ACHILLE LORIA

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P. A.

A. B.

10. A . f AVARO' Ga lileo Da llle; (2. edil.. 11 . E. T ROIl.O· 8uIlardino Te/esio . 12. A. R IBERA' OullÚl Cavakanti.

13. A. 14 . f .

B UONAVENTURA • Niceoló Paganinl M OW1CLfA.l'fO· Leone Tolsloi.

15. A. A LHERTAUI - Torquato T asso. Lb. J. P n .l. l · Fird.u.si.

SPAV ~NTA f .. Carto Dickens. BARBAG ALLO' O /ullano l' Apostata B ARBERA' Ilrale/IJ Banditra. 20. A . Z ERBOCLlO - Cesare Lombroso. 2 1. A . FA VARO • Archim ede. 22. A. OALl.ETT1· Otro/amo Savonaro/a 23. Q . S WRiTA.."I'T · A/essandro ("lurio. 24 . A. M r.ss E RI • Enzo Re. 25. A. A G R LSTl • A bramo U ntol" 26. U . B ALZ ANI. Sisto V. 27. O . BU.TONJ· Dante. 28. P. B ARBE RA' O . B . Bodoni. 29. A. A. M ICH ELI ' Enrico S tanlq.

17 . S.

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A. F. FORMloOINI

ACHILLE LORIA

Carlo ~ ~

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CA RLO MARX.

AC HILLE LORIA o--

CarIo Marx

A. F. FORMIOOINI EDITOR E IN OENOVA

19 16.

PROPRIETA lETTERARIA .

I dirifti di Iraduzione son o riservati per tutti i puesi Ndlo ¡i¡¡grima di ogni toglio d~v~ tSStr visibilt la impresa tdiroriak

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Q.

Ferraguti e C. Tipoe-rafi . Modcna. Vi¡ Servi, 5

CERT.\MENTE fra le anomalie pijl bizzarre, di cui s' intesse la variopinta flora del pensiero umano, che soventi dai germi della gardenia aristocratica si vegga spuntare il garofano rivoluzionario, o che gli piriti piu incendiari e ribelli emergano da un amb iente domestico e social e materiato di conservatismo e di reazione. La cosa e pero, a chi ben g llardi, meno strana di quanto non possa a primo tratlo apparire. Si comprende infatli benissimo che soltanto coloro, i quali vivono addentro in un am bit nte determinato, possano intenderne i VIZ I e le dcformita costituzionali, velate invece, a quanti gli vivono estranei, da un nimbo offusca· toreo Di certo, gran parte di coloro, che crescono

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Achil/e Loria

in se no a ll' ambiente pervertito, non posseggono l' inte lli genza adeg uata a comprenderne il Vi7io: allri ancora sono indolti dal propri o torn aconto a c hiu der gli occhi innanzi agli obbrobri che constatano, od a fa rne cinicamente astrazio ne . ¡\la se l' uomo c resc iuto in quell' a mbiente e intelligenlc e non vile, la visione del pervertimenlo fra cui e c resciuto suscilera nel suo spirito la santa iracondia e l' indo mit a ribellione e dell' adagialo e felice patrizio fara il profeta ed il rivoluziona ri o. T ale e infatti la sorte, che vi en rise rbata ai g ran d i ribelli, tutti uscili da stirpi signoril i, o nati su i gradini della prop rieta, si appellino essi Dante O Voltaire, By ron, Kra polkin o T olstoi - e lale e purc la so rle, ch e fu riserbata a Karl Marx. Infa!t i e difficile pensare un ambiente pi" squisila mente borghese e ra!finatamente arislocra tico di quello, ove nasce e Irascorre i verdi an ni il fuluro pontefice della rivoluzione. Nato a Treviri, il 5 maggio 1818, da genitori israeliti (un ghe rese la madre), va nta fra g li antenali pate rni, il cui cognome or iginario e Mordechai, e malerni (Pressburg) parecchi rabbini, autori di iJluslri comm cnli allc sacre ca rte. Ba!tezzato a ll' eta di 5 a nni in lino agli al!ri com!)onenli della sua fami glia, accio il padre possa adire l' uffici o di Consig liere di 00verno, si lega bentoslo in inlimita co l celo ar isto· cratico della s ua regione ed in ispecie con qllell' Edgardo d i Weslphalen, che poi fa ra parte de l Min istero reazionario Manteuffel, e nel 1843 nc sposa la bellissima, colta e genia le sorell a Jenny. ozze cotanlo bene assortite e benedelte da un

Cario Alar.\' .

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amore cosi intenso e indelebile, da far dire 3d 1111 clericnlc tedesco, che esse ono state ratificate nei cieli. e dunqlle pe r le pro p rie origini Ma rx si profollda IIel'" stir pe mill ennnrin, dedita alla acc IImul azio ne ed al lucro, gli s po nsali lo stri ngono alla genia dei feuda tari ge rmanic i , pa ladi ni ael o ltranza del trono e dell' alta re. Ebbene, cosa veramente mirabile! da 1111 ambiente si Hallo, che sembra debba fecondare so lbllto pensieri di oscurantismo e di reazione, emerge per 1'" ppunto la fig ura piil nitida, piíJ coerente ed invilta di pensalore ed agit:Hore rivoluzionario.

Di certo, il pens iero di .\\arx, essenzialmenlc lardo e procedente a fatica fra i \.agli dell' autocritica piíJ auslera. non assume a primo trallo e
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Ac/¡il/e Loria

tizione dell a pro prieta londiaria, le condizioni dei contadini della Mosella, iI socialismo Irancese, a cu i proclamasi avverso, mentre pro lessa l' ammirazi o ne piu decisa pe r Proudhon . - Ma codesta stessa di scuss ione, svelandogli la sua ignoranza ed inco mpetenza in materia, lo persuade a ritrarsi da ll' a re na a rd ente de l giornalismo per immerge rsi negli studi; e, traendo occasione dall' indirizzo troppo remissivo assunto omai, per isluggire alle persecuzioni po liziesche, da quel giornale, si toglie nel 1843 dalla sua redazione e si rinchiude nella celi a st udiosa per rie laborare e meditare. Ma , al pari di tutti i suoi co nt erranei di genio e di lib eri sensi, ei si trova bentosto a disagio Ira le te neb re intellettllali della Prussia, e colla g io va ne sposa accor re alla luminosa Parigi, ove lo cin ge Ira breve un cenacolo di intellelti ribelli d' og ni paese. Ira neesi, tedeschi, inglesi, italiani e russi. Ru ssi sop ratutto; dacche egli stesso narra di ayer tro va ti i pi u lerv idi aecol iti Ira i giovani ra mpolli d ell a nobilta e dell' alta borghesia russa, che poi, redu ci alla patria, diverranno senza esitanza i piu lidi lanzi chenecch i de l pot~re. Fra quelle bande di rib ell i spiri tuali egli assume a primo tratio una posizio ne dittato ri a, e niuno contesta la corona al Cesa re ri vo lll zionario; gia allora si parla di mar x isti e la polizia pa rigi na nota co n ne ro lapillo un ea lle d ell a ca pitale ove si adun a no g li affigliati di Ma rx. Eg li si st rin ge in am icizia con Enrico H eine, ed un giorno, acc ompag nato dal SUD stato magg iore, si reca so le nne mente dal poeta per imporgli di divide r fra gli eSllli la pensione asse-

Cario Marx.

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gnatagli da Guizot; ni che l' alt ro cinicamente risponde che quella pensione vuol goderla egli stesso. In anche piu strella amicizia si stri nge con Protldhon, col quale divide le lunghe veglie dissertando su Hegel ed agiiando i problemi del socia lismo; ma é intimitil effimera e destinata a torcersi bentosto in rovente avversione, stlsc itata da dissensi fon damentali. E con Arnoldo Ruge fonda nel 1844 gli Al/fIali Frallco· Tedrschi, di cui non esce pero che una puntata, cOlllenente scrilli del Marx stesso sulla filosofia del dirillo, e sugli Ebrei ed alcune Lettere dall' Olanda, nonché articoli di Engels, Heine, Freiligrath ed altri spiriti piu o meno in· tinti di ribellione. Qu este agitazioni esteriori non rappresentano tutlavia che un intermeuo, od un parziale episodio nella serie delle sue occupazioni fondamentali, essenzialmente consacrate alla scienza ed alla filosoiia. Lo scrillo pubblicato dall' Engels negli AIIaali, sulla critica dell' economia politica, inizia fra i due pensatori un' amicizia, che iI tempo dovra fortificare e rendere incrollabile, e Ii persuade alla red azione di un' opera colleltiva • La Sacra Famiglia, Critica deHa f,losolia di Bruno Bauer e con· sorti (18~5), irta di ghiribizzi e logogrifi di dubbio gusto ed anche piu dubbio valore. !>la essi si adoprano poi ad una piu grossa bisogna: una critica deHa filosofia post·hegeliana, che raggiunge la mole di due grossi manoscritli in ollavo, non piu mai pubblicati per difello di un editore. - E tullavia, dice Marx, l' improbo lavoro non puo dirsi compiuto invano, se esso solo ci ha consentito alfine di

intender noi stessi, od ha trac ciata la linea di fuoco, che ci guidera d' ora innanzi securamente attraverso l' illtrico della investi gazione so cia le. Se non che "agitazione rivolu1.ion aria, che N\ arx 1I 0n tral ascía giammai frammezzo alle filoso fiche meditaziolli, e la redazione del giornale esscnzialmente an tipru ssia no L' Aval/ti, lo rendono benlosto inviso alla Prussia, la qu ale ottiene nel 1845 dal Ministro Guizo t il suo sfratto dal territorio francese. Egli ripara allora a Bruxelles, ove gia trovasi l' Engels e 1Ie1la quiete fiamminga si aHerma per la prima volta in lavori d uraturi e profondi. Quivi infa!ti pubb lica nell 'a nno seguente l' opera: Misere de la pltilosoplúe, repol/se a la plzi[osoplúe de [a misere de M. Proudlzol/, che e tulta una critica esasperata e morden te delle COlllraddiziolli ecollo· //licite del suo rival e. Marx rimprovera a Proudhon la complela ignoranza di quella filo so fia hegeliana, che egli intende ap plicare all' economia e piu la sua applicazione aruilra ria e faHace, merce la id ea· zione di una serie evo lvente di categorie fantastiche (divisione del lavoro, macchine, concorrenza, rendita ecc.) di ciascuna delle quali l' autore si limita ad esa minare il bene ed iI male, senza mai chiarire la natura dei fenomeni considerati, od il processo della loro formazione e svil up po. E la critica e appropriata, ma potrebbe ben anco ritorcersi conlro lo stesso Marx, invescalo del pari, aquel· l' epoca, in un a se ri e di categorie, di cui procl a ma arbitrariamente l' evo luzione processiva. - COSI ancora Marx rivo lge una fiera crilica alla leoria di Proudhon del va [ore coslituilo, secondo cui la

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Cn r lo ,\lar'\".

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I iuu ¡oue del v310rc a lavo ro no n si avv era nell a societá qua l é oggi i tituit a, m3 e rim a ndata ad una societá di lá da ve nire, costrutta a no rm a deg li archclip i de l pe nsatore. - Ora impo rta nota re che lo stesso Marx, il q uale nel l." vo lum e del Capitale raffigura la rid uzio ne d el val o re a quan · lil~ di lavoro effeItivo sicco lll e la Icgge illlmanenle dclla econolllia capitalis ta, é po i cos tretto nel te rzo votUIll a riconoscere che, nell a fase cco no llli cn ca· pitatisla, it vatore non si rid uc e, ne ma i pu b ridur i a quantita di bvoro, e c he it va to re co mmisurato at lavoro e nulla piü che un a rch eti po o d una enlita sovrasensibite, che mai non s i co nc re ta in realt:.. Ora cib in sostanza vuol d ire, ch e a nche p~t ,\brx il valore commis urato a l lavoro no n e poi nulla di essenzialmenle dive rso da l valo re co slIluilO di Proudholl .. \ a frammezzo a lle c ri tiche ingiuste od eccessive, campeggia in q uesto li bro il concelto, verissimo ed allora q uas i inaud ito , c he i rapporti economici non sono gia q ua lch e cosa di arbitrario, O di derivato d alla vo lon ta umana, bensi emergono per necessila fala le d a llo stad io vigenle delle forze produltive; o nd e a l soci alis mo utopistico, che si esau risce in futil i d ec\ a maz io ni, od in piu inutili ricostruzio ni de l mo nd o sociale, deve contrappor i iI socialis mo scientifico, d ed ito interamente all' analisi del processo necessa rio della evoluzione cconomica ed alla even tua le sua accelerazio ne. Un tale concelto fillra del pa ri fra le lin ee del discorso slll libero scambio, tenuto d a Ma r x a Bru· xelles il 9 gennaio 1849, iI quale affc rm a ch e iI

socialismo deve pronunci a rsi in pro della liberta comm ercia le, poiche questa, acuendo la dissoluzione delle vecchie nazionalit" ed il contrasto fra la boro ghesia ed il proletariato, precipita la dissoluzione dell' economia capitalista; ma si alferma poi nel modo piil categorico nel MalliJesto del Parlito Co. l/l/mista, che egli pubblica ass ieme ad Engels nel 1848, e cont iene la prima e piu decisa enuncia7ione della sua dottrina. Se invero alcuni particol ari teorici, che poi troveranno ampio svolgimento nel Capitale, si troyano in questo scritto appena abbozzati, se talune teorie (p. es. quella del salario, che qui e designato come iI valore del lavoro, anziche della forza di lavoro) trovansi ancora ad uno stato in· voluto e imperfetto, non e men yero che tutto il sistema vi e condensato e che vi si troyano, come la critica di tutti i socialismi dottrinarj, idealisti, utopistici, cosi i due enunciati fondamcntali: la di· pendenza della evoluzione economica dalla evoluzione dello strumento produttivo, in altre parole il determillismo tecllico de/la economia, e la deriva· zione dell' assetto politico, 1I10rale, ideale, dall' assetto economico, in altre parole iI determinismo ecollomico della sociologia, o, come oggi suol dirsi, il materialismo sto rico. Codesta derivazione dell' assetto politico dall' assetto dell' economia, accentrando iI potere politico nelle mani dei de· tentori del potere economico, o dei loro rappre· sentan! i e clienti, rende ass urda ogni lusinga di miglioramento statale e pacifico delle classi proletarie e schiude come unica via di salvezza ai derelitti la rivoluzione; alla qua le, od alla federa-

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Cario Marx.

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zione compnftn che sola pilO prepararla, il ¡\Iallireslo incalza i dolellti di tu Ita la terra colle toriche parole; Proletarj dei due mondi, un itcvi! - L' i11lport.lnza epocale del JHal/ijrsfo non e oggi pi;, COIItesta la dai suoi pi" risoluti avversarj. Esso i,,bfti la Dichiarazionc dei Diritti del quarto tato, la ,\fagl/o Charla della rivoluzione proletaria, l' oririamma di fuoco e di sangue, altorno a clli si adunera"no indi innanzi le falangi insllrrczionali. E gia, appena lanciato il messaggio, il g iovalle principe delle bande infernali eoniida di tradurlo in azione, che i moti del '4S- ~9 schiudono le mJsse ribelli a pi" audaci ed innovatrici speranze_ frat· tato dall' asilo fiammingo, egli ripara a Parigi e di ti accorre alla patria te desea in ebullizione, ove si ia eollaboratore assiduo ed ardente della NIIOI'II Gozzctfo R.eaal/a. ¡\la benche la straordinaria perizia dell' astuto redaltore riesca per qualche lempo a sal\'3re il naviglio della pericolante gazzefta dai marosi delle persecuzioni poliziesche, pure giunge a!fine il momento, in eui la situazione e insostenibik; e l' appello, lanciato dalle colonne del giornale al popolo tedesco perche ricusi allo Stato l' imposta, vale al periodico incauto il sequestro e la confisca ed un duplice processo al suo redattoreo Assolto trionfalmente dai giurati di Colonia, ei non giunge pero a sottrarsi all' esilio, che il go\'erno ;:Ii infhgge; e ritorna in rrefta a Parigi, ove gli eventi scmbrano me"lio arridere alle sue irrequiete visioni. Ma bentosto anche la Francia non gli e piü asilo sicuro, ed il governo parigino oppone al nostro agitatore un pe rentorio dilel11l11a;

e

PRonu, CarIo Marx.

2.

o lasciarsi internare nel Morbiha n, provincia Insu lsa e maremmosa, od esulare. Evidentemente la s celta non puo esser dubbia. E percio Marx no n esita allora ad accogliere l' invito della Direzio ne del Pa rtito Comuni sta , risedente a Londra, e si tras ferisce colla fida compag na alla enorme metropoli ( 1849). Qu ivi lo atlendono le pill tristi, le pill lu g ubri prove; che la pove rtá s i asside, telra compag na, a l suo desco d a l gio rno del suo in gresso nella capitale britannica, per no n dipartirsene se non nel gio rno del suo supremo respiro. Ei vede mo· rire l' un d o po I' a ltro i s uoi bimbi nelle stamberghe dell ' esilio, e dee mendic a re d agli a mici e fratelli di fede lo scarso denaro nece ssario a seppellirii; deve ridurre la fami g lia a lla di eta di pane e patate, impeg nare I'orologio e le vesti a l Monte di Pieta, rivendere i lib ri, corre re pe r le vie in cerca di qualch e soccorso; e vi en giorno, in cui solto la s ferz a della fame, pe nsa a far si ferroviere, a colloca re le figlie in qualita di serventi, istitutrici, od a tlrici, ed a ritra rs i colla in felici ssima co nsorte nel quartiere proletario di With echa pel. L' a troc itá di questo Calvario non conlrib uisce per piceola parte ad ina ci dire un caraltere, giá di s ua natura ig naro di tulte le blandizie, e che fra i trambusti e g ti orrori dell' esilio s i fa sovente detestabile. E invero con un sellso di dolore e di sdegno ch e noi segu ia lll o nelle sue teltere confiJellziali all' En gl:ls le traccie di codesta durezza, che non si commove delle sciagure incombenti sugli am ici pill cari , che s frulta codesti amici p'"

Cario Mar ..:.

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ogni modo e poi Ii colilla di rimbrotti e di acc use , che - e cib e ben peggio - non asco nde iI pi" geloso Iivore verso i cOlllpngni meno sciag ura ti. In ispecie ¡, deplorevole so tto ogn i aspetto la sua condotta verso Freiligrath e Lassalle, soprat utto verso quest' ullimo, a lui COSI amico, che g li e largo della sua borsa, lo ospita a Berli no, g li p ro· caccia un editore, e di cui egli cens ura co n Ii vida acredine i lavori, segue con occhio lorvo i trionfi e commenta con tepidi apologismi la Illorte. Ma i ben pasciuti, i quali seguono dall' adagia to lor seggio la vita del nostro agitatore, non corrano troppo veloci alle accuse e pensino, innanzi di lanciare la pietra, di quaoto pianto e sangue b vita dell' esule grondi, come De sia orrendamente torturante la croce. Indamo ei tenta divincolarsi dalle lugubri stretle della poverta col lavoro. - Egli ottiene, e ben vero, di collaborare alla Tribuna di Nuova York e vi inserisce su questioni di politica , di economia e di finanza articoli bentosto assai pregiati. Ma non ne rilrae pi" di una sterlina per anicolo, ne pub scrivere pi" di un articolo per settimana. Pi" larghi proventi sembra promettergli la collaborazione ad un Lessico americano, a 2 dollari per pagina, a cui egli invia con ansia febbrile articoli ampiamente documentati sulle voci pi" varie. Ma anche queste fon,i . comunque assai limita te, di lucro vengono d' improvviso ad esaurirsi colla guerra civile ame· ricana, senza che valgano a surrogarle k scarse e meno retribuite collaborazion i a qualche gazzelta tedesca, come la Nuova Gazulla e/ell' Odu, o a qua\che giomale di Vien na.

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A,/lilf, Loria

FcJice, che qualche spiragJio di fortuna gli giunge da quel diritto di propríeta e di succes· síone. che egli condanna e persegue con si pero vi cace violenza. Eredita dalla suocera; eredita dall a madre; eredita (poca cosa) da una vecchia zía; eredita 20,000 lire dal compagno d' esiJio Ou g Jielmo Wolff. Uno zio d' Olanda, a cui eg Ji si re ca per quattr ini. gli dona 160 sterJine; Lassa lle e Freili· grath gJi sono generosi di sussidi; e Droncke, altro compagno d' esiJio, gli dona 250 sterline, perch e egJi possa compiere l' opera scicntifica cui si e ded ¡· cato. - Ma tu!te queste risorse casuali, ne sempre ragguardevoJi, sarebbero incapaci a preservarlo dalla ruina, se non fosse l' amico provvidenziale, che si adopra con lenerczza lI1aterna e generosit a inesauribile a sovvenirlo, Federico Engels. 10 invero il grande merito di quest' uomo e cio che gJi assi · cura un po ~ to glorioso nella storia dell' idea so ciale, d i aver prodigato tutto se stesso ad assicurare al Marx la possibilita di proseguir lIegJi studj e di condurre a compimento l' opera che deve eter· narlo. - Perche l' Engels, il quale dirige a Manchester un cotonificio considerevole, risponde con sollecit udine divota alle incessanti richieste dell' amico, e sovviene alle sue distretle con ogni maniera di preziosi soccorsi. Oli invia articoJi di soggetti militari - in cui l' Engels e versatissimo accio Marx Ji spedisca alla Tribuna ed al Lessico, intascandone l' onorario; gJi fa in vii settimanaJi di danaro, oltre a frequenti invii di botliglie di Porto a ristoro della salute vacillante dell' amico e dclla sua f,lInigJia; fa al Marx dei presenti di lOO 0150

Cario .Harx.

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sterline per volta; ed alfine, quando l' industria lo ha decis31l1ente arricchito, fissa all' all1ico una pe no sione di 100 sterline trimcstrali. Tutle codeste fortune finanziarie nOIl valgono , ~ vero, :l dotare iI bilancio di Marx di un defiuitivo equilibrio, cui probabilmente fa oslaco lo il disordine incorreggibile del\' uomo e la sua in· capacita amministrativa, Illa consentono ad ogn i modo al nostro pcnsatore, oltre che di soccorrere i cOlllpagni piÍl mi eri, Pieper, Eccarius, Dupout, d i prosciogliersi d3lta pii, 3ffannosa miseria e di assurgere alla condizlOne piu degna di un borghese onesto e con iderato. Grazie inlatli a questi soccorsi, egli puo uscire dagli slalllbugi di Soho quare ed allo¡:arsi \leila graziosa Villa Modella presso ,\\aitland Park, procacciare alte sue tre figlie una accurata istruzione, nel francese e nelt' italiano, nella piitura e nelta musica; vagliare accuratamenle le condizioni linanziarie degli aspiranti alta loro mano e prescegliere Lafargue e Longuet finanziariamente ben provveduti. Egli si abbandona cogli amici 3d uno Sp3SS0 degno di un pronipote dei \'íIikingi; bere una tazza di birra in tulte le taverne, che incontrano sul proprio percorso, accordando la viltoria a colui che piu durera nel cimcnto. Fre· quenta colla lamiglia il teatro e si reca colta figlia ad una serata della Socie/tj del/e Arti, a cui in ter· vengono la corte e l' aristocrazia; invia di trallo in tralto la famiglia al mare e vi si reca egli stesso; vuole che la consorte si soltoscriva: ¡mlly I/ée barOl/lle de Weslplzalel/; e accolto onorevolmente fra i ceti ricchi delta metropoli, e sovente consultalo

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Achille Loria

dal Times sulla situazione finallziaria mondial e; in fine accetta l' ufficio di cOlllles{abilr, al quale lo eleggono g li abitanti della par rocchi a di S. Pan crazio, pronunciando il giuramento di rito ed in. dossando nei grandi giorni l' assisa re go l amenta r~. E tultavia I'assunzione o mai definitiva in g re mbo ad una collettivita straniera e le persecuzioni infliltegli dalla patria, non valgono a cancell are, od affievolire in lui la divozione alla terra ge rm anica, di cui rimane, fino all' ultimo res piro, fi g lio affettilOSO ed invocatore d'ogni maggio re trionfo. _ Infalti cgli esalta la musica e la lelteratu ra tedesca, si compiace delle vittori c e delle espansioni ge rm a. niche, paventa una f1essione del protezionismo tedeseo, che possa fortificare l' egemonia commerciale brita nnica, e nel 1870 giunge perfino a ricu sa re il suo Ilome ad un appello in pro della pace, se non si affermi esplicitamente che la Germania fa una guerra puramente difensiva. - GIi esuli fran cesi e russi di Londra si sdegnano di cio e vanno sussurrando eh' egli é un emissa rio del governo prussiano, che gli ha contati in contraccambio 250,000 lire. 'Sciocca fandonia! Invero la vecchia Germania non novera fra i suoi con se rvato ri e beneficati un asserto re e patrocinatore piu since ro e piu fervido di questo perseguito ribelle. Ma eh' egli sia un paladino dell' imperialismo prussian o é decisa mente smentito dalla sua Icltera del 187 al Daily NCIVS, la quale denuncia le ambizioni ed es pansioni bismarckiane siccome una nascente min accia. Ma la slla visione teorica e pratica, l' intento s upremo della sua attivita e d ella slla vita, tra·

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Cario Marx.

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scenrle e di ¡(ran lunga l' a ll1 bi to circoscr itto de lln patria e della nazione, e tende be n pi " alto, alla organizzazionc !i tu tt i i rejetti del pe nsiero e de l bvoro in uu fascio rivo! uzionario. G ia, appena gillnto nella lI1etropoli inglese, ei si fa capo e dit· tatore di u n verO cena co lo, al quale n iu no puo essere ammcs o se non si assoggctia ad un severo esarne sulle scienze pi .. varie ed in is pecie sul l' economia politica (esa me rigo roso cosj, che lo stesso Liebknecht non ¡(iunge a primo tratto a superarlo) e pit, ancora (ombra di Lombroso g ioisci!) ad una esatta misurazionc craniornetrica. Erl ecco iI nostro pensntore, precinto cOllle per diritto divino da una sorta di aureola imperia le, esercitare una so\'r"nita incontestata sulla falan ge deg li esuli, Pieper. Bauer, Blind, Bisbmp, Ecca rius, Liebknecht, Fr~iligrath, Cesare Orsini (f ratello del regicida), e sugli stcssi rivoluzionarj agitan!isi nella terra tedesca. ,\ la bentosto un pensiero pit, ambi· zioso lo invade e lo domina; che egli medita di associa re i proletarj di tutta la terra in una for midabile I lIfemaziollalc, che si opponga alle tracotanze del capitalc e moya alla sua distruzionc. t dapprillla una modes ta associaz ione, che si sIringe fra i pochi rivoluzionarj con\'~nu(i a Londra, e della quale Marx ricusa irremissibilmente la presidenza, appagandosi della iunzione in apparenza secondaria di delegato per la sezione te desca. Agli esordi della nuova fcderazione, Marx dee con tenderla con ogni possa agli sforzi d i Mauini, c he, per mezzo de' suoi affigliati, il magg iorc \~'o lif e F ,; (an3, IJ \'orre bbe donll na:.l da

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un profumo di idealismo ed esplicantesi nel secreto delle cospirazioni. E Marx non ha fati ca a lar prevalere iI proprio concetto della preponderanza degli interessi materiali e della necessita di publicamente asserirli e difenderli nella arena della storia. Ma bentosto la federazion e dilata le proprie propaggini alla Francia, alla Germania, agli Stati Uniti, alle stesse nazioni romancie, imponen do a Marx, che di fatto ne e principe, un enorme lavoro di organizzazione e di baHaglia contro i compagni dissidenti. Ovunque infa!!i ei si trova a dover lottare contro indirizzi divergenti dal proprio, benche fra loro sostanzialmente diversi secondo iI carattere delle varie nazioni. - In Germania, egli dee como battere il possibilismo di Lassalle, incline ai compromessi ed alle flessibili colleganzc col pote re ; in Francia le tendenze anti·intelletluali (gia allora manifeste) che mirano a ridurre le finalitil socialiste entro l' ambito delle piu modeste ed immediate aspirazion i delle leghe operaje; in Italia ed in Ispagna le te nden ze anarchiche inerenti al cara Itere delle popolazioni ed alimentate dalla propaganda di Bakllni n. E contro queste tendenze egli afferlila, con tenacia incrollabile, la rigidita del proprio programma, mirante a I~derare le forze proletarie mondiali in un fascio incoercibile, il quale coll' armi piu varie dello sciopero, dell' azione parlamentare e legale, anche se é d' uopo della violenza, s' avventi contro la borghesia ed il pote re, gli strappi concessioni crescenti e da ultimo ne ottenga complet trionfo. Bentosto atlorno a tale programma si stringono i proletarj de' due emisferi; e quest'uo·

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mo, che Iangue fra gli spasimi delln fame, g lolsce al pensiero che la sua posizione nel mo nd o e g ia forle e che gli ope ra; di Parigi, di Nuova York e di Düsseldorf inneggiano frementi nI suo nome. Codeste agitazioni non lo distolgono pero pie· namente dallavoro intellettuale; ch e in q uesl'epoca ei publica nel!a Tribuna di Nu ova Yo rk una se rie di articoli snlla Ril'olnzione e Confrori,lolnzione in Ger/l/ania e sulle LoUe politiche in Francia, e nella rivista La Ri,'oillziolle, edita in tedesco pure a I uova York, pubblica nel 1852 l' a rlic o lo 11 l B BrtI/l/ajo di Llligi Bonaparle; scrill i questi, i quali sono in sos lanza applicazioni della teoria materia· lista della storia agli eve nti pi" c1amorosi d ella storia politica ge rmanica e francese. Ma nella ste sa Tribuna Marx pubblica inoltre un a serie di articoli phi propriamente politici sulla Qucsfiolle d' Orieute, in cui e mirabile la straordi naria dollrina e l' intuizione e previsione geniale degli eventi. E tultavia I'organizzazione proletaria e I'attivitil giornalisli ca, comunque cosi intense e pode rose, non rappresentano nella vi ta del Marx che una tormentosa parentesi, od una dilazio ne increscios a alla effettuazione del compito sup remo, ch' ei si e prefisso fin dagli esordj della sua dimora britan o nica. I on appena infalti l arx trovasi sbalestrato in quella meravigliosa Londra, che e pa sco lo in esauribile all' economista di esperienze e di stud j, ei si propone di rifare da capo a fond o il proprio Slpere economico e stltistico , allora per anCo assai Iimitato di fronle 'lila sm isurata vastitit della sua preparazione filosofica; e si iml1lcrge perlanto,

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nell' aul a d el Museo Bri ta nnico, nello s tu d io de i cl ass ici eco no mis ti inglesi, pe rsegu e ndon e co n pa· zi enza impl aca bi le le pri me e p iu tenui elucu b razi oni . Incomincia d all o s tu dio della teori a della rend ita, proce de poi all o st ud io dell a moneta, de i ra ppo rti fr a la q uantita d el metall o ed il co rso d e i ca mbj. de l\' in fl uenza delle rise rve b ancar ie s ui prezzi, dell e im poste sull' aggio; si pro fon d a poi nell e teo ri e s ul va lo re, il proiitto, \' inte resse, la po polazio ne ; ma co m pul sa ad u n te mpo se nza tre gua le s ta tist iche, i Iib ri azzurri, le relazio ni m inis te ri a li e parl a mentari . E d all' eno rme lavo ro trae ma te ri a all a redazion e d ell' o pe ra, ch e sa ra d' ora inn a nzi lo spasim o e la g iocon d ita d ella s ua vi ta. Dapprima egli in tend e lim itarsi a redige re un a s to ri a cri ti ca d ell' eco nomi a politi ca, od un a a nalisi ragio nata delle teo rie, c he e ve nuto pazie nte ment e chiosa ndo , nonc he dell e la clln e ch e vi ha ril e vate. Ma d all ' L1rto me nta le contro ta nta mole di sci e nza e d i a na lis i si spri g io na a \fi ne LI no sprazzo in op inato ; ed ei cred e d i essere gi unto ad un a b ell a e sor pre nde nte seo pe rta, ch e mallda in fr a ntullli la teo ria co nsacra ta de l p ro fitto . Ed eccolo tos to pro fil a re il di segno della sua g ra nd' opera, che cons te ra di d ue pa rt i: un a prim a pa rte storico · cri tica, d ed icata a chi arire la vicen da d ell e teorie del profitto lun go la se rie degli economis ti inglesi, e d un a seco nda, teo rica e ri costrutt iva , ch e a nnun· zi e ra al mond o la do tt rin a propria dell' a ulo re. Co· d es to meto do di es posizi one e in sostanza ide nlico a quello seguito d a B6h m ·Ba werc k nell'opera p ure dedica ta a llo studio del ca pi tale, ed e d' " ltro nd e

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q uello che imm ediatamc nte risponde all' ordinc stesso della invcst igazion e; la qual e deve b e nc iniziar idalio studio delle opinioni e do!trin e vigen ti, e solo dappoi puo aggiungere ed innovare. Ma uno sludio pi;, a!ten to non !arda a convinccre Marx che codesto non puo essere il me to do pi;, efficace a dare una riproduzionc teorica del rcal e; la quale invcce dee lasciare a nz i(u((o la paro la a l fenomeno, o lasciar che q ues(o narri sé medesimo sa"·o poi a chiamare in causa coloro che han no in precedenza analizzato iI fenomeno s(esso e notare in che la loro visione del falto diverga da q uella, che la realla, direttamente inter rogata, rivela. - Un metodo questo in ogni tempo preferito dai pi ;, geniali teorici e che Bergson a app li care con nn a spigliatezza adorabile nclla E,'olllziollc crea/rice. Ed ecco ,\ Iarx, infaticato a dis(ruggere e rifa re , capovolgere l' originario di egno ed iniziare sen· z' altro l' indagine dalla analisi del fenomeno concreto, per procedere solo dappoi alla cri tica delle ¡eorie de' precursori. Appunto con tale criterio e i i accinge alla redazione della Critica del/' Erol/omia Política, di cui la prima pu nta ta si publica a Berlino nel 1 59. Di questo libro é sopratu!to notevole la prefazione, che annunzia per la prima volta la teoria del materialismo storico. Nella produzione sociale della loro vita, dice Marx, gli uomini assumono rapporti necessarj ed indipendenti dalla loro yo· lonta, i quali costituiscono a lor volla la base reale, su cui si erigono i rapporti giuridic i, poli· lici, morali e religiosi di ciascuna e(a. I rapporli

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di prodllziolle, ossia i rapporti economici vigenti

in un dato periodo, sano la derivazione naturale e necessa ria de l II/odo di prodllziolle, ossia della fase sto rica dello slromento produttivo. Ma lo sviluppo ulteriore delle forze produlfive genera tosto o tardi una nuova configurazione dell' assetlo !ecnico, in compatibile co i rappo rti di produzione vigen! i e cor rel ativi all' assetlo produtlivo anteriore. Alia ra esplode una rivol uzion e sociale, che spezza i rap· porti economici, e, di rimbalzo, i rapporti socia li vigenti e li surroga con rapporti economici superiori, adeguati alla fase nu ova e piu evoluta dello slromento produtlivo. A grandi tralfi, l' evoluzione ecoIlomica ha atlraversate quatlro fasi progressive" economia asiatica, antica, feudale e borghese moderna. Ma "evoluzione dello stromento produtiivo, che non si e arres tata nel SUD cammino seco lare, rinn overa tosto o tardi "eterno ricorrenle contrasto fra il modo di produzione ed i rapporti di produ· zione, o rendera quesli inc ompatibili. Aliara esp lodcra l' ultima delle g randi convulsioni sociali, che abba tlera l' assetlo economico borghese, per Surro· ga rg li I'assetlo economico collettivista. Con questa formazione novissima si chiudera la preistoria della socie la um ana. Ma l' opera di cui ragioniamo e inoltre notevole, pe rche rifletle una fase speciale del pensiero dell' au to re, tu tiara dib atlen tesi fra opposti indio rizzi e sop raffatlo dal loro contrasto. 11 libro infatli ci p resenta Marx lutlora invescato nei ra n· cidi meccanismi hegeliani, o procedente atlraverso una cate na di categorie evolventi "tilla dall' altra: cap itale, propr ieta fondiaria, sa lario, stato, com-

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rnercio estero, mercato mo ndiale. E per talnlle eli qneste categorie si intnisce come il processo de l loro svilnppo successivo si compia. Si in tuisc e c he iI salario erompe d all a pro prie ta fo neliar ia, poiche e la esprop riazio ne de i proprietarj colt ivatori che crea le torme p role larie o ff eren li si pe r mercede; e che la forrnazione del rne rcato 1II 0 ndiale e il coronamenlo e l' epilogo de ll' economia capitalista moderna. Infa Ui pel Marx la mlss lone sto rica del capitalisrno a salariati, di cui le origini risalgono al secolo XVI, e la c reazione de l me rcato mondiale; e la formazione di questo, orma i consacrata dalla colonizzazione della California e dell' Australia e dall' apertura dei porti ci nesi e giapponesi, sanziona iI compimento di quella missione storica e la fine della forma eco nornica destinata ad adempierla. Ora codeste costruzioni, per se stesse arbitrarie e fantastiche, ci rive lano cOllle il pensiero di Marx trovisi a quest' epoca tu Uora in una fase indecisa od anfibia, in c ui il ful gido sole della scienza economica inglese non e giu nto per anco a fugare totalmente le caligini dei filo. sofemi germanici. Ma un altro ibridismo si ag. giunge ad attenuare iI valore del libro, o la sua efficacia doUrinale; poiche Marx, in questa fase de' suoi studj, accorda pur sempre alla storia delle dottrine una parte troppo preponderante e la in. sinua troppo insistentemente nel corso della pro· pria esposizione, cosi da togliere a questa la desiderabile continuitil e da sminuirne l' effeUo. D' altronde poi questo lavoro non si riferisce direUamente ad alcuno dei problemi sociali, che

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appassionano il pubblico pensante, ma si limita allo studio di due teoriche, che hanno a primo tratto nulla piu che un' importanza accademica, le teorie del valore e della moneta. Marx aHerma la tesi, che il valore delle me reí é esclusivarnente deter· minato dalla quantita di lavoro in esse conglutinato; tesi che egli rannoda bensi a' suo i primi enuneíatori d' Italia e d'lnghilferra, ma di cui non da alcuna dimostrazione razionale. Al contrario, ei riconosce apertamente che codesta tesi si presenta irta di contraddizioni apparentemente insanabili rimo pelto alla logica ed aUa vita, ma si ripromette di eliminarle vittoriosarne nte nel corso della propria trattazione. Piu anche notcvole é il su ccessivo capitolo su lla moneta, con ten ente una critica veramente magistral e della teoria quantitativa di Ricardo ed una confutazione decisiva deIl' assegllo di la l/oro ideato da Bray, Oray, Proudhon ecc. Questo disegno, per cui lo stato dovrebbe fornire al produttore, che impiego una certa quantíta di lavoro, un assegno cartaceo, ch e gli dia diritto ad ottenere dagli altri produttori il risulfato di una egual quan· tita di lavoro, move d a una completa ignoranza delle condizioni in trinseche dell' economia individualista, nella quale ciascun produttore crea un oggetto, di cui non é certo che il mercato abbisogni, o che rappresentí una utilita reale ed apprezzata. Posto ciD, infaHi, é evidente che il produttore non e punto sicuro di poter vendere l'oggetto, che ha posto in essere, o di poterlo trasform are in un mezzo d' acq uisto universale, ed ha d' uopo per ciD del battes imo, o della sanz ione del mercato, il

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quale solta nto ha pote nza di dichiarnre l' utilita del prodotto, lac endose nc aquirente. - Ora invece l' ass~gno di lavara prde nde sllrroga rsi violentemente al mercato, lornc ndo al produltore di un oggetto, di cui il mcrcato non ha per anco riconosciuta l' utilita e la vendibilita, un potere d' acquisto IIniversale_ La consegue nza pratica di q uesta violenza e che il produttore di un oggelto inntile puo procacciarsi col suo assegno di lavoro un o g· gelto utile, mentre even tu almente il produttore di questo non puo, col suo assegno di lavoro, procacciarsi alcu n oggetto dobto di utilitil; ossia che il prodotto del primo rim a ne invcnduto e l' assegno del econdo inutilizza to. E cosi dev' essere; poich c qui si ha dinanzi una riforma ibrida, eclettica, incompleta, che pretende socializzare lo scambio, mantenendo la produzione e la distribuzione sulla loro vecchia base individual ista e non vede l' in congruenza di tale sovrapposizione. L' assegno di lavoro potrebbe razio nalme nte istituirsi, solta nto quando la produzione stessa losse socializza ta, O lo tato assegnasse a ciascun individllo la produzione di una determinata quantita e qu a lita di merci, im ponendo correlativamente ai con sum atori l' obbligo di acquistarle. Ma in tal i cond izioni pero non si potrebbe pii! nemmeno parlare di me rci , ne di scambio, poiche questi so n lenomeni esclu sivi ad una economia individuatista, ne trovano sede in una economia socializzata_ 11 che vuol dirc che l' equivalente gratuito, questa riforma dello scambio, non e elfettuabile se non a prezzo della soppressione dello scambio stesso, o merce l' istituzione de l colS il O

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leltivismo. - E cio di cui, d' altrond e, s' avved e il piu ge ni ale dei teorici di questo sistema, Rob e rto Owen, (c he lo propone nel 1832 ) iI qu ale ben comprende che esso non potrebbe altuarsi se nOn a patto di socializzare la produzione. Che se I'im· pazienza dei discepoli lo costrin ge ad applicare il sistema in seno all' economia capit alista, coll a fon o d azione della Equitable B a/tI, of Excharzge, e pur vero ch e il falto s' incarica di infliggere la piit cl amorosa sa nzione alla irrazionalita del suo conato , e che egli de ve assistere, contristato e avvili to, al fallimento della propria istituzione. Si comprende pero che queste ind agini astruse, as traite, e divelte da o g ni nesso tangibile co i pro blemi arde nti della proprieta, non possa no destare inte resse di sorta fra gli a ffigliati del pa rtito. Nu ll a du nque d i piu naturale ch e iI tono d i scora mento deluso, con cui l' opera e g iud icata d agli stessi piiI fidi amici dell' autore; d a Lieb knec ht, p. es., il quale dichiara di non aver mai prova to un ; imil e disi nganno, da Biskamp che chiede: a qual pro tulto q uesto? da Bu rgers che d eplora un a pub li cazione cosi Irnmmentaria e scolora ta. E vero; la vendita del libro procede discreta, Ra u lo cita nel suo trattato, parecchi economisti di Ru ss ia e d' Am e· ri ca ne lanno oggetto di studj appro lo nditi. Ma, malgrado tulto, l' editore si ricusa di proseg uire la pu bli cazione, ed iI lavo ro rimane un Ira mmento. Non appena uscito da questi tra mbusti lelterarj, Marx trovasi involto in un a viol enta pol e· mica contro il celebre naturalista Ca ri o Vogt, che lo rimprovera publicamente di tendere ign obili

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agguati agli esuli tcdeschi c di turpi connivcn7c colb polizia. - Marx risponde col sanguinoso li· bello 11 signar Vag/ (Londra 1860), il qnal c astrazion fatta dalla forma intollcrabilmcnte pla· tcale - e degno di nota, poiche contiene interessanti rivelnzioni sulla campagna d' Italia e sui rapporti fra Torino e le Tuilleries. t. pur noto chc l' accusa ivi lanciata contro Vogt, d' esscre nn mercenario del secondo impero, viene pio tardi in oppugnabilmente confermata, e che nel 187 1, fra le macerie della reggia parigina, si trova una ricevula di 50,000 franchi intascati dallo stesso Vogt. Ma l' insuccesso scientifico, le lotte personali, il persistente ed angoscioso disagio domestico, sembrano infondere al nostro atleta nuova lena a proseguire nell' opera iniziata. Bensi, traendo partito dall' esperienza, e si risolve a modificare ul· teriormente la tela del suo libro, od a relegare senza pio nell' ultima parte ogni escursione sto rico· critica, convergendo anzitutto le proprie encrgie all' analisi positiva della concreta realt á. Di pil', traendo occasione dalle frequenti malattie, che lo rendono per lunghi intervalli impossente ai difficili temi dell' economia pura, ei fa una larga parte alle ind agini statistiche, compulsa le Relazioni degli Ispettori delle fabbriche, ed i Iibri bianchi e azzurri, e si immerge nello studio dclla storía economica d' Inghilterra; e cosi riesce a frammezzarc alle pagine di teoria astratta, forzatamente aride ed im· pervie, altre pagine vi
Carlo Marx.

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sol ve di redigere l' opera in ogni su a pa rte, innanzi di Iicenziarla alla pllbblicita. E dopo parecchi anni di IIn lavoro incredibile, dedito alle letture nel Museo Britannico, durante la giornata, ed alla composi· z ione le!!eraria durante le veglie, non di ra do pro· dotte fino alle 4 del mattino, cadendo pi;' volte satto la croce ed altre!!ante risollevandosi, grazie a l demone interno ch e lo fruga ed ai conforti dell' am ico illcomparabile, giunge alfine in porto, e nella primavera del 1867 salpa per Amburg o col ma no· scritto del primo volume del Capilale, cit e con seg na all' editore Meissner. Cola passa amabi li giorni con un amico ed ammiratore ferv id issimo, il dott. Kugelmann, con funzionarj, g ene rali, ban chieri; e cola lo visita un avvoca to W a rn ebold, emissario di Bismarck, che lo esorta, pe r inca rico d e l Min istro, ad < impiegare i suoi a lti talen!; a be ne ficio de l popolo tedesco • . Ma di la ri torna bentosto aLondra, onde s' adopra assiduamen te a dare gl i ultimi ritocchi al suo vo lum e, il qu a le fi nalmente si pllbblica nell' autunno dell' anno s tesso. Cosi viene alfine data al mondo l' opera 010numentale, chiamata a rivoluzionare il pensie ro sociolog ico, e ad imprime re, non solo a l socialismo, ma alla stessa economia politica, un indirizzo nll o vo e superiore. A riassumerne in brevi tratti la tra ma, diremo che essa procede per tre massime linee: valore, macchine, ed accumulazione primitiva. Move dal principio fondamentale (di cui iI filosofo Krause dice avere altrettanta importanza per I'economia politica, quanto per la fisica la caduta dei gravi ) che il valore dei prodo!!i si commisura alla massa

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di lavoro in essi impiegato, per concl uderne che dunque il profitlo del capilale non e che In materi:\Zione di ulla quantita di lavoro speso da))' operajo, e, ill altre parole, lavoro non pa gato , redd ito furtivo ed usurpatore. L' operajo, cioé, trasl1lc!tc nel prodo!to UII valore pari alla qualltita di lavoro, che vi ha impicgato, lila non riceve dal capitalista che un valore minore, pari alla quanlita di lavoro impiegato a produrre le lIIerci necessa rie a reinte· grare le forze spese dal Iavoratore. Ora la diffc· renza fra iI valore del prod olto - ossin la quan· tita di lavoro tra messa da))' operajo nel prodottoed ti valore della forza di lavoro - ossia la quanIltit di lavoro impiegato a produrre le merci conSUlllate dal I.\'o ratore - costituisce il pili - I'a/ore, intascato gratuitamen te dal proprietario dei mezzi produlti\'i, in virtlt della loro appropriazione. In tal modo é raggiunta la nozione qualitativa del reddito del capitale, od é spiegato in che esso effet· tivamente consista. Rimane ora a delerminarne la quantitil, la quale non puo definirsi, se no n a patto che sia precisata la misura e la cifra del salario. Ora se e vero che i progressi dell' accumulazione tendono virtualmente a provocare una ascen· sione delle mercedi, e pero in potere del capitalista di prevenire lo sgradevole evento coll' investire le accumulazioni crescenti sotto forma di capitale tecnico, e per cio stesso privo di qualsiasi influenza ad elevare i salarj. Ma iI capitalista puo fare anche piit; puo convertire in capitale tecnico una parte del capitale fin qui impiegato in salarj, cosi disoccupando una parte degli operaj, o creando

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una armala ifldlLStriale di riserva; la quale per un lato soffoca ogni resistenza degli operaj in servizio altivo e ne mantiene la mercede poco al di sopra dello stretto necessario, per allro lato consente al· \' industria capitalista le dilatazioni repentine, cosi desiderabili e fruttuose negli istanti di prosperita e di espansione. E cosi alla indagine qualitativa fa seguito quella quantitativa; cosi noi non sappiamo soltanto cio che e il piu - valore, ma che esso e eguale a tutto l' esubero sulla sussistenza piu o meno limitata del lavoratore, e che questi non e soltanto defraudato di una parte del valore emerso dal suo lavoro, ma ridotlo inoltre ad una razione mise rabile ; felice ancor se puo conseguirla, se non e condannato dal fatale groviglio dei rapporti capitalisti a sommergersi nella morta gora del paupe· rismo piu angosciatoo Ed ecco in qual modo aBa eletla de i perceitori del piu· valore sottostil una mandra di zebe ridotte ad un esiguo salario e sotto queste impaluda la massa amorfa dei dannati agli stenti senza fineo Con tutlo cio pero, aggiunge Marx, noi sappiamo bensi come dal capitale nasca il profitto e questo si trasformi a sua volta in capitaleo Ma tutto cio non vale ancora a chiarirci onde sia nato iI capitale primitivo, il quale ha dato nascimento al profitto e per cio stesso non puo esserne il prodottoo A risolvere tale difficoltil soccorre iI celebre studio sul < segreto della accumulazione primitiva ' 0 L' economia politica classica, dice Marx, spiega la formazione del capitale primitivo con uro episodio, che sarebbesi avverato a' primi tempi

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della creazione del mondo. C' era un a volta, Ola e passato gran tempo, una popolazione composla di due specie d' uomini d' indole affatto opposta; i primi noneuranti de l domani, seialaquatori ed im· provvidi, i secondi economi e previd enti. COSI ae· cadde che gli uni divennero in breve dei misera· bili e gli altri dei Cresi, e che questi si proeaccia. rono inoltre le benedizioni dei primi acqui tandone iI lavoro senza requie a prezzo di una misera Oler· cede. La storia del peccato originale ci insegna come l' uomo sia stato condannato da Dio a gua · dagnarsi la ,'ita col sudore della sua fronte. Ma b storia del peccato economico colma un a lacuna deplorevole del biblico raceonto, dimostrandoci come una parte dell' umanita sia pervenub ad esi· mersi dalla condanna divina ed a procaceiarsi il pane ed iI companatieo col sudore della fronte altrui. Disgraziatamente, soggiu n ge Marx, la storia, eoscienziosamente interrogat., dimostra come il capitale primitivo sia sorlo eon mezzi ben diversi e tutto tranne che idilliei. Ancora alla fine del secolo XV vive in In ghilterra una gente di piccoli proprietarj di fatto, benehe giuridicamenle soggetli ad un canone irrisorio in pro dei signari eminenti del suolo. ,\ la l' incremenfo della domanda di lana, conseguente allo espandersi dei lanificj fiamminghi, e di carne, conseguenle all' accre cersi della popo· lazione, sollecila i proprietari eminenti del suolo a distruggere un sistema agrario, ehe riduec le loro rendite al nulla. AlIora i Iiberi eoltivatori ven· gono espulsi brutalmente dal campo, che i loro

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antenati fecondarono colla fatica secolare, e surro · gati da un pastore e un armento; e queste torme di espropriati si affollano alle cilla, ove offrono le loro braccia per una mercede purchessia. Quivi essi si illlballono in una frotta di usu raj, commer. cianti, proprietarj di case, arlieri arricchiti, specu. latori forlunati, e nei loro proprj espropriatori, che son venuti accumulando per fas el lIefas de' ri· sparmj, l11a seno fin qui impossibilit ati a sfruttarli dai vincolismi dell' economia corporativa. Costoro accolgono siccome dono del cielo le affluenti torme proletarie e senza indugio le adibisconQ all' opera quolidiana nelle manifallure nascenti. L' industria capitalista moderna emerge dunque da una spa · ventosa espropriazione della popolazione lavora. trice, che trasfo rma le cont adinanze indipendenti in torme miserande e fameliche. Ma la nemesi storica allende questa societa nata dal furt o; e Marx ne predice la lugubre fine colle fatidiche parole: I'ora della pro prieta capitalista suonera; gli espro· priatori saranno espropriati. Questo processo si cOlllpie per le stesse for ze immanenti al!' ingranaggio dell' economia capitalista. Quanto pil' invero questa si evolve, quanto piu si fa rabida la lolla internecina fra i singoli capitali, sempre pi" procede l' accrescilllento della ricchezza individuale dei superstiti, e la riduzione della loro falange, ma correlativamente s' ingrossa la turba lavoratrice e miserabil e, si fa piu vasta e profonda la sua abiezione e degradazione, e ad un tempo piu salda e compalla la sua coesione, disciplinata ed organizzata dai processi medesimi

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associanti iI lavo ro n ell a fab briea e nel latifo ndo. d un eerto islante, q uand o iI nu me ro d ei mastodonti eapitJlisti si e piu sen ti tame nte asso ttigli alo e la massa dei pro letarj sott' ess i b rul iea nti ha raggiunte piu smis urate dimensio ni ed e seesa all a pilo abietta miseria, riesee alfine agevole a qucs li di espropria re i poe hi usurpatori; e eosi all a espropriazione dell, massa da pa rte d i poehi b.ndi ti, che saluta l' alba dell' assetto economieo odic rn o, fara riseontro un processo di espropriaziolle di poehi signori da parte della massa proletaria segnaeolo trionfale ad un' aurora piiI serena e rinnovatrice. Tale, in brevi tratti, la te la dell' opera meravig liosa, la quale, eomunque voglia e debba giudi· earsi del valore delle sue dottrine. rimane pllr sempre uno fra i vertiei supremi, eui abb ia toeeato iI pensiero umano, lIno fra i monumenti indelebili della sua potenza ereatriee. - Perche essa anzituUo soggioga ed ammalia per l' ordine stupendo dell' esposizione, in eui non puo seernersi che u na sola ineoerenza, ed anche questa, come e p robabile, imposta dalle eondizioni abnormi dell' alltore. Alludiamo all' ultimo eapitolo, ehe corona la dipintura delle espropriazioni storiehe dei lavoratori eoll' esempio eloquente delle eolonie, e che do· vrebbe logieamente preeedere il penultimo, in eui si trae dalla storia dell' evento terribile I'oroseopo rivoluzionario; giaeehe probabilmente tale inver· ione e meditatamente eompiuta dall' autore, per non eolloeare al termine del libro, ove avrebbe piiI facilmente riehiamati gli sgua rdi della censura

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l' appello fatidico alla riyoluzione proletaria. - Ma astrazion lalta da questo parlicolare assai tenue, non si puó non ammirare la costruzione snella a guisa di piramide, iI procedere armonioso e fluente, che move dalle disquisizioni piu soltili sull' algebra del valore, si interna nel groviglio delle labbriche e del macchinismo produltore, si affonda nell' in· lerno delle officine e delle miniere, e nei coyi nelandi del pauperismo senza nome, per chiudersi alfine Ira le espropriazioni tragiche di un popolo dolorante. - Enorme capolavoro, in cui tutto e grande, tulto incomparabile e trasecolante; l' acu· tella dell' analisi, la grandiosa maesta dell' assieme, lo stile vibrante di affanno e di sdegno, sia che deplori le angoscie dei miseri, o f1agelli le turpi· tudini dei superbi, l' immensita della dotlrina ed iI crescendo della passione traboccante. - Prodi· gioso accordo degli inconciliabili, il quale, al pari delle misteriose creazioni della natura, associa in concepibilmente la simmelria reale all' apparente disordine, il frastaglio piu minuto alla sintesi mo· numen tale, la matematica alla storia, la stasi col moto, e si rivela in ogni sua fibra come il frulto di una conlarreazione arcana ed ultra-intelligibile fra un lavo ro sovrumano ed un soyrumano dolore. Nulla perlanto di pi¡' naturale e spiegabile che lo smisurato successo onde il libro e coronato, e che ha pochi riscontri nella storia delle produzioni intelleltuali. - Tradotlo in tutle le lingue, (recente· mente perfino in cinese) ayidamente letlo dai dotli come dagli statisti, dai reazionarj come dai ribelli, citato nei Parlamenti, come nei comizj plebei, dal

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perga mo e dalla t ribun a, uel tugurio e nella reggia, esso ricingc bentosto l' a uto re di una cel eb ritll co · smopolita e ue fa l' idolo del le s tirpi e dei celi pii, irreconciliabi li e o pposti. Mentre infatti l' ano nunzio f:ttidico del g lorioso avven to della pro prie ta collettiva aduna attorno a Marx tutte le plebi d' occideute, che lo sa lu tano vin di ce impera tore profeta del!' ascensione proletaria, nei paesi non per anco invasi dal capitalismo, come la Ru ssia , so no invece le c1assi borghesi ch e inn eggia no a l libro annunziatore della fatalita storica dell' e ra capitalista e della sua indeprecabile missione; cosicche l' idolo dei petrolieri occidentali diviene all' est rc mo oriente d' Europa il feticcio dei banchieri e dei fabbricanti. Appena pero, riavutasi dalla sorpresa intellet· tuale, la mente si rivolge al!' analisi spassionata delle singole dottrine con ten lile nell' opera, non tardan o ad appari rle in nitid a luc e le lac un e e i sofismi ond' essa e oHuscala, e che la critica si affretta a rilevare. Per vero a talune delle censure rivolte a ques!' opera non puo attribui rsi una soverchia importanza; ne puo anzitutto assegnarsi troppo grande rilievo agli assalti cento volte diretti contro le dimostrazion i statistiche in essa con te· nute. E verissimo: la tesi di Marx dell' accen tra· mento progressivo della ricchezza presso un numero decrescente di possessori e del co rre lativo immiserimento crescente delle plebi, non e con fermata, all' opposto smentita dalle statistiche pit, autorevoli del periodo a lui successivo; le quali rivela no che i redditieri maggiori s' accrescono pi¡' che

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proporzion alm e nte ai medj e minori, mentre si as· sottiglia iI num ero dei censiti pi\¡ bassi ad aumento di quelli immediatamente sov rastanti. E d' altronde, pe r ci b ch e conce rn e quest' ultimo fatto, é indu· bita to che iI sala rio é negli ultimi tempi cresciuto, cosl da valicare non soltanto la zona desolata del minim o necessario, preconizzata da Lassalle, ma anch e qu el li vello pur sempre miserabile, che si esprime d ai calcoli di Marx. Ma é perb da sog· g iun ge re che la tes i marxiana vllol profilare nulla pi\¡ che una tendenza, né percib pu b sfatarsi dalle flultuazi o ni pi\¡ o meno ragg llardevoli , che si producan o in alcuni istanti del tempo. D' altronde poi l' accentram en to delle fortune non si esprime sol· tanto nell a diminuzione della proporzione numerica fra i maggiori ed i minori redditieri, ma inoltre nella diminuita proporzione fra i cen siti e la popolazione e nel!' accrescime nto d ella divergenza fra i redditi di vario g rado. Ebbene le stat istiche pi\¡ autorevoli dimostra no un a diminuzione crescente nel rapporto Ira i proprietarj e la popolazione; mentre poi niuno pub nega re che la divergenza Ira i redditi é negli ultimi tempi eno rmem ente cresciuta; che l' accen· trame nto bancario e l' impero delle banche sull' in· dustria (Ionte di spereq ll azioni crescenti dei patrimonj) ha raggi un to neg li ultimi tempi intensita imprevedibi li d a llo stesso Marx; e che, succe ssiva· mente alla publicazione del Capitale ed alla Illorte del suo a uto re , la launa sociale si é arricchita di un animale economico dapprima inaudito, il miliardari o, esponente e rivelatore inoppugnabile di un accentramento ca pitalista che raggiun ge intensita

Cnrlo ,\tar.\".

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dapprima inaudite. Ben pi'l: successivamente aUa morte di Marx, I'accentramento agricolo cd industriale raggiunge dimensioni sproplls itatc, che egli mede si mo non era giu nto a presagire; e agli Stati Uniti, mentre un solo lalifondo abbraccia territorj pari ad intere provincie, i capitali industriali si r.ccolgono a milbrdi in pugno a poc he feder37ioni dispotiche e : 3 deUa intera popola7ione operaja son O impiegati in 1 :., deUe im prese totali. - Tutlo cib per quanto concerne iI vedice deUa piramide; Ola anche i fenomeni, che si producono aUa base non contraddicono poi cosi nettamente, come vuole afferrnarsi, alla concezione marxiana. Perche corre· lativamente alla innegabile elevazione del salario, che del resto negli ultimi tempi si arresta per far luogo a d un moto di reciso declivio, si ha un a elevazione di gran lunga superiore del reddito, e percib un peggioramento nella condizione relativa dei lavoratori; mentre si accresce fratlanto l' instabilita deU'impiego e si rende pi'l vasla e pi" spesso ricorrente la disoccupazione, fonte aUe classi operose di immiserimento e degradazio ne insanabili. ,\ Ia ad altre tesi di Marx si oppongono bentosto critiche ben altrimenti perentorie. Risalendo • ritroso il corso deUe sue dimostrazioni, e ponendo mente anzitutlo al SuD studio suJla .ccumulazione primitiva, non si nega che i fatli da lui narrati siano di una autenticita irrefragabile. emmeno si pub far rimprovero a ~Iarx di aver limitata la sua dimostrazione storica aUa sola In· ghilterra; poiche effetlivamente iI processo di espro·

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pri azione dei coltivatori si compie, in forma espli· cita O larvata, dovunque e dovunque schiude iI vareo al fo rmarsi della propriela capitalista. La RlIssia medesi ma, ch e lusingavasi di soltrars i alla legge universa le e di s fu ggire alla fatale espro· pr iazione de' suoi contadin i, la Russia che lo stesso Marx, quasi per un subito smarriJllento dello spirito, era sul punto di escludere dalla propria ge neralizzazione , viene lodevolmente a sommettersi all a norma universale e vede le sue contadi nanze indipendenti trasfo rm arsi in bande proletarie. No; ben altro e il vizio costituzionale d i questa parte dell' opera di Marx. Oli e che essa narra bensi l' episodio della espropriazione dei coltivatori, ma non chiarisce perche essa debba in ogni caso pro· dursi, non ricollega questo grande avvenimento stor ico all' impero di un a teoria economica univer· sa le. Ora, anche astrazion fatta dalla incon gruenza di un libro, essenzialmente fondato sulla dimostr Jzio ne log ica, che ad un tratto la tronca per appiglia rsi in vece all a dimostrazione sto rica e fattista, a niuno e lecito costrurre una ge neralizzazione teo rica slllla nuda narrazione de l fatlo brulale, senza che questo sia ricondotto alle cagioni general i, psicologiche e lo giche che lo provocarono; e ness un dubbio pertanto che la dimostrazione di Marx presenti a tale rig uardo una falla, che I1lllla sarebbe capace a colmare. Anche piu gravi cen su re si oppongono alla teo ria dell' amUlta illdllslriale di risen'a, in cui Marx vuol riass umere la legge di popol3zione del· l' era capitalista. Perche essa si regge tutla sulla

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premes,", che la cOllversione di capital e salario in capitale tecnico abbia davvero potenza di disoccupare perennemente i Invo ra tori, o di ridllrre deiiniti\'amcntc ta domand~ di la voro. Ebbcne tale prelllessa non regge; poiche il ca pital e tecnico, accrescendo illlllled iatamen te iI pro fitto del capi tale e deprezzand ·) de finitivament e il prodotlo, conscnte dapprima al capitalista che lo impiega e d efilllti,/amcnte al conslllllato re la possibilita di nllovi risparmj, he verranno infine rivolli a domallda di lavoro e con cio richiameranno tosto o tardi in servizio altivo gli opernj temporaneamente licenziati. Vano dunqlle ogni sfo rzo di attribllire al capitale tecnico la paternitit dell' eccesso di popola. zione relatil'o, ch' esso e in ogni caso impossente a creare e che e d' uopo in q uell a vece ricollegare alla presenza ed all' azione di una specie di ca pi tale ben diversa e dal Marx non contempla ta - iI capi13le improdutlivo. .\la codesle critiche, le qllali al pOStlltlO non feriscollo che qllalche episod io del siste ma, SO liO ancora ben picciola cosa, afro nte della contradizione ben altrimenti insanabile, in cui s'avvolge la Icoria fondamelltale dell' auto re. Infatli , dedllcendo potentemenk dalla propria premessa, che il "alore delle merci si commisura alla massa di la"oro in esse impiegato, Marx gillnge alla disli:lzione fondamelltale, e logicamente irreprensibile, fra capitale costtlflte e capitale ,'ariabile. Se invero il valore dei prodotti e esclllsivamente de!crminato dalla massa di lavoro in essi impiegato, evidentemente iI capi tal e investito in lIIacchine, o

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materie prime. non puo trasmetlere al prodotlo che un valore esattamente eguale alla quantita di lavo ro in esso contenuto, senza dare alcun ecce· dente, dunque e capitale costaate; ma in vece il ca pitale salarj lrasmetle nel prodotlo un valore egua le a tutla la quantita di lavoro, che esso mano tiene e pon e in moto , e che, come sappiarno, su· pera la quanti la di lavoro contenuta nel capitale stesso; ossia, oltre che riprodurre il proprio valore, da un eccedente, od un piit-valore, ossia dunque, e capilale variabile. Dunque il piit-valore si deve esclusivamente al capilale variabile e percio e esatlamente proporzionale alla quantita di questo capitale. Ma da cio deriva che di due imprese, le quali impi eghino un egual capitale complessivo, quella, che impiega una maggior proporzione di cap itale costante, deve dare un prolitto e un saggio d i pro litio minore dell' altra. 11 che non e sol tan to incompatibile colla libera conc orrenza Ira i capit al isti, che impone la eguaglianza del saggio . di prolitlo de i capitali investiti nelle varie imprese, lila provoca l' immedi ato abbandono delte imprese esigent i maggior proporzione di capitale costante ed i\ correlativo allollamento dell' a ltre; onde una elevazione di valore dei prod otti delle· prime imprese ed una diminuzione di valore dei prodotti de ll e seconde; e tale processo non ha termine, che quando il valore dei varj prod otli accordi un egual saggio di profitto al capital e illlpiega lo a produrli Dunque il valore, ove pu re si stabilisca in izial· mente alla misura ad eguata al lavoro, viene infine necessariamente a divergerne, pe r ista bilirsi ad un a

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Cario Marx.

", i, ura totalmente diversa. 11 che costitllisce la pe· re nto ri a negazione della tea rica, di che si ragio nn, o la sua riduzione al!' nssurdo.

Di qll esta contraddizione solenne, che s' erge cosi fo rmidabile all' esordio delle Slle investigazio ni , Marx ha fin dapprima \' intuito piu nitido e ce rto, ed a perlamellte la riconosce e proclama, rise rband one pero la risolllzione ai volllmi che seg nira nno. Giá inve ro all' indomani della publi· cazio ne del primo volume, ei consacrasi con aro dore al lavoro e pro fila all' amico il disegno inle· grale dell' o pera, in pag in e mo numelltali. E come Sant' Agosli llo si du ole ch e i doveri dell' episcopato gli soltraggano l' ore, ch' ei vorrebbe consacrate a scrive re iI libro, destinato a coronamento della Cilliz di Dio, co si Marx si rode pensando all' ore che ruba al suo lavo ro scientifico l' organizzazionc del partilo, ed e soltanto per soltrarsi a cod esti im pegni asso rb enti, che ei fa deliberare dal Con· gresso dell' Aj a del 1872 il trasferimento dell'llIler· naziol/ale a I uo va York . - Ma qui si aHaccia d' il1l provviso un plllltO I/wrlo nella biografia del nostro pensatore; qlli la sua vita ment ale, d' al!ronde cosi no rmale e si nitida, si oscura di repente e si ti nge d i mistero e di eni g ma. Mentre infalt i Marx a Herm a cosi decisamente e mostra inoltre col falto di volersi eHeltivamente consacrare al com pimento della sua o pera - e d' altra parte innegabile che dopo la pubblicazione del primo vo· lum e del Capitale eg li non ne scrive piu una sola linea, e ch e 11Itte le agg iunte postume aquel volu me sono compo ste anteriormente al 1867. Eppure

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Aclzille Laria

no n e a d ire che in qu esti a nni egli si adagi in un in e rte riposo ; c he a ppunto a qu est' ep oca egli scrive tutta la pa rte econo mi ca de l vo lum etto di Engels con tro Dühring , studi a il russo, compulsa le sta ti stiche ag rarie de' paesi piu va rj e le rela· zio ni degl i ispettori sul pa up erismo irl andese, rin· t raccia l' assctto dell a fa mig lia matria rcale, discu te sottilm e nte co ll ' Engels into rno all e teorie di Carey sull a re ndita e di Basti a t sul costo d i rip rod uzione, chia risce le inil uenze delle oscill azioni del valo re d ella moneta su l saggio d el profitto, abbozza pe ro fino un a teoria ma tema ti ca dei cieli commerciali; infine il suo pensi e ro e talme nte in ebull izione, che ad u n edito re, il qu ale gli chie de di pu bblicare le s ue ope re co m plete, rispond e : le mie opere ( oss ia q uell e ri flettenti il mio pe nsiero presen te ) non sono an co ra scri tte. Ma dell ' opera esse nziale d ella sua vita, dell' o pe ra ta nto acca rezzata e rim editata, non traspa re ora pi u sensi b il e traccia nel corso delle sue meditazioni. Onde no i assistiamo trasecolati e d o len ti a ll o sp ettacolo dell' e ro e a ff ievoli to, ch e si ri trae d a ll a a rena , mentre il suo vess illo, non pe r a nc o pro fo nd ato nel su olo, rim ane be rs aglio ai fa· cil i assalti degli a vversarj im bald a nzit i. A p rovoca re ta nto na ufragio inte ll ettuale ha nno co ntrib uito di certo le mala tti e e le sc iagure, ch e d a qu est' epoca impl aca bili irro mpo no sul nostro pensa to re. Invero il lavoro spas mo d ico, infli ttogli d a ll a co mposizio ne d el p rim o volume e da ll' o pera o rga nizza trice del proleta riato, ha nn o g raveme nte dete ri orata la sal ute di Ma rx ; ed orm ai gl i assalti del ca rbo nchio si avvicen dano in lui alle in fi a m-

Cario Marx. t1uzioni bro nch iali, aUa ma lattia di feg.lIo, ,lile do· glie al capo ed aUe rcni. Ind arno d c erca ri storo, in piu .\tll abili c1illli, a Ramsgate, a Ventn or, a • euenahr. n Carlsbad, poi ad AI ge ri , a Mont ec arlo, a \ 'evey ed in altri asili sonlllosi della terap ia co· s mopolita; che ogni cura si nttesta in e ffic ace, cosi da indurlo al fine a batter la via del ritorn o. Frattanto, nel 18 1, una g ravissillla sciagura lo colpi ce, la mone ddla fida com pagn a deUa sua vit". Ma aU' indomani de l suo ritorno aLondra, uel gc nn aio del \ 83, lo atiende una sciagura anche pi'l str:\ziante, la morte della bellissima figlia Jen ny, spos .• al Longuet, in pochi giorni spenta da crudo malore. Dal colpo tremendo Marx piu non riesce a riavcrsi; 13. sua fibra minab. resiste ancora, lila ormai infranta e disfatla cosi, da farlo apparirc nulla pi" che l' ombra di se s!esso; egli va contemplando COII angoscia attoni!a i ritratli delle due care perdute, i quali egli porta sempre con si! ed En¡¡els depor ra poi nella sua bara, se nza qua si prestare atlenzione al mondo che lo attornia ed aUo stesso tumulto social e di cui e l' ispiratore e I'origine; fin che il \-1 marzo del '83, alle 2 pome· ridiane, mentre sta assiso, come di con sueto, s ulla poltrona, i famigliari lo veggono reclinare la livida fronte sul petto per non risollevarla mai piu. Quel cerveUo titanico, che ha dato un nuovo mo ndo all' umanita, e ne ha spezzate per sempre le catene spirituali e materiali, ha cessato di vivere e di vi· brare. E, C ID che e piu doloroso, ha cessato di vive re traendo nella tomba la risoluzione del formidabile PRO'ILI.

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Achi/le Loria

enigllla, che i volghi, al pari dei meditanti, altendono dal SLlO genio e che niuno potra piu squarciare. ¡: ben vero che, poco prima di morire, egli addita all' amico i voluminosi manoscrilti, deftati in altri tempi sulla Critica dell' Economia Politica, soggiungendo che da quella congerie, ' ei potra pur cavar qualche cosa > . Ed e anche vero che, fido esecutore dei voleri del suo nume, l' Engels s' adopra con nobile zelo alla publicazione di quei manoscrilti. Ma ahime! quale delusione essi apprestano agli ammiratori del maestro! quale campagna di Russia, organizzata dai luogotenenti entusiasti ai danni di questo Napoleone del pensiero! Invero nel 1885, due anni dopo la morle di Marx, si pubblica per cura dell' Engels un cosiddelto 11.° volume del Capitale. Ma la redazione disordinata e inadorna, le lunghe disquisizioni teo· riche non mai suffragate da un appello ai fatti concreti, ed intersecate senza posa da ogni ma· niera di pentimenti e di strappi, dimostrano abba· stanza che non si ha dinanzi un libro, e nemmeno il suo abbozzo, bensi una serie di scritture vagan ti, composte a scopo di studio e di dilucidazione inte· riore. 11 libro, d' altronde, si riferisce tutto all' argo· mento freddo e contabile della circolazione del ca· pitale, o disserla sul capitale fisso e circolante, la formazione delle riserve metalliche, lo scambio Ira i prodotti di consumo ed il capitale tecnico ecc. Notevoli, ad ogni modo, le indagini volte a chiarire iI processo, merce cui si formano delle riserve metalliche stagnanti per un pil' o men breve periodo . - Se, dice Marx, una data merce richiede

Cario Alarx.

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3 prodursi sei mesi di lavoro, e p uo csser vcnd uta solo dopo due mesi dalla sua prod uzioll c, il ca pi · talisb, a prosegui re nella prod uzione d urante il periodo, in cui la merce rimane invend uta, ha d' uopo di IIn capitale addizionale, di cu i invc cc farebbe a meno se la vendita seguissc immetliata· mente alla produzio ne. Ma quando, al ter mine de l periodo di circolazione, il capi talista rien tra ill possesso del primo capitale il1lpiegato e lo realizza in moneta, esso no n ha d' uopo immediatamente di tutto questo capitale, bensl soltanto della quan· titi! necessaria a completare iI capitale addizio· nale, che ha investito, ossia di un capitale eguale alla differenza fra iI capitale primitivo ed iI capitale supplementare; quindi la parte eccedente ri· mane disponibile e va a formare ed accrescere le riserve monetarie. Le quali si formano inoltre, e per un processo analogo, a motivo del logoro delle macchine; poiche le porzioni di valore tra· smesse da queste al prodolto, e correlatil'e al loro logoro, vengono accantollate fino al g iorn o della distruzione completa delle macchine, o della loro necessaria reintegrazione. Cos¡ la divergenza fra il periodo di produzione e di scambio delle merci, e fra il periodo di reintegrazione economica e di reintegrazione tecnica delle macchine, da IlIogo alla formazione di riserve monetarie o ca pi fa liste, fonle a lor volta di anfrattuosita, O cOl1lplicazioni inferess3nti Ed a nche sul giro del capit ale si con· tengono in questo lib ro pagine magistrali, benche esuberanti e sconnesse. Ma nulla ad ogni modo, nel libro, che tocchi, o soltanfo acce nni a 11' indo

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vinello teorico lasciato in soluto dal primo volume. Soltanto nella prefazione dell' Engels, si annunzia la soluzione definitiva in un volume lIlteriore, e si bandisce nel fratlempo tra gli economisti una sorta di gara accademica, invitandoli a proporre a lor volta la desiata soluzione. Al bizzarro con corso partecipano infatti, con varia fortuna, Corrado Schmidt, Lande, Lexis, Skworzoff, Stiebeling, \Volt, Fireman, Lafargue, Soldi, Coletti, Graziadei, ed io stesso. - Ma al fine nel 1895 si pubblica iI terzo vo· lume, che deve rivelare agli impazienti la sospirata soluzione. E la sol uzione riducesi aquesta: t verissimo, dice Marx, che il valore commisurato al lavoro finisce per assegnare ai capitali, diversamente ripartiti fra capitale costante e variabile, un saggio di profitlo diverso, che e radicalmente incompatibile colla concorrenza. Ma e vero del pari che i pro· dotti non si vendono in effetlo al loro valore, bensl al loro prezzo di produzione, che e egllale a l capitale consumato, accresciuto del profitto al saggio ordinario sulla totalita del capitale impie· gato. Di certo: se consideriamo la massa dei pro· do!ti venduti, troviamo che iI loro prezzo totale e esattamente eguale al loro valore totale. Ma questo valore integrale non si riparte Ira i diversi prodotti in ragione della quantita di lavoro in essi impiegato, bensl in ragione minore o maggiore di questa, secondo che i prodoili stessi contengono una proporzione maggiore o minore della media Ira il capitale costante e iI totale; ossia i prodotli con· tenenti uroa proporzione di capitale costante supe·

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Ca rio Marx.

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riore alla media si vendono ad un prezzo superante il loro valore, affine di eliminare la defide nz:! di profitto, dovuta alla maggiore prevalenza de l ca pi. tale che non prod uce pit, - valore; ed , prodo!!i contenenti una proporzione di capit ale costa nte inferiore alla media si vendono ad un prezzo inferiore al loro valore, COSI da elimi nare la eccedenza di profitto dovuta alla prevalenza de l capi tale producente piu·valore; Illentre sollanto i prodotti contenenti la proporzione media del capitale co· stante al capitale totale si vendono ad un prezzo esattamente identico al loro valore . "'a si e tosto avvertito da tutti che questa cosiddetla soluzione e poco piu che un gioco di parole, o, a dir meglio, una mistificazione solenne. Quando invero gli economisti si adoprano a Iintracdare la legge del valore, essi intendono naturalmente riferirsi al valore, al quale le lIIerd eH (. tivamente si ,' endono, e non gia ud un valc/re fantastico, trascendente, che non si concreta, nc mai puo concretarsi nel fatto . - Sta llene che iI valore teorico, a cui la dotlrina economica giunge, non potra molle volle concretarsi esaltamente nel fatto, dacche vi si oppongono le an fratlll ositit ed i molleplid altriti della vita; sta bene perdo che di fronte alla rigidita del valore normale, costituente iI tipo del rapporto di scambio, debbano aversi le f1utluazioni piu volubili del valore coro rente. fila e inteso pero che nessun fatto logico debba opporsi alla effettuazione del valor normale, iI quale a 11' opposto dev' essere la derivazione logica necessaria dalle premesse economiche fondamen tali.

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Achi/l. Loría

Di un valore invece, che non so lo non si effeltua,

ma nOn puo mai logicamenle effetluarsi, l' econo·

mi sta non pub, né dee tener conto, o dee ravvisare in esso, anziché l' espressione di cib che iI valore é, la designazione di cib che il valore non e, nc pub essere mai, o la negazione di ogni co rre Ita e positiva teoria del valore. Orbene ques!o valore commisurato al lavoro, teorizzato da Marx, non C soltanto Iimitato o deviato nella sua effettuazione dai mutevoli incidenti della re alta , ma, secondo lo stesso Marx é costrelto a riconoscere, non pub mai logicamente e!fettuarsi. quanto che da luogo a risultati incompatibili col tomaconto piu elementare dei permutanti; dunque non é sol· tanto una astrazione avulsa dalla realta, ma é in· con::patibile con essa, non é soltanto una impossi· bil it" faltiva, ma eziandio e sopratutto una impos· si~!,lita lo gica, una entelechia irrazionale. Anziché dl,l¡que riuscire alla salvazione della minacciata doltrina, codesta sedicente soluzione le infligge il colpo di grazia, o la negazione categorica della Slla verita. - E chi oggi, dopo ave r lelto codesto tepo volume, ripercorra i capitoli iniziali del primo, prova una strana impressione, come chi al second' alto del Faust oda Valentino esaltar Margherita, dopo che la sera inn anzi, al quart' atto, l' ha vis!a da lui maledelta e sfregiata. Perché qual senso ha mai quella riduzione del valore al lavoro , cosi dogmaticamente a!fermata nel primo volume, di cui gia sappiamo che l' autore medesimo si appresta freddamente a far g ilto ? E qual mera· viglia, pert anto, se Marx ha esitato innanzi alla

publicazione dclla sedicente a lllodifesa, sc la sua mano tremo ~ lo spirito si stempro d' improvviso innanzi all' indeprecabi le sfacelo? Eppure, e malgrado tutto , il genio non si S1l1cntisce od oscura; ed anche questo volulll e conti e ne qua e la di quisizioni magistrali, che arricchisco no tuttora la scienza d i verita nuove e feconde. Mi basti ram mentare in proposito la teoria del declivio del saggio del profitto, non cerio inappuntab ilc, ma tuttavia geniale e profonda; e pi" la teoria della rendita assoluta, deduzione brillante ed aC1l1a della teoria marxiana del valore. Questa tcoria invero (lo vedemmo testé) riesce alla conclusione, che il valo re commisurato al lavoro con sen te un estraprofitto ai capitali producenti merci, le quati esigano una proporzione superiore alla media di capitale variabile. Ora, in condizioni di libera ~on­ correnza, un tale estraprofitto non puo durar e dev' essere necessariamente eliminato da una ,ri duzione del prezzo del prodotto al di sotto del suo valore. Ma quando la concorrenza non sia piena, nulla si oppone acché tale estraprofitto sia permanente. Ebbene i prodotti agrarj esigono per l' appunto una proporzione ipernormalc di capitale variabile, e per cio, ove si vendano al loro valore, dan no luogo ad un estraprofitto. ¡\la poiché la terra é un elemento monopolizzato, cosi codesto estraprofitto puo assegnarsi durevolmente al proprietario del terreno, senza che la concorrenza abbia virtl! di impedirlo. E cosi si forma una rendita fondiaria asso/uta, per contrapposto O in aggiu nta aUa rendita differenzia/e teorizzata

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Aclzillt Loria

da Ricardo; una rendita, la quale non e gia dovuta ad una divergenza del costo o del prodotto deBe varie terre, ne e appannaggio esclusivo deBe mi · glíori , ma si deve all' eccedenza del valore dei prodotti ag rarj sul loro prezZO' di produzione, ed e altribuzione gene rale deBa terra per se stessa, in qualita di elemento monopolizzato. E di questa rendita Marx indaga acutamente le molteplící spe· cíe, a se cond a che sia corrisposta in lavoro, in prodotti, o in den aro, e ne trae argomento a descrivere con sicura profondita di intuizione l' intreccio dei rapporti terrieri presso i diversi popolí del globo. Ne e questa d' altronde la sola gemma, di cui il libro si fregi; che son pure insigni le pa· gine su l capitale commerciale ed usurario, sul loro predominio dispotico precedentemente al regime capItalista e su l loro fatal e dissolversi successiva · m~"te al suo avvento. - Ma gia le pa gine estreme pa!= tradi re una indefinita stanchezza; ed e appena accen nata la maestosa evocazione teorica deBa lolta di e1asse , deBa sua ge nes i, de' suoi organi d' applicazione, che dovrebbe, nel disegno deB' autore, essere all' opera enorme monumentale coronamento. Cosi, per qu anto frammentariamente, e merce it soccorso di lu ogotenenti o di non sempre autorevoli alunni, la trattazione teorica, orgoglio e tormento del nostro profeta, giunge alfine a compimento. - Ma non si sara obliato che alla trato tazione positiva del suo soggelto Marx mette costan temente di fr onte una indagine storico·critica Jelle teorie de' precursori, la quale, nel piü maturo disegno deBa sua ope ra, dee succede re allo svol·

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Cario Marx.

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gimento delle suc do ttrine ed esse rne opporluno complemento. Rimane dunqu e a dare alla luce quest' ultima parle delle sue ricerche ed e a ppunto un tal compito che si assul11 e ed assolve coscien. ziosamenle (dopo la l110rle dell' Engels) CarIo Kautsky, colla publicazione della Sloria delle lcorie del phI-valore, avvcra tasi fra il 1905 e il 1910 (4 volumi). In sostanza, e com unque piaccia all' editore di farne un' opera a se, questo libro non e alt ra cosa che l' ultima parle de l Capilale, g iil ann unziata nella Prefazione al pri mo volume, e che dev' esserc per l' appunto consacrata alla storia della teoria. Marx vi persegue lo sviluppo della leoria del piu. \'alore attraverso i tre stadj essenziali: prericar. diano - ricardiano - e post-rica rdiano. Alla prima fase apparlengono le teorie della scuola fi sioc ratica, di cui Marx intuisce l' essenza COn prodigiosa acu tezza, raffigurandola quale il riflesso doftrinale degli interessi della classe ca pitalista ascendente, co~tretta a rappresentare mentitamente le proprie rivendicazioni econom iche siccome la logica espressione del tornaconto della classe fondiaria e feudale politicamente signoreggian te. Notevoli pure i commenti alle dottrine di Smith_ Nel secondo volume si assoggetta ad un a critica acuta il sistema di Ricardo ed in ispecie le sue teorie del valore e del profitto_ Infine nella terza parle si censu rano le teorie degli epigoni, quali Malthus, Senior, Stuarl Mifl, che segnano, secondo il nostro scrittore, l' indeprecabile tramonto defla scienza economica borghese ed il suo ormai fatale sfacelo. Perche e un concetto radicato nefla mente di Marx, e da cuí

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Achille Loria

egli non giun ge a divellersi , che l' an alisi teorica dei rapporti ca pitalisti ha raggiunta nelle pagi ne di Ricardo la piu compiuta ed adeq uata espressione, o la sintesi suprema ond' e ca pace; che ogni prog resso ulteriore della scienza economic a nella sua vecchia veste bor ghese e ormai impossibile, e ne e fatal e iI declivio attraverso le conlrall azion i e i pervertimenti ; e eh' essa non potra rin nova rsi e rinascere, se non qu ando iI tessuto sli brantes i dei rapporti eco nomici bor ghesi si sara co mple tame nte disfatto, per dar luogo ad una for ma soci ale definitiva e superiore. Un concetto qu esto, del quale appena e d' uopo porre in risalto iI so fi sma e l' aro bitrio fond amentali, ma che la pove rta, delici enza, e vanita insanabile della present e scienza eco nomica pajono disgrazi atamente rivestire ogni di meglio di un sembiante di ve rita. Cosi Marx, dopo avere, durante 20 ann i di sua vita, sbrigliati pel mondo i lucidi co rsieri, irro mpenti dalle sue cerebrazioni, giun ge per 27 anni ancora a lanciare Ira iI pubblico trasecolato i neri cavalli d' oltretomba. Ed ogg i, dopo che i fr utti della sua meditazione, sia pure a prezzo di coll aborazio ni, imperfezioni e lacune, son tutti nel dom in io della pu· blicita, e possibile alline misurare con un o sguardo d' assieme tutta la sua opera e dare un seren o giu · dizio del suo eminente valore. ¡nvero anch e la critica piu austera deve inchinarsi riverente inn anzi ad u na enorme produzione mental e, ch e ha pochi ri scontri nella storia del pensiero scientilico, e tutte le d iscipline chiama a raccolta per la causa eterna dell a rivendicazione umana. La critica pi u ineso rata dee

CarIo Marx.

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riconoscere a Marx il merito eccelso di aver introdotto pel primo in sociologia il concetto dclla evolllziolle. nella forma che sola e appropriata ni fenomeni cd agli istituti sociali; nOn gla dunqllc come una incessante e grad uale ascensione, all a maniera delineatn da Spen cer, Ol a come IIna vicendn di cicli secola ri, ritmica mente interrotti da esplosioni rivoluzionarie, alla maniera ch e Lyell ha prolilata rispetto alla evo luzione geologica e ai giorni nostri De Vries rispetto alla evo lu zione biologica. Con tale nozione, rigorosamente positiva e scientifica, Marx ha trionfalmente superata, cosi la scienza elassica, prigioniera della sua visione immobilista della societa, come la filosolia del diritto ed il socialismo idealista, fidenti nella poss i. bilitil di sommovere il mondo secondo gl i archetipi arbitrarj del meditante. Che se per tale riguardo I'opera di Marx appresta davvero un nuovo organo alla fitosofia della storia ed alla sociologia, egli ha d' altronde contribuito con non minore potenza ai progressi della scienza tecnologica merce le invesligazioni magistrali sulle fo rm e successive de llo stromento tecnico, o det macchinario produttore. Per questo, meglio ch e per altri riguardi, Marx si presta al paragone con Darwin. o puo davvero designarsi siccome il Darwin della tecnologia; poiche niuno meglio di lui ha saputo profondarsi nello sviluppo strutturate del macchinario industria le, ed ha seguito passo passo le formazioni ed elabora. zioni ascendenti della tecnica produttiva, aquel modo che Darwin ha fatto, con potenza mentale insupe rabile, rispetto alle evoluzioni d ella tecnica

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Achi/le Loria

animale, od agli apparati funzion ali de gli esscri organizzati. - Questa fisi ologia dell' industria, che e tutlo ra la parte meno studi ata e pregiata della fati ca scientifica di Marx, ne costiluisce forse il con tributo piu considerevole e piu duraturo. Ma sono inollre pur sempre notevolissime, e destinate a formar parte integrante del sapere economico mondial e, le anali si di Marx sulla moneta, sul credito, il gi ro del capitale, il pau perismo, l' accu· mulazion e primitiva, nonche le indagi ni storicocritiche sui c1 assici economisti inglesi, di clli egli rimane pur sempre - e senza venir meno a1l' ossequio pei tanti che si cimentarono onorevolmente nel difficile a rrin go - il pil' geniale e profondo chiosatore. Possenti e nobili contributi, che scri vono il di lui nome a letlere immortali nella storia del pensiero creatore. Ma se le sue ind agini sociologiche, storiche, tecn olo giche, monetarie, ba ncarie, e di statistica industri ale ed operajasono altretlanti giojelli intelletluali , di cui nessun elogio potra dirsi iperbolico, non e men vero che la sua tcoria eco nomica fondamentale e essenzialmente viziata e so· fistica, e che egli stesso si e incaricato di ridurla all' assurdo in guisa ormai irrefragabile. Onde si assiste aquesto bizzarro risultato: che Marx, il quale intendeva essere sopratutto un teorico dell' economia politica e solo sussidiariamente un filosofo della storia e della tecnologia, e riuscito bensi trionfalmente in qllesta parte sotlordinata de' suoi seo pi, ma all' intento fondamentale del suo pensiero ha invece completamente fallíto.

Cario Marx.

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¡ on si puu d' altronde naseondere che lo stesso disegno dell' ope ra ma rxiana, comunqu e lI1erav igli per la grandiosita miche langiolesca deIJ' assicJllc, non sodd isfa i piit rigidi cercatori dei metod i stret· tamente scientifici, e che egli sta per tal rig uardo e di molto al disotto dei gra ndi maestri della sc,cnza posiliva. Se invero e mirabile e enorme quest' UOIllO, il quale riesee a con tene rc tutto un mondo fra le pieghe di un semp liciss im o principio iniziale, e la cui vita non e piu che lo sviluppo di una equazione, che egli ha posta agli esordi - quanto piu onesto, píit leale, piu scie ntifico il procedere dí Darwin, iJ quale non pone principj aprioristici, ma accoglie senza preconcetli i fenomeni nell' ordine di complessita progressiva che la "ita stessa gli affaccia! Che dapprima indaga la formazione naturale degli esseri organizzati, poi del massimo fra quesli, ed infine ne rintraccia la formazione artificiale? E quanto cod esto processo, che seconda la natnra e la riflelte, appar pii, ríspettabiJe, piu probo, piu schieltamente scientifico dell' altro, che il vero manipola e forza al raggiungimento degli ascosi suoi fini? on v' ha, dopo ciD, ragione a sorpre ndersi se altorno all' enorme colosso la critica si scateni irruente, e se all' indomani d ella lIltimazione dell' opera di Marx i cieli de' due emisferi echeggi no di strida incomposte proclamanti la crisi, od anche iI fallimento del marxismo. Ma ci D che non e altreUanto spiegabile, o rivela a b bastanza tllUa la immaturitil della scienza econom ica, come del socialismo contemporaneo, e che la critica non abbia

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Acltille Loria

quasi punto ferito il lato debol e del sistema, bensi ne col pisca unicamente le parti meglio agguerrite o men fragili. Infatli le correnti scientifiche e 50cialiste, che si formano in antitesi, parziale o totale, al marxi smo, rispetlano con istrana riverenza la sua teoria del valore, o non ardiscono scoterla; e conv e rgono invece tutti i proprj sforzi su ll e teorie statistiche e sto riche, che ne sano deduzione e complemento. [ critici del marxismo si scindono a tale ri guardo in due g ruppi fondamentali. Da un lato v' ha la scuola riformista, o revisio/lista, la quale rispetta e ripete bensi come yero indiscutibile la teoria del valore del maestro, ma ne critica le teorie dell' immiserimento crescente e delI'accentramento delle fortune e sopratutlo la visione catastrofica della rivo luzione proletaria. Codesta scuola afferma - e con ciD pensa di alteggiarsi in contrasto a Marx - che l' atlendere il millennio dalla rivoluziolle sociale e vana utopia; che d' al· tronde quella riduzione progressiva nel numero dei ricchi, accompagnata dall' accrescersi incessante delle falangi proletarie viepiu sempre immiserite, che dovrebbe, nella visione di Marx, apprestare l' ap· parato distruttore dell ' odierna economia, e rinne· gata dall' odierna e piu democratica tendenza della riparlizione del prodotlo ; e ch e per ciD iI socialismo dee tendere al trionfo delle proprie finalita risolutive, col mezzo meno violento, ma ben piil sicuramente efficace, della legislazione sociale, o delle riforme perequatrici. Ora, lasciando di ripetere quanto g ia dicemmo, che la dinamica marxiana della distribu· zione della ricchezza non e poi casi completamente

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Ca rio Marx.

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rinnegata dai fatti co ntem po ranei, come piace ni critici d i sentenziare, vogliam qui solo osservare che l' esallazione della riforma e d ella legis lazione social e lIon puo in alcun modo co ntrapporsi alla dottrina, od all' opera di Ma rx, la qu ale al con · trario pone per la prima volla in risa llo iI valore e min ent e della legislazione sociale e ne chiarisce in ca pitoli c1assici le piu me morabili manifestazioni. Pe r tale rig uardo dunque il revisionismo, o rifo rmism o, lungi dall' essere una negazio ne, od una correzio ne del marx ismo , ne e una ap plicazio ne specific a, od una effettuazione parziale; quanto che pone in luce uno fra i lati molleplici di quel po· Ii ed ro mera viglioso ed ha iI merito di dargli es pli · cazione e sviluppo. Ma esso ha pero il g rave torto d i vole r surrogare alla bella e complessa molle· pli ci til d el siste ma marxista, l' unilateralita di questo so lo suo aspetto; e di non vede re che le riforme legis lative, al certo desiderabili ed allame nte oppor· tun e, ma sempre circoscrilte da ll' opposizione pre· potente dei ce ti privilegia ti, non potranno mai trasce ndere l' attenuazione di qualche as pe rit a piu irritante, ne per cio avranno virtu di preservare un assetto economico viepiu sem pre squili brato dalla fatalita inco mbente di un cataclisma distruttore. Se la scuola riformista mutila cosl violentemente iI Ma rxismo, riducendo tutio iI Capilale ai parag ra fi esallanti la legislazione sociale, una mutilazione anche piu cruda infligge al sistema marxiano la scuo la sindacalista; la quale strappa dal Capitale un a sola pagina, e ne fa l' alfa e l' omega del proprio credo rivoluzionario. - Marx invero, al

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Ac/¡il/e Loria

31.° Capitolo del Capitale, fa appello esplicifamente alla violellza, questa levatrice d' ogni societil in gestazione; ma lo fa solo dopo ayer ampiamente dimostrato come la rivoluzione sociale non sia effettuabile se non al termine di un lento e diuturno processo evolutivo, che decompone intima· mente l' assetto economico e ne appresfa la fatale immissio ne in un assetto superiore. - Ora in vece il silldacalismo passa senz' altro la sp ugna su tutta questa dimostrazione ed afferma ch e la massa proletaria pub ad ogni istante da r di piglio all' azione, o distruggere colla violenza l' assetto eco· nomico vigente, senz' uo po di tener gli occ hi fissi all' orologio della storia per vedere se queslo segni davvero l' ora funebre del presente assetto so ci ale. Ma l' assurditil di codesla tesi non ha d' uopo di prova, che la stessa scuola ch e la pro· clama si assume iI compito di clamorosamente smentirla. Se infatti, come affermano i nuovi vio· lenti, le masse proletarie possono ad ogni istante annienlare il vigente assetto eco no mico, perche dunque esse non insorgono contro iI capitalismo imperversante e non gli surrogano iI colletfivismo vagheggi alo? Perche invece, dopo ta nto tumulto di organizzazioni, di declamazioni e delirj, a null' altro esse sanno approdare che a spostare qual. che binario, od a spezza re qualche fan ale? Non s' ha in questo falto stesso la dimoslrazione piu evidente, che la violenza non e effeltuabile ad ogni istante del lempo, ma solo in quell' ora dell a storia, in cui l' evoluzione slessa prepara iI tracollo irreparabile dell' assetfo .economico imperante?

CarIo Marx.

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Cosi, per quanto si faccia, se mpre apparc ch c le velleita dei discepoli, invocanti la rinn o vazio nc arbitrarla dell' assetto sociale dalla legge o dalla violenza, si inf rangono contro le fatalitil irrcduttibili dell' evoluzio ne ; e che il riformismo ed il sin· dacalismo son nulla piu che caricature, cOlltraffa· zioni, od esagerazion i della poliedrica ed equili. brata teoria del maestro, procedente sulla tripli cc linea della legislazione sociale, dell'azione operaja federativa, e della rivoluzione. Di fronte aqueste varie forme del neo·marxismo, fmtto della mutila· zione e dell' esclusivismo unilatere, Marx redivivo ripeterebbe con pieno diritto il suo motto, cosi ricco di pensiero e d i verita: lo 1I01l SOliO marxista; e comunque possano essere piu o meno risonanti i loro successi fra le turbe o fra i dot!i, puo con sicurezza presagi rsi ch e esse non varranno mai a soppiantare definitivamente il sistema marxiano, il quale rimane e rimarra, malgrado tutto e contro tutto, il supremo ed insuperabile sfo rzo di teorizo zazione ed orga nizzazione dell' assa lto prol etario contro la rocca secola re della propri eta. Assai meglio d' al tron de che dalla critica cellulare delle teoriche, o dal contrasto cogli indirizzi dissi· den ti, tutto il valore dell' opera marxiana appare nella piu nitida luce, non appena si contrapponga l' assetto del pensiero economico e della organ izza· zione proletaria precedentemente e su ccessivamente alla apparizione dell' opera stessa. Se invero osser· viamo quali si ano le enunciazioni del pensie ro umano su questa materia verso la meta del seco lo passato, troviamo che presso i pi¡, domina la 110P JtOfILl, CarIo Marx. s.

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Aclzil/. Loria

zione categorica della immobilita dell' assetto so· cial e, mentre solo pochi utopisti ritengono di po· terlo mutare merce uno scatto legislativo ispirato dalle loro individuali preconcezioni. Ma e, ad ogni modo, convinzione a tutti comune, agli immobilisti come ai rivoluzionarj, che il pauperismo delle Ill asse sia un detrito negativo e dolente del sistema economico, o ne rappresenti la sofferenza ed il rassegnato dolore, senza esercitare alcuna funzi one propulsiva del moto sociale. E in sostanza la nozione che emerge dai Miserabili di Victor Hugo, che la poverta sia una immensa e scorata :mgoscia, di cui non sa vedersi il colpevole , un masso immane ed irreparabile incombente sull' umanita sciag urata , la quale n u 11' altro puo che accompagnarne l' orrore colle querele e le lacrime. Ma quanto la nozione vigente a' dl nostri su tutto questo soggetto e diversa, anzi decisamente contrapposta! Non solo infatti e omai convinzione radicata in ciascuno spirito pensante, che l' assetto economico vigente e travolto in una mutazione senza posa, che lo trascina ad una fatale negazione, ma e opinione omai certa che di questa negazione l' artefice, il demiurgo, il piu possente creatore e per l' appunto l' insofferenza, l' irrequietudine, la ribellione delle c1assi proletarie conculcate dall' ingranaggio capitalista ed anelanti ad infrangerlo. E sopratutto in questa visione dell' officio dinamogeno del pauperismo, che e riposto il lineamento caratteristico dell' idea sociale del nostro tempo, o cio che la contrappone nella guisa piu categorica aquella del passato. - A quel modo che la setta cristiana,

Cario Marx.

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raffigurata da Gibbon come una mera efflorescenza patologica, ge rmogliata sull' orlo della societa latina, :lppare alla scienza meglio 'agguerritn del nostro tempo come il pil' poderoso disso lvcnle della compagine imperiale ed il fermento di una vita nuova e superiore, cosl le torme proletarie, raffignrate dalla scienza e dall' arte del passato come un' appendice aceasc iata e lacrimosa del mondo I!conomico borghese, appajono invece alla scienza contemporanea iI piu vigoroso disintegra. IOn: della sua compagine secolare, iI propulsorc irresistibile ad una forma di con vi venza piu alta e piü equilibrata. Ed in correlazione a cio, mentre i proletarj d'allri tempi contemplavano con occhio torvo dai loro tugurj la costellazione capitalista roteante alla vetla lumino a, o si limita vano ad imprecare in segreto contro la d..erelitla lor sorte, oggi le turbe lavoratrici dei due mondi si lanciano in compatte falangi alla conquista di una nuova umanita e d' una nuova vita. Cosl dov' era la im· mobilíta atavica e oggidl l' irruenza ed il moto; ovo era la rassegnazione scorata e la rivendicazione ribelle; ov' era la scissura inesorabile fra la palin. gene i sociale, innocuo delirio di pochi sofi o veg· genti, ed iI morlo gregge dei miseri, oggi i miseri stessi si son fatli gli artefici, gli araldi, i pionieri deHa indeprecabile ascesa umana verso un asselto piü giusto e superiore. - Ebbene, tulto questo nuovo mondo morale e social e, inaudito ai noslri maggiori, gloria e tormento deHa scienza, deHa societa, deHa vila conlemporanea, tullo queslo immanc tumulto di idee, di falti, di rivendicazioni, di aggres-

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Ac/ziUe Loria

sioni, di lacerazioni, di riaggregazioni innovatrici, tutto questo sortilegio ineilabile e l' opera di un uomo, di un sapiente, di un martire, tut!o cio dobb iamo a Karl Marx, tulto cio misura, concreta, materia il suo valore enorme e la onnipossente va· stita dell' opera sua. E per cio, la scienza potra bene a suo Iibito e con pieno dirit!o sbizzarrirsi contro le lacune del SUD sistema dottrinale; la vita ben potra infliggere alle sue visioni teoriche le pi\¡ decise smentite, e la storia far germogliare sul proprio percorso forme da lui non sognate; ma Ilulla potra mai balzarlo dal trono al quale e assurto , o contendergli la sovranita che gli compete sui grandi artefici del progresso civile. Acclamato o perseguito, suffragato o rinnegato dalla vita o dal verbo, dalla storia o dalla ragione, egli e e rimarra in ogni tempo l' imperatore delle anime, il Prometeo destinato a guidare la gente umana verso iI porto luminoso che l' altende e che, in un giorno, non - forse - smisuratamente lontano, la accogliera nell a sua pace. E il g iorno Yerra. - Ed in quel giorno, in cui l' ala edace del tempo avra consunte le statue dei santi e dei g uerrieri, l' umanita rinnovellata erigerit all' artefice delle demolizioni fatali, sulla s pond a del SUD Reno nativo, un gigantesco mau· soleo, raffigurante il proletario spezzante le proprie caten e ed assorgente ai fasti di una liberta consapevole e degna. E la verranno i popoli rigenerati, recando iI fiore della memoria e della gratitudine al Grande, che Ira i dolorí, le umiliazioni, le privazion i senza nome, combalte senza posa ne tregua

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Cario Marx.

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pel seeolare riseatto. E le madri, additando ai gio\'anetti la tormentata e suggestiva figura, d iranno con voee tremula di cmo1.io ne e di eSllltan1.a: mirate da quali teneb re e ernersa qllesla nostra Inee, da qllante lagrime e germoglia to questo lI ost ro gioire; mírate, ed ado rat c riverenti colui, che ha

lollato, che ha patito, ehe é morto per la SlIprcma RedclI1.iotlc.

~,'-

Ac/li/le Loria, Carla Marx.

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BIBLJOORAFIA

Impossibile dare, anche in isco rcio, un elenco delle opere innumerevoli, pubblicate in tutti i paesi del mon do. all' intento di iIlustrare, cornmentare, o combatie re il si. stema di Marx. Mi basti rinviare il leUare al mio libro:

Marx e la Sua doflriua (p. lermo, S'DdroD, 1902) ed ni

successiv i articoli:

L ' u/lima parola di CarIo A1ar:c, c: Nu ova Antología

I

1. o febbr.io 1909;

Ne/ retroscena della g lor ia c;

Nuova Antología

Jo ,

L' epistolario di C. Alarx,

16 marzo 1914;

ripubblicati Del 11 volu me del mio libro: Verso la giu. stizia socia/e, Milano, Societa Editrice Li braria, 1915. Si pub vedere ancora, oItre agli scritli sem pre brillaoli e suggestivi del Somb.rt: Mi chal., Sloria del Marxismo in l/atia, Roma, 1910. Hammacker, Das philosophisch-oekonomiscllt S)'stem des

A1arxismus, Leipzig, 1902.

Bohm - Bawerk, Zam Abschluss des Marx' ise/u" S)'sttllls

(Festgaben [ür KDies, 1896 ).

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CL ASSICI DEL RIDERE Abbonam ontl a 12 volum l L. 20 . -

Edlz.lono rara L. 50 .

I ,'olumi dtlla tdiziont rara, imprtss; su rnrta di jilo, r¡¡tgnl; in mlla pt'lIt. con In xi/agrafia di A. DI! Karolis rilJrodottn n flloco. cos/nno 3 /in otlre iI prcno rlclla tdiziont comllll(,

Sono pubblicati: 1. G. BOCC80cl , 11 Duamuonc (Oio mnta 1), a curll di E. COl' uní con xilogra fi e del Mnnte:l1i , L. 2.

'l. Patronlo Arbitro , 11 SalJ'ricon.

Versi one di U. Lil1l en lnni. Suoada tdiziont con xilognfie del Bllrbieri, L. 3,50. 3. S. Do Ma ls tre , 1 "ioU; in rasa. Versione di S. Spavcntu Fítippi disegni del Mussino, L. 2. 4. A. Flrenzuols, No,·tUt, 11 cura di G. LIPrAR1NI con discgni di Oiustin dl1 Budillra, L. 2. 5. l. F. Oo nl, Scrifti ,-arii, 11 cura di f. PAL..\ZZI con xii. del Mantelli, lo :1. 6. Eroda, I mimi. V~rsione di O. Srrrl COII xilogf3.fi~ del roni, L. 2. 7. C. Po r ta, Anlolozia, a cura di A. Momigli:lno con disegni del S:ah'ildori, L. 2. S. G. Swlft, I l'iaggi di Oullú·u. Prima versione Integnle ita~ liana di ALOO VALO R I con omamenti del Sacchetti, L. 3,50. 9. G. Rajberll , L' Arte di COIU,ilan. a cura di G. Natali con disegni del Mauoni. L. 2,50. 10. G. Boecaccl, 11 Duanurone t ll , con xii. del Oovernato L. 2. 11. lu clano, Timon(; Iroromtnippo; Dialogld d.tllt cortigiallt. "crsione di E. BOORI;H.O con xiI. de l .\\Ilntelti, L. 2. 12. C. de S ergerac, /l ptdanlt gabbalo td allri scr;//; comicio Versione di U. f'RACCUl.\. con disegni deU' Oppo, L. 2. 13. G. Boeeaeel, 11 Duamerone ( 11I ), con xiI. del Sensani, L. 2. 14. C. Tllller. Mio zio BM;am;no. Prima versione ¡nteg. it. d i M. BoNTPI'nLLI con xil. del Scnsani. L. 2,SO. 15. Margherlta d i Nanr ra, L' Htptamlron. Prima \'ers. ita!. di F. PICCO coUe indsioni del Freudenberg. L. 3,50. 16. N. Maehlanllf, LA ltfandragola, la Cliz;o, Bellagor. A cura di V. 05UCO con disegni del Magrini. L. 2. 17. O. Wllde, 11 lantasma d; Canltrvillt, il dLüllo di Lord Sna,ilt Prima verso ¡tal. di O. VA.'",ICOU. con dis. del '\\auonl L. 2. 18. G. Boeeaeel, 11 Duamtrone ( IV ' , con xii. del Del Neri. L. 2. 19. C. Tllller, BtI/JJpianla t Comelio. Prima verso integro ilat. di D. P ROVL"iZAL con xiI. del Sensani. L. 2,50. 20. G. Boeeacel, 11 Duamtront V" con XII. del Gunnicri. L. 2.

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A . Z ERBOCLlO - Cesare Lombroso. 2 1. A. FA VARO • Archimede. 22. A. OALl.ETT1· Otro/amo Savonaro/a 23. Q . S WRiTA.."I'T · A/essandro ("lurio. 24 . A. M r.

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