informaticamente
Salve, sono qui per raccontarvi un fatto su facebook. Ho conosciuto un ragazzo che all’inizio era un buon amico per me, poi ha iniziato a raccontare che sono falsa mettendomi tutti gli altri amici virtuali contro, per diffamarmi solo
Facebook & Cyberstalking perché io non lo amo. Ora mi cita ogni cosa e dice che me la vuole fare pagare, io ho paura... ho solo 16 anni lui 17! Questo è il testo di una delle tante mail che per professione raccogliamo, con avvocati e psicologi. L’immediatezza dei social networks e dei pensieri che viaggiano in rete è ormai un dato di fatto che possiamo riscontrare tutti. Sovente accade, infatti, che persone, sicuramente poco assennate, trasmettano impulsivamente ogni tipo di messaggio anche molesto attraverso le bacheche dei social networks. Altro esempio raccolto è il comportamento tenuto recentemente da un giovane abbandonato dalla propria ragazza. Il ragazzo, dando sfogo al suo istinto primordiale di
uomo ferito, ha pensato bene di molestare l’ex compagna non solo mediante telefonate e sms ma anche attraverso Facebook. Proprio tramite Facebook aveva trasmesso all’ex compagna e al nuovo compagno di lei un filmato che ritraeva la coppia, ormai naufragata, in atteggiamenti palesemente spinti. Questi fenomeni sono riconducibili al così detto “stalking”, ovvero alla diffamazione o ad altri comportamenti, che poiché coinvolgono in modo particolare il pubblico femminile, non sono propriamente da “gentiluomini” . Statisticamente, però, si sa che sono anche le donne a farlo. Un problema, quindi, senza distinzione di sesso, ma sicuramente facilitato enormemente dalla gran massa d’informazioni che sono inserite in FB. È per questo particolare informatico che la messaggistica istantanea su Facebook e la smaterializzazione anche dei sentimenti e/o risentimenti possono facilmente integrare fattispecie di reato come quello di cyber-stalking. Come comportarsi in situazioni del genere? Se si pensa di essere vittima di stalking in veste cibernetica, è opportuno rivolgersi alle Forze dell’Ordine, nel caso specifico alla Polizia Postale, rappresentando in maniera minuziosa come si concretizza il comportamento dello stalker, cioè dell’autore dello stalking; e quali sono le paure che si provano nel subirlo. Lo stalking è un reato punibile dalla legge, in tal caso, ove ne ricorrano gli estremi, si potrà sporgere querela nei confronti del persecutore. Prima della querela, tuttavia, potrà anche essere avviato un procedimento di richiesta di ammonimento dello stalker, rivolgendosi al Questore. Attenzione però a essere sicuri che ci siano i presupposti per effettuare una denuncia per stalking, prendendo con molta serietà la faccenda e non agendo per scopi di vendetta. Non sempre è bene prendere troppo sul serio se un ex fidanzato fa qualche telefonata in più, meglio aspettare che passi più tempo e che magari la situazione
peggiori prima di agire. Se le molestie sono di tipo telefonico, meglio non cambiare subito numero ma richiedere una seconda linea, lasciando che il molestatore continui a chiamare su quella vecchia per poi, gradualmente, rispondere sempre meno e passare definitivamente al nuovo numero. Sono importanti anche le chiamate mute. Per consentire l’attivazione del sistema di registrazione dei tabulati telefonici, infatti, è necessario rispondere e restare in linea per alcuni secondi (quindi non riagganciare mai subito dopo aver alzato la cornetta). Come sporgere denuncia qualora si decidesse di farlo? L’importante è conservare tutti i messaggi, email o sms ricevuti dallo stalker che abbiano toni minacciosi, registrare le telefonate e appuntare gli appostamenti in modo che siano verificabili. Poi, con i dati personali del persecutore, ci si può recare in un ufficio di polizia. Facebook favorisce il fenomeno dello stalking? Come già affermato in altre circostanze, si sarebbe portati a pensare che FB sia un fenomeno totalmente negativo, ma probabilmente così non è: è uno strumento, e come tale non è mai negativo in sé e per sé, ma lo diventa per l’uso che se ne può fare.
a cura di Vittorio D’Aversa La Digital Forensics (informatica forense), è la mia specializzazione professionale e giornalistica. Si occupa dell’identificazione, della conservazione, dell’analisi e della documentazione dei reperti informatici al fine di presentare prove digitali valide in procedimenti civili e penali. Scrivo per raccontare ai non esperti di sicurezza informatica come provare a difendersi dagli attacchi digitali. L’obiettivo è diffondere la cultura della condivisione rispettando le regole della convivenza civile. Se vuoi rivolgere domande al nostro esperto scrivici :
[email protected]
pagina 27