FORTE DI CIMA ORA MT 1535
Partenza: Ponte di Romanterra mt. 650 Tempo previsto: 6,00 ore circa Dislivello salita: 900 mt Segnaletica: Segnavia CAI bianco rosso – Cartelli indicatori sent. n° 404 – 432 – 405 - 404 Difficoltà: E Mappa
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Dall’abitato di Bagolino si scende al Ponte di “Romanterra” oltre il quale si trova il palo di segnavia indicante il sentiero da prendere n° 404 che porta al Rif. Baremone e al Forte dell’Ora. Seguendo la strada consorziale, dopo circa 150 mt, vicino ad una santella, si gira a sinistra verso la valle di Levras (cartello segnaletica). La strada forestale da percorrere segue il versante orientale del Monte “Spezie”, oltrepassa il Rio Levras più volte, dopo essersi addentrati nella valle e superata le seconda malga si trova sulla sinistra l’indicazione Pozze da qui si lascia la strada per un sentiero che, con alcuni tornanti si alza sul versante destro orografico della valle, per poi tagliarlo lungamente a mezza costa in direzione sud e portarci, in altra mezz’ora di cammino, alle Pozze (970m), poco più a sud e in alto della croce di Monte Suello. Splendida e ampia la visione che si apre sul Lago d’Idro e le montagne che lo separano dal lago di Garda. Seguendo le evidenti indicazioni per Monte Breda e Forte di Cima Ora (segnavia 432-404), ci si incammina a destra per la lunga cresta spartiacque tra Val Sabbia e Valle del Caffaro. Qui i tratti di salita si fanno decisamente più ripidi. Seguendo le segnalazioni ci si sposta a tratti sul prativo ed esposto versante est, altri sul boscoso e tranquillo versante occidentale, alternando così le visioni su Bagolino e la Valle del Caffaro, con quelle sul Lago d’Idro e i monti che lo sovrastano. Si supera il Dosso Tondo (1211m), si percorre la lunga Piana dei Bandì e poi, lungo la vecchia mulattiera della Guerra 15-18 (visibili ancora alcuni sbocchi dei tunnel e delle postazioni), ci si approssima al Monte Breda (1503m), la cui sommità aggiriamo sul lato orientale passandoci pochi metri sotto. Dopo una ripida discesa, passando a destra del Roccolo di Breda o dei Giös, ignorando la variante che, sulla destra, scende direttamente nella Valle del Rio Levras, si traversa a sinistra giungendo in breve ad una strada sterrata che, dopo un tornante che riporta al Roccolo di Breda, con facile cammino in piano seguiamo per lungo tratto finché una freccia ci indica di spostarci a sinistra, sul versante opposto della cresta, dove un sentierino, che presto si tramuta in larga mulattiera, porta ad un caratteristico intaglio a portale. Da qui scala metallica ben evidente, porta direttamente sui pendii sommitali e al Forte di Cima Ora (1535m). Proseguendo lungo la mulattiera, invece, dopo un brevissimo tratto con cordina metallica, si aggira detta cima e, lasciando a sinistra un sentiero in discesa, si sale per un prato fino ad uscire sulla strada sterrata che dal Baremone porta al forte (2 ore da Le Posse, per un tempo totale di 3 ore dal parcheggio). Per chi non ci fosse mai stato vale veramente la pena risalire i dieci minuti di strada che portano al forte: oltre alle interessanti evidenze storiche potremo godere di un esteso panorama a trecentosessanta gradi. Per detta strada, aggirando ad ovest Cima dell’Ora, in 15 minuti si scende al Passo di Marè (1418m), dove passa la strada asfaltata Anfo-Maniva, nei pressi del Rifugio Rosa al Baremone (1430m). Senza toccare l’asfalto, subito prendiamo alla nostra destra una verde valletta dove la segnaletica (404b) all’inizio è ben visibile, poi molto meno, ma non si può sbagliare: basta seguire fedelmente la linea della valletta fino a sbucare in una conca prativa dove si ritrova una palina segnaletica (10 minuti dalla strada del Baremone). Seguendo una mulattiera sul versante est della Corna Pagana, si percorre il versante sinistro orografico di Valle Lunga, ignorando un primo bivio sulla destra. Al successivo bivio, contraddistinto da una bacheca in legno, si scende ripidamente nel bosco costellato da diversi piccoli torrioni calcarei che si ergono qua e là come se volessero fare la guardia. La segnaletica non sempre è immediatamente visibile, ma quello che resta di varie gradinature in legno aiuta a non perdere il filo del tracciato, per altro non ci sono molte alternative: la valle è stretta e unica. Giunti sul fondo della valle, si segue per un poco il greto del torrente, si supera in discesa, appoggiandosi alla roccia che l’affianca, una poco rassicurante scala in legno, dopo la quale il sentiero si alza in destra orografica traversando lungamente i ripidi pendii della valle. All’incrocio con la variante che scende direttamente dal Roccolo di Breda, si riprende a scendere per portarsi nuovamente sul fondo della valle. Qui il sentiero si immette su una comoda stradina sterrata e, passata un’area di sosta attrezzata, in breve si perviene ai bellissimi prati Levras, dove una gelida fontana permette di rinfrescarsi per bene (45 minuti). Seguendo la strada, che ora si fa carrozzabile, si attraversa il torrente e, in altri pochi minuti di cammino, si arriva al punto in cui la si era abbandonata in salita, per poi rientrare al Ponte di Romanterra e alle autovetture.