro Predisposizione di nuovi luoghi urbani di partecipazione sociale: biblioteca multimediale -lavori di restauro del fronte esterno della Chiesa S. Maria del Carmine, dei locali di proprietà comunale ad esso addossati e sistemazione dell'area compresa tra le due sedi comunali in Piazza Cirillo Realizzazione di spazi a verde attrezzato a servizio delle scuole e della collettività. Lavori di sistemazione dell'incrocio stradale tra via Marconi, Via del Giudice e Via Pio XII. Realizzazione di un nuovo raccordo viario tra le Vie Giolitti e Ariosto. Isola ecologica: il luogo della socializzazione Nuove attrezzature atte ad ospitare funzioni della città capaci di restituire una peculiarità chiara al luogo: Area Mercati, Fiere, Uffici e Giardineria comunale Nuove attrezzature atte ad ospitare funzioni della città capaci di restituire una peculiarità chiara al luogo: il Parco delle Arti Stadio Comunale S. Mauro : piste di atletica leggera Interventi di sicurezza urbana Nuove attrezzature atte ad ospitare funzioni della città capaci di restituire una peculiarità chiara al luogo: la Torre direzionale

Art. 29 – Modalità attuative 29.1 - Gli interventi individuati al precedente articolo si attuano mediante interventi edilizi diretti ad esclusiva iniziativa pubblica.

26 PO.0 norme tecniche d’attuazione

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