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Radiotechnica RRR Giant FS-100N Dallo stabilimento industriale della Radiotechnica di Riga, in Lettonia, ora parte dell'Unione Europea, un sistema di altoparlanti con tanta sostanza in relazione al prezzo.

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ltre venti anni fa andai a Mosca per una consulenza, chiamato nientedimeno che dal ministero della ricerca russo, per valutare la fattibilità di una produzione in Russia, ma con soldi italiani, di un diffusore elettrostatico. Erano i tempi in cui si avevano delle agevolazioni notevoli se si investiva in quel paese e c’era tutto un fiorire di proposte che venivano comunque attentamente vagliate. Erano anche i tempi del primo Michail Gorbaciov e la parola “perestrojka” iniziava a serpeggiare tra gli abitanti di Mosca come un qualcosa tanto nuovo quanto poco credibile. Visitando i sotterranei del ministero non potei fare a meno di notare quanto enorme fosse la ricerca in molti settori dell’elettronica civile e nel consumer. Versioni particolari del Dolby per un sistema multicanale ancora di là da venire, sviluppi di trombe per altoparlanti da cinema ed altoparlanti con magneti in alnico così potenti da doverci fare attenzione. Ma soprattutto idee. Idee originali, dettate da passione ed impegno notevolissimi. Il diffusore elettrostatico, appena feci rimuovere tra lo stupore generale l’equalizzatore ADC occultato dietro una tenda e tradito ingenuamente dai cavi di mandata e ritorno segnale, suonava in maniera spettacolare, alimentato da un amplificatore valvolare di rara bellezza e col trasformatore di uscita che pilotava direttamente le armature delle celle elettrostatiche. Ho sempre conservato un grande rispetto per lo studio e la ricerca degli

RADIOTECHNICA RRR GIANT FS-100N Sistema di altoparlanti Costruttore: VEF Radiotechnica RRR, Riga, Lettonia Distributore per l’Italia: HI-FI Direct sas, Via Leonardo Da Vinci, Segrate (MI). Tel. 02 89919071 - Fax 02 39293861 [email protected] Prezzo: Euro 1.338,00 la coppia nero o bianco laccato; Euro 1.418,00 la coppia finito in mogano laccato CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

Tipo: bass reflex da stand. Potenza consigliata: 30-300 watt rms. Sensibilità: 91 dB con 2,83 V ad 1 metro. Risposta in frequenza: 30-25.000 Hz. Impedenza: 4 ohm. Numero delle vie: 3-5 altoparlanti. Tweeter: cupola da 25 millimetri. Midrange: 2 da 127 mm. Woofer: 2 da 200 mm. Dimensioni (LxAxP): 310x1.230x430 mm. Peso: 49,5 kg. Finitura: nero laccato, mogano laccato 54

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Radiotechnica RRR Giant FS-100N camera anecoica di dimensioni enormi ed una sala riverberante altrettanto ben dimensionata, oltre ovviamente alle sale di verniciatura e quelle di trattamento dei materiali, compresa la produzione di altoparlanti e di circuiti stampati anche per conto terzi. Insomma, stiamo parlando di un costruttore che non è nato ieri sera e che ha un nome, una storia ed un grosso bagaglio di esperienza sulle spalle.

La costruzione

La sostanziosa vaschetta portacontatti. Notiamo i quattro connettori di generose dimensioni ponticellati per il doppio cablaggio.

ingegneri di quella nazione, che certamente hanno lavorato in condizioni più difficili delle nostre, pur con i finanziamenti del ministero russo che però in cambio pretendeva di non usare computer e strumenti di misura americani. Meno male che la Brüel&Kjaer, danese, aveva potuto fornire gli adeguati strumenti di verifica acustica! La storia della VEF Radiotechnica RRR è lunga e articolata, con la fondazione alla fine degli anni Venti e la produzione che serviva l’elettronica civile e di consumo dell’intera Unione Sovietica. Si parla ovviamente in via minoritaria di ri-

produzione ad alta fedeltà, ma fu questo marchio ad equipaggiare praticamente qualunque apparato che facesse uso di un altoparlante o di un sistema di ricezione radio. Dopo che la Lettonia si è resa indipendente i due brand, quello delle elettroniche e quello dell’elettroacustica, si sono specializzati, con la VEF ad occuparsi di amplificatori e ricevitori, e la Radiotechnica RRR di diffusori acustici sia per uso home che per il settore professionale e di cabinet realizzati conto terzi. Nell’immenso stabilimento visitato recentemente dal nostro direttore Mauro Neri sono tuttora presenti una

Mettere mano a questo diffusore e smontare pezzo a pezzo tutto quanto è invero operazione abbastanza facile, se muniti almeno di svitatore elettrico. Gli altoparlanti, per la loro costituzione, non sono incastrati in un filo di pannello strettissimo e vengono via molto facilmente. Viti dalla filettatura rada per tutti, ma posso affermare che la tenuta è notevole, vista almeno la pressione di serraggio anche dopo due o tre interventi. Una volta smontati tutti gli altoparlanti, da un lato ne possiamo notare la costruzione mentre dall’altro guadagniamo l’ingresso all’interno del cabinet. Non posso in questa fase fare a meno di rilevare la consistenza del pannello frontale, realizzato con due strati di MDF di spessore differenziato, col calibro che mi indica un’altezza leggermente maggiore di 35 millimetri. Piccola fresatura di centraggio per i due woofer senza troppe lavorazioni, giusto per posizionare con precisione le viti e la guarnizione di tenuta. Il woofer, anzi i woofer non hanno bisogno d’altro visto il particolare cestello di lamiera stampata dalla classica flangia rivoltata, le co-

Possiamo notare il volume dei due woofer con ben poco materiale fonoassorbente, che invece viene generosamente utilizzato nel piccolo volume a disposizione dei due midrange. Ad eccezione del tweeter tutti i trasduttori sono realizzati dallo stesso costruttore Radiotechnica. I cestelli sono in lamiera stampata senza alcuna feritoia sotto i centratori.

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Radiotechnica RRR Giant FS-100N Sistema di altoparlanti Radiotecnica RRR Giant FS-100N

CARATTERISTICHE RILEVATE Risposta in ambiente: Vin=2,83 V rumore rosa

Risposta in frequenza con 2,83 V/1 m

Modulo ed argomento dell'impedenza

Distorsione di 2a, 3a, 4a, 5a armonica ed alterazione dinamica a 90 dB spl

MIL - livello massimo di ingresso: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%)

MOL - livello massimo di uscita: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%)

Risposta nel tempo

I

ssare questo diffusore su un supporto adeguato, devo ammetterlo, non è stata cosa da poco. Non si tratta soltanto di sollevare una cinquantina di chili a circa un metro di altezza, quanto sollevare un diffusore non piccolo e con pochi punti di appiglio. Comunque sia una volta sistemato mi sono reso conto che avere due woofer, un condotto e due midrange da misurare in un colpo solo, per di più con una frequenza di incrocio molto bassa, non era impresa da poco. Come al solito con un po’ di calma, un po’ di esperienza e tutta la strumentazione a disposizione si possono fare anche misure relativamente difficili come questa. Le dimensioni della nostra sala, accortezza nel posizionamento del microfono, qualche programmino ad hoc per le misure critiche e la capacità offerte da MLSSA hanno avuto ragione ed hanno consentito di ottenere il tanto sospirato grafico. Come possiamo vedere non siamo di fronte ad una risposta anecoica molto estesa in gamma bassa, così come la fre-

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Radiotechnica RRR Giant FS-100N

Le due misure di TND forniscono un quadro abbastanza preciso della prestazione all’ascolto dei due diffusori, almeno in termini di articolazione e dettaglio. Come possiamo vedere dalla curva rossa dei 90 decibel si parte da valori molto bassi e si scende sempre più, man mano che il testimone passa ai due midwoofer che giungono, con qualche esitazione, a valori molto bassi in assoluto. Segue una gamma medioalta che esita tra i 2.000 ed i 7.000 Hz, con un notevole picco a 6.000. Segue una gamma altissima allineata allo 0,2% fino all’estremo alto di misura. Passando alla pressione maggiore il quadro varia in maniera abbastanza prevedibile in gamma bassa mantenendo un buon andamento in quella mediobassa e medioalta fino alla altissima, con un incremento decisamente inferiore a quello del segnale di ingresso.

quenza di accordo lascia credere, con la conferma data dal primo picco di impedenza caratteristica del reflex, posizionato a circa 16 Hz, che appare di ampiezza maggiore rispetto al secondo, a testimonianza di un accordo che poteva anche essere più esteso. È probabile che il progettista, che conosce i suoi polli meglio di chiunque altro, abbia operato una scelta equilibrata, per tenere nel conto non soltanto l’estensione quanto anche lo smorzamento e la tenuta in potenza. Comunque sia, anche se con qualche esitazione in gamma media la risposta si dipana abbastanza lineare fino all’estremo alto di misura, dove notiamo una attenuazione controllata e senza esitazioni in banda ultrasonica. Anche la risposta fuori asse appare ben proposta, con un andamento in discesa leggermente più regolare in gamma medioalta rispetto all’emissione in asse. La risposta nel dominio del tempo è quella tipica di un tweeter “coadiuvato” da uno o due midrange di dimensioni contenute e conseguente massa molto ridotta: notiamo il picco di emissione delle note altissime seguito da una drastica attenuazione e dal classico allargamento della curva dovuto sia all’arrivo dei woofer che allo spessore del cabinet. In ambiente il diffusore mostra una notevole ampiezza in gamma bassa e mediobassa, con il picco massimo a 63 Hz posto ben cinque decibel al di sopra del livello medio misurato, quasi a voler avvertire che il basso sarà abbastanza possente e “loudnessato”. Compatta e regolare appare la gamma media con le alte in leggera evidenza. Visto dall’amplificatore il carico della Giant potrebbe apparire ostico ma a ben vedere le varie fluttuazioni del modulo appaiono di ampiezza ridotta, tanto che la condizione critica è tra la massima escursione di fase in zo-

siddette flange “a taglio”. La scelta dei cestelli in lamiera stampata consente di contenere i costi, ma lo spessore della lamiera è buono e la lunghezza del cestello è ridotta, così da limitare possibili deformazioni. Il complesso magnetico in ferrite abbastanza larga e l’assenza di qualunque presa d’aria al di sotto del centratore limitano la dissipazione del calore che può confidare nel foro di decompressione che attraversa tutto il polo centrale. La membrana è in cellulosa AUDIOREVIEW n. 352 giugno 2014

na negativa ed il minimo di modulo dovuto alla frequenza di accordo. Infatti a 25,8 Hz l’ampli vede un carico resistivo poco superiore ai due ohm che qualche problema agli stadi finali dell’amplificatore lo crea. Occorre però considerare la frequenza molto bassa ed il contenuto energetico medio della musica per assolvere, seppure con qualche riserva, il diffusore. Al banco delle misure dinamiche vediamo come la seconda armonica pur con un valore in assoluto abbastanza contenuto si faccia notare grazie al bassissimo valore delle altre componenti. Facile presupporre allora che la MOL sia limitata proprio da questa. La terza armonica si fa vedere soltanto nelle vicinanze dell’incrocio tra i midrange ed il tweeter mentre una risonanza o una vibrazione a 700 Hz mostra un drastico innalzamento di tutte le componenti. La MIL parte decisa verso l’alto, con una potenza ai morsetti dei due otto pollici affatto banale. Tra gli 80 ed i 100 Hz notiamo un abbassamento abbastanza vistoso ed il successivo riallinearsi attorno ai 100 watt fino alla “gamma da midrange” che sale decisamente verso la massima potenza disponibile. Purtroppo la massima potenza si abbassa decisamente alla frequenza di incrocio, ove la distorsione di terza armonica è elevata ed attorno ai 6.000-7.000 Hz ove si fa notare la seconda armonica. Traducendo i dati nella MOL sommando la risposta del diffusore e la compressione dinamica otteniamo un grafico che parte dai 100 decibel e sale quasi immediatamente a 110, mantenuti con diverse esitazioni dovute alla MIL, fino a salire quasi a 120 decibel in gamma media, mentre in gamma alta la media è allineata più o meno attorno ai 116 decibel. G.P. Matarazzo

trattata esternamente con uno smorzante di colore nero così ben stemperato che a me era sembrato essere polipropilene. È bastato ovviamente dare uno sguardo al lato posteriore per accorgersi della costituzione di cellulosa, molto rigida e smorzata. D’altro canto si tratta di un woofer che lavora fino a circa 400 Hz, frequenza vicina a quella limite dell’emissione a pistone, ed un trattamento rigoroso si rende necessario. I midrange sembrano la fotocopia ridotta

dei woofer, col cestello in lamiera stampata chiuso sotto il centratore, ma con il magnete che privilegia l’altezza rispetto al diametro, che appare abbastanza contenuto. Certo, lavorando in un volume chiuso anche se di discrete dimensioni non hanno bisogno, per i 91 dB dichiarati, di una sensibilità molto spinta e conseguentemente di un fattore di forza molto gagliardo. Il tweeter, infine, è l’unico componente non prodotto internamente ma acquistato su piazza, ovve57

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Radiotechnica RRR Giant FS-100N

Il filtro crossover

C

ome possiamo vedere in Figura 1 lo schema del filtro crossover può in prima battuta apparire abbastanza complesso, mentre nella realtà non lo è, almeno se ne facciamo un’analisi a blocchi. Si tratta di un’operazione nella quale tutti quelli che seguono il corso di crossover su AUDIOCOSTRUZIONE dovrebbero essere ormai piuttosto bravi. Possiamo aggiungere comunque che si tratta di una terna di celle abbastanza originali nella piegatura delle risposte degli altoparlanti. Andiamo allora ad iniziare dai due woofer in parallelo che, come possiamo vedere nello schema, sono collegati ad un passa-basso del terzo ordine elettrico secco ed abbastanza “diluito”, con la seconda induttanza di valore elevato ed il condensatore verso massa che viceversa appare leggermente più basso della teoria. La risposta che si ottiene appare piuttosto simile ad un Butterworth centrato a 350 Hz, cosa che dovrebbe condurre ad un incrocio abbastanza pizzuto a questa frequenza, come si evince dalla Figura 2. L’incrocio particolarmente piatto a 400 Hz può essere spiegato grazie alla doppia pendenza della risposta acustica dei due midwoofer, che hanno una frequenza di incrocio molto maggiore di quella di risonanza nel volume loro assegnato. Come possiamo vedere l’accoppiata tra due condensatori di valore quasi simile con una induttanza tutto sommato abbastanza contenuta fa sì che attorno ai 500 Hz la pendenza subisca una vistosa flessione verso il basso. Potremmo dire che si tratta di un filtro a doppia pendenza 1-3? Probabilmente è così ma per esserne certi avremmo dovuto acquisire “tutta la documentazione” ovvero le misure di modulo e fase sia della risposta che dell’impedenza dei due piccoli midwoofer. Con una struttura del filtro semplice, ovvero con i blocchi ben distinti e non incrociati, è facile riconoscere la cella successiva, caratterizzata da un passa-basso del secondo ordine elettrico, che in verità appare abbastanza blando. Seguendo la regola che aumentando lo smorzamento deve aumentare l’induttanza possiamo ipotizzare una risposta senza crossover abbastanza in salita, con una cella di filtro smorzata ma che parte con la sua azione parecchio prima della frequenza di incrocio. Possiamo allora tralasciare per il momento l’analisi successiva e saltare direttamente al tweeter, ipotizzandone la risposta per poi tentare di giustificare la risposta dei due midrange sul passa-basso. Il tweeter, per fortuna, era stato da me archiviato qualche anno fa, anche se utilizzando la risposta ottenuta su pannello normalizzato. Due colpi di AFW ed eccoci alla simulazione veritiera. La cella passa-alto appare abbastanza standard, ma la sua risposta viene in qualche modo stravolta sia dal se-

Figura 1

condo condensatore in serie al segnale, che è di valore insolitamente alto per la frequenza di incrocio, che dal condensatore in serie ad una induttanza di valore elevato. In buona sostanza ci troviamo col primo condensatore corretto, col secondo condensatore del passa-alto che vale quasi tre volte il valore che dovrebbe avere in un incrocio classico e l’induttanza che vale il doppio del suo valore teorico, ottenuto cioè per un incrocio acustico del quarto ordine. In realtà con questi valori si aumenta lo smorzamento e si diminuisce la frequenza di incrocio. Chi mette tutto in riga e fornisce una spiegazione credibile di tutta la cella è l’accoppiata di condensatori in serie all’induttanza, con la quale genera un notch vistoso non tanto alla frequenza di risonanza del tweeter, posizionata abbastanza più in basso, ma a circa 1.600 Hz, quasi il doppio. Questo notch serve per “modulare” la risposta del tweeter che viene ad assumere, ancora una volta, un andamento a doppia pendenza del tipo 1-4, anzi, a ben vedere, quasi 1-5. Ecco trovata allora anche la soluzione per i due midrange. Infatti dopo il passabasso blando si è ottenuta l’ottimizzazione dell’andamento in sintonia col tweeter anche in questo caso grazie ad una cella RLC-parallelo sintonizzata a 1.600 Hz, curva che gestisce l’andamento della risposta con una certa precisione, grazie anche al carico che in qualche modo viene blandamente spianato dalla resistenza da 22 ohm in parallelo ai due midwoofer. Che vi avevo detto? Facile! G.P. Matarazzo

Figura 2

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Radiotechnica RRR Giant FS-100N

Anche il supporto in vetronite del circuito stampato è realizzato nello stabilimento di Riga della Radiotechnica. Il costruttore ce ne ha fornito uno “vergine” per mostrare la qualità del prodotto finito. Il filtro crossover appare abbastanza affollato, a causa della complessità delle celle ed ai bypass dei condensatori elettrolitici. Il cablaggio in aria è del solo esemplare in nostro possesso, che ci è stato concesso in anteprima.

ro il Vifa TX27TG che rappresenta la copia appena più economica dello ScanSpeak D2606, un cupola morbida che risuona a circa 900 Hz dotato di una breve guida d’onda e di olio ferromagnetico all’interno del traferro. Buoni i rinforzi interni, con l’unico volume reflex che

sostituisce i doppi volumi e doppi accordi della versione precedente. Il condotto di accordo è posizionato al di sotto dei due woofer da otto pollici ed ha un diametro notevole che non soffre, nemmeno nelle misure più spinte, di compressioni o soffi particolari. Alle

spalle del cabinet è posizionata la vaschetta portacontatti in plastica che utilizza quattro morsetti di discreta versatilità ponticellati e “sponticellabili” a seconda delle connessioni che intendiamo fare. La via superiore è costituita ovviamente da midrange e tweeter men-

Ascolto

U

n coppia di altoparlanti Lettoni, non si ascolta esattamente tutti i giorni. Sono molto curioso di iniziare il test, ma prima devo trovare una collocazione corretta per i diffusori ed un amplificatore di potenza adeguata. Il peso superiore ai 40 kg ciascuno non li rende certo maneggevoli, insieme all'altezza di 123 cm, ma non mi lascio intimorire ed inizio il solito balletto alla ricerca della posizione ottimale. Il primo impatto, con i diffusori puntati verso le orecchie, è quello di una gamma media un po' troppo avanti rispetto al resto, con la Sciubba che mi canta praticamente sul naso, mentre Forcione e la sua chitarra si trovano quasi dove dovrebbero essere: sicuramente il ferrofluido del tweeter si deve ancora scaldare al punto giusto, ma probabilmente anche l'orientamento non è quello ottimale. Ruoto le due torri leggermente verso l'interno e la prospettiva migliora, anche se adesso mi manca un po’ della gamma altissima, la cui presenza risultava carente anche nella posizione precedente, sovrastata dalla gamma media invadente. Provo allora a cambiare amplificazione, passando ad una coppia pre-finale Rotel delle più moderne e rapide nei transienti, con tanta potenza a disposizione e prestazioni veramente ottime. La gamma media si allinea meglio e quella altissima acquista un po' di sprint, ma non posso affermare con certezza di aver ottenuto il massimo da questi altoparlanti. Vista la reazione positiva al cambio di amplificatore, ne arguisco che la resa dei diffusori può variare in modo consistente a seconda del finale con cui viene abbinato, fermo restando che per suonare forte si accontentano di pochi watt. Ma devono essere watt di qualità adeguata, evidentemente. Bando

alle elucubrazioni, ruoto di nuovo i diffusori verso il punto d’ascolto, mantenendoli ancora leggermente spostati verso l'interno, e questa volta l'equilibrio raggiunto sembra il migliore: adesso la Sciubba siede alla sinistra di Forcione, e la chitarra che interviene durante l'inciso si va a posizionare esattamente al centro tra i due. Bene anche il coro del Dies Irae, e la posizione della Mutter nelle 4 Stagioni. La ricostruzione della scena virtuale, a mio parere, risulta ottimale con i due altoparlanti leggermente ruotati verso l'interno, ma proprio di un minimo rispetto all'allineamento con le orecchie, e questa posizione dovrebbe essere ricercata per approssimazioni successive, raggiungendo il punto preciso quando ogni strumento risulta al suo posto e correttamente ricostruito nello spazio. Analizzando nel dettaglio l’equilibrio tonale, si rileva una certa esuberanza della gamma bassa, cosa che inizialmente mi ha colpito in modo molto positivo ma alla lunga tende a farsi notare. La gamma media è di buon livello, con le voci femminili e maschili riprodotte correttamente e senza eccessi di qualche evidenza; resta invece un pelo indietro l’emissione in gamma alta ed altissima. Intendiamoci, le frequenze alte ed altissime ci sono, gli armonici delle percussioni su piatti, triangoli e strumenti simili si sentono, ma il timbro è un po’ più caldo rispetto al mio personale gradimento. In sintesi, credo che sia possibile affinare ulteriormente l'insieme, magari con un più prolungato periodo di rodaggio, cosa che richiederebbe sicuramente più tempo e lavoro. In sintesi, i materiali costruttivi ed il progetto mi sembrano di ottimo livello, anche alla luce del prezzo del sistema, indubbiamente molto concorrenziale. A. Scappaticci

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Radiotechnica RRR Giant FS-100N tre quella inferiore è connessa ai due woofer inferiori. Il crossover, che analizziamo con attenzione in un apposito incorniciato, è fissato sul fondo del diffusore all’altezza dei woofer e collegato al cablaggio interno con dei “romantici” connettori a vite. La componentistica utilizzata è di medio livello, con i condensatori della gamma alta dal buon dielettrico e qualche elettrolitico qui e là. L’interno del diffusore è ricoperto di assorbente acrilico con un accorto uso della posizione, così da poter esibire una waterfall di tutto rispetto, con un decadimento mediamente rapido e qualche risonanza invero breve dovuta

al solo tweeter. In gamma mediobassa qualche riflessione di troppo potrebbe essere risolta utilizzando materiale più denso e costoso.

Conclusioni Ammetto di essermi accostato a questo prodotto con la diffidenza tipica che si concede ad un marchio sconosciuto. Si tratta di un buon diffusore, magari più votato alla musica rock, con quella resa un po’ loudness che piace a tutti i rocchettari che conosco. Magari si ottiene uno sbilanciamento timbrico per l’ascol-

to della musica classica ma disponendo di molta aria alle spalle non è detto che la cosa risulti eccessivamente penalizzante. Alla fine del test posso dire che a dispetto delle dimensioni e delle prestazioni il prezzo appare leggermente inferiore all’aspettativa che mi ero fatto. Si tratta comunque di un diffusore da pavimento di buone dimensioni, mediamente ben costruito con trasduttori dotati di una buona tenuta in potenza. Solo cinque anni fa con questi soldi si poteva acquistare al massimo un diffusore da stand di qualità medioalta. Evidentemente i tempi cambiano. Gian Piero Matarazzo

L’ascolto

P

otrà sembrare noioso leggere ad ogni test che una buona sessione di ascolto inizia con un buon rodaggio ed una grande attenzione al posizionamento. Potrà, ma io lo faccio quasi sempre, visto che almeno il 50%, e sono buono, della prestazione di un diffusore acustico dipende da piccole attenzioni e da qualche semplice regola da seguire PRIMA di emettere un giudizio che sia vagamente sensato su un diffusore acustico e più in generale su un sistema di riproduzione. Inizia come al solito allora anche questa sessione di ascolto, con un rodaggio notevole e veloce alle sospensioni sia dei woofer che del midrange e, cosa sempre presa sottogamba, della cupola e della bobina mobile del tweeter. Pacchetti di rumore rosa con fattore di cresta rigorosamente d.o.c. stirano ben bene le sospensioni scaldando bobine ed eventuali liquidi di smaltimento del calore. Quando il diffusore appare ben caldo tento un primo posizionamento, fidandomi più degli ascolti che della misura a terzi di ottava. Comunque sia il diffusore deve essere distanziato notevolmente dalla parete posteriore perché i due woofer si possano esprimere in maniera mediamente lineare. Ammetto che non ci sono riuscito completamente, ma posso anche aggiungere che non mi dispiace affatto, specialmente con la musica rock, dove la potenza sopportata e la tenuta costituiscono un mix di notevole appeal. Dopo un giro per la musica che mi piace ma che serve a poco per l’analisi di un diffusore eccomi quasi pronto. Solito CD “condensato” nel lettore Oppo e solita sequenza. La voce femminile è sottile in gamma media e leggermente gonfia in quella mediobassa, insomma un po’ “loudness” come tutta la prestazione del diffusore del resto. Va oltretutto notato che si sente ogni tanto una leggera tendenza all’indurimento delle “esse” da parte del tweeter, anche senza mai esagerare e rendere questa caratteristica troppo evidente. La gamma bassa va in qualche modo analizzata con attenzione, giusto per poter discernere tra tutte le caratteristiche che contribuiscono alla sua resa in ambiente. Intanto l’estensione è notevole e, caratteristica a me molto gradita, ben smorzata. Altra caratteristica degna di attenzione è la legatura con la gamma mediobassa, che un po’ si perde “nell’extralivello” di quella bassa ma che in vari brani mi è sembrata di tutto rispetto. Altro merito di questa gamma bassa è la fedeltà a se stessa, ovvero la caratteristica di mantenere le proprie qualità ad ogni livello di tensione consegnata al diffusore dall’elettronica di potenza. E prima di mettere in crisi questo diffusore di potenza ne occorre tanta. Quando questo limite viene raggiunto posso affermare di non provare fastidio “da terza armonica” ma di udire soltanto una compressione, inizialmente leg-

60

gera, che poi a seconda dell’incoscienza di pilotaggio tende appena ad indurire. Insomma un bel basso tondo e massiccio, che avrebbe soltanto bisogno di perdere qualche decibel per essere corretto, magari utilizzando il crossover per distribuire meglio estensione e livello. Ma andate a dirlo a quelli che “più basso c’è e meglio è”! La gamma mediobassa pur con una buona legatura soffre un po’ di gigantismo alle mediobasse e nelle vicinanze della frequenza di incrocio, una enfasi distribuita che ingrandisce la dimensione di tutti quegli strumenti che vi sconfinano incautamente. Le musiche per organo sono da brividi per estensione e pressione e la chitarra basso appare molto incisiva, ma per niente slegata dal tessuto della musica, ad esempio dei Dire Straits. La voce di De André sembra dotata di un corpo più grande di quello che nella realtà dell’effettistica della registrazione le compete. La gamma media e quella medioalta appaiono abbastanza ben bilanciate tra loro, con una scena di buona profondità e un buon rispetto dei piani sonori. La larghezza dello stage non è proprio il massimo ma la resa è comunque ben credibile e priva di effetti speciali, senza che la dimensione cambi a seconda delle frequenze riprodotte. La gamma altissima a me sembra leggermente frizzante anche se correttamente estesa e sufficientemente pulita. Ruotando appena i diffusori verso il punto di ascolto, senza però prendere la mira come se fossimo con un laser, si ottiene un maggiore amalgama delle tre porzioni di scena: destra, sinistra e centro, e si guadagna anche in profondità, facendo preferire questa posizione rispetto al disporre i due cabinet rigidamente paralleli. Oltre la quindicina di gradi non conviene andare per non perdere in larghezza dello stage e guadagnare soltanto in profondità. La quota di emissione in queste condizioni diviene naturale e gli esecutori non soffrono né di nanismo e nemmeno di gigantismo. I violini, coinvolti assieme ai fiati per ultimi prima del passaggio alla musica rock, apparsi all’inizio leggermente frizzanti, stabilizzano col tempo la loro prestazione, direttamente dipendente anche dall’elettronica a monte. Alla fine rock a volontà! Le due Giant sembrano progettate e pensate proprio per questo genere musicale, che riproducono con la grinta giusta e con una resa acustica assolutamente accattivante, quella che ti fa alzare il volume a livelli da querela. Non si sposta una virgola dalla timbrica precedente, con l’apporto, forse, di un po’ di seconda armonica che fa sembrare i bassi ancora più robusti ed estesi. Percussioni tonde e ben smorzate, rullante incisivo e tom corretti, con i piatti lucidi e niente che non sia al suo posto. Però! G.P. Matarazzo

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Radiotehnika Giant FS-100N Prova Audioreview.pdf

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