LIBERTà

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SIA LODATO GESù CRISTO

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5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | € 1,00

Settimanale dell’Arcidiocesi di Sassari

12a Giornata per la custodia del Creato

I Vescovi al Monte Athos

pellegrini nella terra dei monasteri

+ Pietro Meloni, *

“L

a mia patria è il cielo!”. È stata la prima confidenza del monaco Padre Teofilo, che al Monastero del Cristo “Pantocrator” ha accolto noi vescovi della Sardegna, nel nostro sacro “pellegrinaggio” al “Monte Athos” in Grecia. Questa parola della Scrittura è sempre risuonata nella mente dei credenti, ma in quel momento ci è sembrato di vederla viva e vera nella testimonianza del giovane monaco >>> continua a pag. 3

La teologia morale

dopo l’amoris laetitia

Gavino Matteo Latte

D

al 3 al 6 luglio, presso il Centro Pastorale Diocesano Pier Giorgio Frassati, località Montagnese, Diocesi di Alghero, si è svolto il X Seminario Nazionale dell’ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale), dal Titolo “La teologia morale dopo Amoris letitia”. Dopo essere stati accolti paternamente dal vescovo sua Ecc.za mons. Mauro Maria Morfino, la riflessione sulla recente e discussa esortazione post-sinodale sull’amore nella famiglia di Papa Francesco (Amoris letitia, d’ora in poi: AL) è subito entrata >>> continua a pag. 3

I lettori ci scrivono

Vicinanza fraterna tra Sassari e Ihosy

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Piero Paulesu, *

“C

erto, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo. (Gen. 28, 16). Viaggiatori sulla terra di Dio”. Questo il tema scelto dalla Conferenza episcopale italiana per il messaggio dedicato alla 12ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato celebrata il 1 settembre scorso. Il Messaggio parte dall’esclamazione espressiva dello stupore di Giacobbe, che nel corso di un lungo viaggio scopre la terra di Canaan come luogo di presenza del Signore. I vescovi hanno ricordato ed esortato ad abitare la terra come viaggiatori e a far crescere la capacità di contribuire alla cura della casa comune e della sua bellezza. Proprio la bellezza è stata al centro delle riflessioni di noi seminaristi durante i giorni trascorsi insieme all’Arcivescovo Padre Paolo e il rettore Don Diego fra le incantevoli bellezze del Trentino Alto-Adige. Noi sardi non siamo certo estranei ai paesaggi sublimi di ogni forma e colore che la nostra terra ci offre ma la novità dei monti della Val di Non ci hanno permesso di dare uno sguardo nuovo alla bellezza del creato. Le foreste silenziose ci hanno permesso di contemplare più da vicino la bontà di Dio verso i suoi figli in cammino verso il Regno e di stupirci, come Giacobbe in viaggio nella terra di Canaan, della presenza del Signore in ogni cosa creata, in ogni creatura esistente. Insieme abbiamo riflettuto sul concetto di bellezza, applicandola anche ai nostri tempi, arrivando al punto comune che è necessario riscoprire a ritornare a cosa sia veramente la bellezza, quella bellezza che non va mai disgiunta dalla bontà e dalla verità di un Dio che ci ama, di un Dio che è infinitamente buono, vero e bello. Il concetto di bellezza è sempre stato al centro del pensiero filosofico e teologico dell’uomo, sin dall’inizio della nostra civiltà. Nel libro della Genesi in cui il momento della creazione è concepito come una vittoria della vita su ciò che non ha vita, su tutto quanto

Speciale Arcivescovo

13 settembre, Consacrazione episcopale a Olbia

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si presenta come informe e indistinto, Dio, separando i diversi elementi del mondo, la luce dalle tenebre e popolando la terra di vegetali e di animali, per creare alla fine l’uomo e la donna, si compiace della propria creazione. Per sei volte risuona la frase: “Dio vide che era cosa buona”. Per l’uomo e per la donna, il testo sottolinea: “Dio vide che era cosa molto buona”. La visione del creato diventa così una manifestazione della bellezza che affascina lo stesso Creatore. È un’esperienza di stupore che sorprende, come quando ci troviamo di fronte a qualcosa “altro da noi” che, venendoci incontro, ci interroga, ci interpella. Da subito la bellezza è interpretata come qualcosa di originario, proprio della natura, appartenendo all’ordine della creazione: la bellezza è presente nella creazione, in quanto Dio ne è autore.  L’aveva ben compreso Francesco d’Assisi, ripreso dall’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, che riconosceva e invitava a riconoscere nella bellezza del creato la presenza stessa di Dio (LS, 12). La creazione è sorella e madre, bella, accogliente: “Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba”. L’essere umano non può essere allora il dominatore del mondo, che si pone a proprio piacere al di sopra della creazione: questa non può essere considerata una proprietà di cui egli può liberamente disporre, per sfruttarla e impoverirla, ma un luogo dove egli vive come figlio e fratello. Il modo con cui si può parlare di bellezza è quindi e innanzitutto relativo a Dio e la chiave interpretativa per riconoscere la bellezza è dunque prima di tutto teologica: “La fede ci permette di interpretare il significato e la bellezza misteriosa di ciò che accade” (LS, 79). L’uomo, partendo dal riconoscimento della bellezza del creato può così giungere al riconoscimento della presenza di Dio al cuore stesso della creazione. La bellezza rivela infatti primariamente l’essere di Dio. E nella bellezza, Dio si rivela all’umanità. * seminarista

Vita diocesana

Accogliere: voce del verbo amare

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In Calendario

In preparazione alla 48a Settimana Sociale

Poste Italiane spa spedizione in abbonamento postale D.L.353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n°46)ART.1 COMMA 1 MP-AT/C/SS/AUT.140/2008 - € 1

le tracce di dio

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I lettori ci scrivono

Libertà | 5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | numero 30

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vicinanza fraterna tra sassari e ihosy Pubblichiamo la lettera che Padre Paolo Atzei ha inviato al Vescovo di Ihosy in occasione dei festeggiamenti per il Giubileo di erezione della diocesi malgascia. A pag. 12 la prima parte della cronaca curata da Don Francesco Meloni, sacerdote missionario fidei donum in Madagascar.

Emanuele e padre Francesco, figli stimati e amati di questa Chiesa di Sassari, festeggia il 50mo della sua erezione a Diocesi. Condividiamo con gioia la memoria di questa bella notizia e grande Evento. La nostra è la gioia degli Apostoli e dei discepoli dell’Unico Signore e Salvatore. Spirituale, perché siamo in comunione con voi, per Cristo e nell’unità dello Spirito, di fronte all’unico Padre, che in Cristo ci ha adottato a figli suoi: “Quale gioia essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente”, a Sassari, a Ihosy, a Roma, in ogni parte della terra si trovino i credenti in Cristo. Infine, riconoscente, perché con voi alziamo il calice della salvezza e invocheremo il nome di Dio, Uno e Trino. Non c’è al-

Eccellenza Reverendissima e Cara, “il Signore Le doni la gioia e la pace dello Spirito”! Scrivo, con il cuore in mano, per manifestare a Lei e alla Sua amata Chiesa la nostra più sentita vicinanza fraterna, spirituale, riconoscente. Fraterna, perché la Chiesa sorella di Ihosy, che ha accolto due nostri Missionari “fidei donum”, padre

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tro grazie più grande e sufficiente, completo! Grazie a Dio per ogni ispirazione suggestione, parola proclamata e celebrata per annunciare il Vangelo in questi primi cinquant’anni di Cristianesimo. Grazie ai primi missionari. Grazie ad ogni cuore aperto alla Grazia. Grazie per ogni processo di crescita in santità. Grazie per le testimonianze più sofferte, anche col dono della vita. Grazie ai Vescovi, a Lei ultimo cronologicamente, ai Presbiteri, ai Consacrati e alle Consacrate, ai Fedeli laici. Grazie, Signore, di tutto, grazie per la tua Chiesa che è in Ihosy! Grazie da parte mia, Eccellenza, perché attraverso i semi sparsi della Parola dei nostri due Missionari, ho capito i primi evangelizzatori e annunciatori.

Così come benedico, ringrazio, ammiro ogni attuale punto di seminagione, coltivazione, crescita, mietitura in santità e in unità, in apostolicità e cattolicità. Tutto ho visto lo scorso anno, spesso “in nuce”, talvolta nei desideri, ma anche in piccole e splendide realtà ecclesiali. Eccellenza, a Lei e alla Sua Sposa, oggi, il compito di inaugurare la seconda parte del primo secolo della storia della Diocesi di Ihosy. Vi benedica, accompagni e illumini in tutto il Signore nostro Gesù Cristo. Per Lui e in virtù dello Spirito, ogni onore e grazie e gloria al Padre, per i secoli, in eterno. Amen! + Paolo Atzei, Amministratore Apostolico

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n.30 | anno CVII

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Gruppo redazionale: Gian Franco Addis, Mariantonia Fara, Francesco Marruncheddu, Marcello Mura, Michele Spanu. Hanno collaborato a questo numero: Gian Franco Addis, Paolo Atzei, Virgilio Businco, Speranza Canu, Mariantonia Fara, Gavino Matteo Latte, Francesco Marruncheddu, Francesco Meloni, Pietro Meloni, Loredana Nela, Piero Paulesu, Mario Simula, Michele Spanu, Leonarda Tola. Direzione e Amministrazione L.go Seminario 2/a 07100 Sassari Tel. 079.20.21.877 (Lun e Mart dalle 10,30 alle 13,00 e dalle 15,30 alle 19,00) Cell. 348.83.64.612 (dal Lun al Ven, dalle 9,30 alle 13,30)

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Primo Piano >>> continua da pag. 1

che ci parlava di Dio. L’archontaris, il monaco dell’accoglienza, ci ha invitato poi a entrare nel “katholikon” - la chiesa ortodossa ricca di luminose icone - per unirci alla preghiera comunitaria. “E tu dove sei nato?”, ho osato domandare a quell’uomo di Dio. “Io sono nato qui!”, è stata la sua risposta. “La mia vita è iniziata quando sono stato accolto nella comunità monastica e nella casa di Dio”. La preghiera dei “duemila monaci” del Monte Athos da oltre “mille anni” si innalza al cielo in tutte le ore della notte e del giorno. Meraviglia del Monte Athos! Un altro al mondo non c’è. La terra dei monasteri è un altro mondo. È un frammento di cielo sulla terra. Athos era un gigante che voleva ascendere all’Olimpo per gareggiare con Zeus. Il Monte Olimpo era però irraggiungibile e “il padre degli dei” inchiodò il gigante al meno elevato monte “Athos”. La visione mitologica era segno dell’aspirazione degli uomini ad ascendere al “monte di Dio”. Nel giorno dell’Ascensione i discepoli di Gesù, vedendo il Figlio di Dio salire verso l’alto, sentirono il desiderio di ascendere con Lui al cielo. L’angelo li invitò a costruire il cielo sulla terra, vivendo nella

>>> continua da pag. 1 pace e nella bontà. I primi cristiani, soprattutto i martiri e i monaci, accolsero l’invito a vivere sulla terra “cercando le cose del cielo”. Il monachesimo si diffuse in oriente, e poi anche in occidente, nella vita eremitica e nella vita comunitaria, finché il monaco Sant’Atanasio nell’anno 962 salì sulla vetta del Monte Athos e fondò lassù il primo monastero: la “Grande Lavra”. Nacquero lungo i secoli venti monasteri maggiori e decine di monasteri minori, chiamati “Sketi” e “Celle”. E anche le capanne degli eremiti che amavano la solitudine. La loro regola era la “Hesychìa”: il “Silenzio”. “Silenzio” che ancora oggi è vissuto nella contemplazione della preghiera, nella serenità del lavoro quotidiano, nella comunione della concordia fraterna. La preghiera - solitaria e comunitaria - prepara alla Santa Eucaristia, celebrata nel mistero e nell’estasi del canto. Un attimo dedicato al nutrimento del corpo e poi ancora la voce della preghiera. La luce delle candele svela la luce di Cristo, che si consuma per illuminare gli uomini donando loro la misericordia del Padre. Noi ringraziamo il Signore, ringraziamo Maria madre dei Monaci, ringraziamo i fratelli monaci per averci fatto gustare un attimo di cielo. E promettiamo di diffondere nelle nostre comunità il profumo di santità che si irradia dal Monte Athos.

nel vivo. Immediato oggetto di riflessione è stata la necessità di leggere e contestualizzare il documento alla luce di quel cammino di apertura tanto presente nel magistero di Francesco (relazioni di Giacomo Rossi e Simone Morandini), senza andare direttamente a cercare un si o no riguardo l’accesso ai sacramenti per i divorziati e risposati, questione che comunque rimane di grande importanza. L’apertura all’amore, l’abbandono di una impostazione razionalistica, l’accettazione della logica, insieme all’ascolto, al dialogo e alla comprensione delle situazioni complesse della realtà quotidiana, sono i capisaldi di un agire pastorale rinnovato, ponendo sempre prima l’uomo, e poi la legge; la Chiesa non è infatti una produttrice di norme, le quali comunque devono essere mediate da pastori e non da giudici, perché il bene sia visto insieme. Alla coscienza delle persone occorre dare fiducia, riconoscerne la dignità, rispettarne i diritti e ricordarle i doveri, supportarla nel discernimento, senza mai sostituirsi ad essa

o dimenticare di osservare e comprendere i segni dei tempi, la realtà oggettiva, la quotidianità storica, con la sua unica e complessa verità a cui è vincolata (relazione di Sabatino Maiorano e Sergio Bastianel). La norma sul da farsi, non può sostituire la coscienza, ma porsi a servizio di questa, che cerca di rispondere allo Spirito come può, anelando con sincerità al bene possibile qui ed ora, in quelle situazioni oggettive, considerate disperate o irregolari che vive: il confessore è qui chiamato a dire la verità, ma quella che giova, non quella che danna! (cf. Legge della gradualità). Al centro sta il primato della carità, non della legge, e il fatto che il Magistero non si assolutizza, (è un continuum diacronico e sincronico). Per questo occorre passare dalla morale del professori alla morale dei pastori (relazioni di Basilio Petrà, Franco Gismano e Mario Cascone), senza nulla togliere alla preparazione scientifica sempre necessaria. La teologia morale è chiamata da AL ad un rinnovamento affinché l’annuncio del vangelo >>> continua a pag. 6

* Vescovo Emerito

In preparazione al Sinodo Mondiale dei Giovani/10

strade approssimative?

Don Mario Simula

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bbiamo tra le mani l’oggetto misterioso, ma anche il tesoro: i giovani. Lo vediamo in trasparenza, come è risultato dal contributo di tutti sacerdoti, dei laici, delle persone consacrate, dei movimenti e delle associazioni. Tutto questo materiale utile e carico di passione è stato tradotto in sintesi, in modo che anche la nostra Chiesa Diocesana desse il suo apporto in preparazione del Sinodo dell’ottobre 2018. Sono emerse tante luci. Soprattutto le luci di una ricerca e di una verità che non ha fatto sconti nella lettura della situazione. Consapevoli come siamo che non si può costruire senza iniziare a restaurare le parti deteriorate. Sono emerse le luci di uno sforzo al quale diamo il meglio di noi stessi, perché il messaggio di Gesù Cristo arrivi a questo mondo giovanile assetato e stanco. Le luci di tanti momenti di prova, di perseve-

ranza, di riprese, di sconfitte. Tutte realtà delle quali siamo consapevoli. Sono affiorate anche le ombre. Dobbiamo fare i conti con una pastorale giovanile che, per diversi anni, si è attendata al riparo delle Giornate Mondiali della Gioventù, senza sapere le strade dell’incarnazione, nella Chiesa sparsa nel nostro territorio. È apparso chiaro: i giovani con i quali abbiamo a che fare soffrono smarrimenti e scoraggiamenti. Pensano al futuro con paura e con sfiducia. Difficilmente sanno stabilire la reciprocità di un dialogo con i sacerdoti e con i coetanei credenti. Mondi che camminano paralleli e, oggi, difficilmente si incontrano. Si tentano strade approssimative, anche se cariche di buone intenzioni e di fatica: i gruppi parrocchiali, gli oratori, il dialogo con i giovani organizzati. Si va in qualche modo a ten-

toni. Il fatto forse più negativo consiste nell’assenza, in diverse parrocchie, di una proposta di fede a misura di giovani e, magari, chi dovrebbe fare queste proposte è un giovane, preso nel vortice di una ricerca improba, ma ammirevole. Tanti sono dunque i percorsi che rimangono inesplorati, le metodologie che non ci appartengono con competenza, gli animatori che eseguono programmi e non si sentono protagonisti dell’avventura educativa, in prima persona. Lo spaccato della nostra relazione è questo, anche se detto in modo più articolato, approfondito e propositivo. Oggi dobbiamo fare un gran-

de bagno nella realtà. Assieme al Vescovo Gianfranco che, iniziando il suo ministero episcopale nella nostra Chiesa, vuole porre un segno “profetico”: partire dai giovani. Li incontrerà, come primi interlocutori al suo arrivo in Piazza Italia. Li sente, di fatto, come una promessa. Lo ha anche detto e scritto. Non siamo soli, con noi c’è l’Apostolo e la ricchezza dello Spirito Santo che lo accompagna. Non ci rimane altro che camminare insieme e insieme discorrere, insieme sperare, insieme rivelare la certezza dell’amore verso Gesù Cristo. Noi lo amiamo, anche senza averlo visto!

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Libertà | 5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | numero 30

2 agosto PASTORIZIA, PIGLIARU PROMETTE 35 MILIONI PER LA CRISI DEL SETTORE Ai pastori sardi andranno 35 milioni di euro in più. È questo l’impegno assunto dal governatore Francesco Pigliaru e dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau davanti agli allevatori riuniti a Cagliari per la grande mani-

festazione di protesta organizzata per il 2 agosto dal Movimento Pastori Sardi. Con Pigliaru e Ganau erano presenti anche i capigruppo di Pd e Forza Italia in Consiglio, Pietro Cocco e Pietro Pittalis, gli assessori alla Programmazione e Bilancio e all’Agricoltura Raffaele Paci e Pierluigi Caria e i presidenti di Anci e Cal Emiliano Deiana e Andrea Soddu. Soddisfazione da parte degli allevatori, che hanno riconosciuto la disponibilità e l’impegno dei vertici regionali.

4 agosto MODIFICHE ALLA RIFORMA DELLA RETE OSPEDALIERA Dopo le proteste dei sindaci delle zone interne, il Consiglio regionale ha modificato la riforma della rete ospedaliera. Il punto più importante riguarda certamente la salvaguardia dei punti nascita, che aveva scatenato le proteste più dure soprattutto a Tempio e a La Maddalena. L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, ha commentato la decisione con le seguenti parole: “Abbiamo dato risposte concrete a tutte le istanze che ci sono arrivate dai territori”. La riforma arriverà in aula tra la metà di settembre e ottobre per l’approvazione definitiva, ma ci son ancora diverse criticità che dovranno essere risolte. Lo dimostra il fatto che il Cal, il Consiglio delle autonomie locali, ha dato parere negativo al testo. L’organismo, che ricorda le tante mobilitazioni dei sindaci, sollecita un “cambio di prospettiva, una visione meno contabile e scelte di visione politica per la costruzione di una rete ospedaliera diffusa, improntata all’efficienza e alla qualità, piuttosto che alla declassificazione o all’eliminazione dei servizi”. Il parere non vincolate potrebbe trasformarsi in positivo

10 agosto PAOLO PINNA EVADE DAL CARCERE È durata poco più di un’ora e mezza la fuga di Paolo Pinna, il diciannovenne condannato in primo grado per il duplice omicidio di Nule e Orune. Il giovane è riuscito a evadere dal carcere minorile di Quartucciu saltando da un muro esterno

“qualora la commissione consiliare, in accoglimento della volontà espressa, trasmetta al Consiglio regionale la proposta di rete ospedaliera rimodulata con le istanze” presenti nel documento stilato e votato dall’assemblea. Pur dando

atto della “necessità d’intervento sulla programmazione della rete ospedaliera” e riconoscendo alla Giunta e alla Commissione consiliare regionale un approccio di grande attenzione, il Cal, riunito sotto la presidenza del sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, ha chiesto alla Regione di “adeguare il riordino della rete ospedaliera alle peculiarità demografiche e territoriali di riferimento”. Luigi Arru ha replicato difendendo il testo e ricordando di aver voluto, dalla prima approvazione preliminare in Giunta, un confronto con i sindaci sulla riforma della rete ospedaliera. “La riorganizzazione che noi proponiamo tiene in considerazione le caratteristiche dei territori, la densità abitativa, la viabilità. Questi aspetti, così cari anche ai sindaci, sono stati valutati e siamo andati anche oltre quanto previsto dal DM 70, proprio per dare alle Comunità delle zone più disagiate dell’Isola garanzie di mantenimento di servizi altrimenti a rischio soppressione, secondo disposizioni nazionali. Peraltro – ha detto ancora l’assessore - il documento, come uscito dalla Commissione Sanità del Consiglio regionale, ha rafforzato ulteriormente il ruolo degli ospedali di zone disagiate e delle Isole minori”.

alto dieci metri facendo perdere le sue tracce. L’allarme è scattato immediatamente. I carabinieri lo hanno trovato mentre pregava nella chiesa Santa Maria Ausiliatrice a Maracalagonis. Seduto in caserma davanti ai militari, Pinna ha spiegato così le motivazioni che lo hanno spinto alla fuga: “In carcere non mi trattano bene, e nessuno mi ascolta. Voglio andare in comunità”.

18 agosto ATTENTATO DI BARCELLONA, LUTTO CITTADINO AD ALGHERO Lutto cittadino per la giornata di venerdì 18 agosto 2017 ad Alghero per gli atti terroristici messi a segno il giorno precedente a Barcellona, con diversi morti e feriti. L’ordinanza firmata dal sindaco della città catalana, Mario Bruno, ha disposto l’esposizione delle bandiere a mezz’asta e un minuto di si-

lenzio che è stato osservato alle ore 12 in contemporanea con la città di Barcellona. Nel provvedimento il sindaco ha invitato la cittadinanza, le istituzioni pubbliche, le organizzazioni sociali, culturali, produttive ed i titolari di attività private di ogni genere a manifestare il proprio cordoglio nelle forme ritenute opportune. Analoghe iniziative in tutta l’isola: bandiere a mezz’asta nelle sedi istituzionali della Regione in segno di lutto.

Politica&Società A cura di MIchele SPanu 22 agosto

Solidarietà da tutto il mondo politico per le gravi minacce ricevute dal presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru. Una busta con quattro cartucce per fucile calibro 12, è stata recapitata nella sede del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari. Sui proiettili, i nomi di Francesco Pigliaru e di altri tre esponenti politici del Partito democratico. Francesco

Pigliaru è intervenuto su quanto accaduto manifestando la volontà di portare avanti il proprio lavoro senza paura. “La Sardegna è ben altro rispetto a minacce vili che si ripetono, e sulle quali noi abbiamo deciso di tenere il massimo riserbo anche quando sono arrivate nella nostra sede istituzionale: non ci fanno paura, non incidono sul lavoro svolto né tantomeno sull’attività politica e amministrativa portata avanti dalla Giunta e dalla Presidenza”, ha dichiarato. Le indagini su quanto accaduto sono state affidate alla Digos della Questura di Cagliari.

te l’omissione o il differimento del vaccino giustificati da accertato pericolo per la salute, o ancora fornire idonea documentazione comprovante l’esonero per intervenuta immunizzazione per malattia naturale. La documentazione

può essere temporaneamente sostituita con dichiarazione resa ai sensi del D.P.R 28/12/2000 n.445. La mancata presentazione della documentazione, entro i termini previsti, comporta la decadenza dell’iscrizione per i bambini e la segnalazione alla Asl territoriale competente. Un’apposita circolare ministeriale ricorda che è possibile fornire alle scuole l’idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie previste dalla legge in base all’età; se il bambino ha già gli anticorpi per avere contratto la malattia naturale, i genitori dovranno presentare un attestato di “avvenuta immunizzazione”. Nel caso in cui non possa essere vaccinato, sono tenuti a presentare un certificato che attesti problemi di salute incompatibili con la vaccinazione (requisiti per l’omissione o il differimento della stessa). Infine, ove la struttura sanitaria non fosse in grado di somministrare all’atto della richiesta il vaccino, i genitori potranno esibire copia della formale richiesta di vaccinazione alla Asl territorialmente competente (con riguardo alle vaccinazioni obbligatorie non ancora effettuate), secondo le modalità indicate dalla stessa Asl per la prenotazione.

MINACCE AL GOVERNATORE FRANCESCO PIGLIARU

23 agosto ENTRA IN VIGORE L’OBBLIGO VACCINALE In vista dell’avvio dell’anno scolastico il Comune di Sassari richiama l’attenzione delle famiglie sulle nuove disposizioni in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci, così come stabilito dal governo nazionale. La normativa fissa l’obbligo per 10 profilassi e ne consiglia caldamente quattro. La coercizione riguarda anti-poliomielitica, anti-difterica, antitetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae di tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella. Saranno tutte gratuite, anche per chi accetterà di mettersi al passo con i tempi del calendario vaccinale in ritardo. Mentre nel gruppo delle vaccinazioni “raccomandate” sono presenti anti-meningococco B e C, antipneumococco e anti-rotavirus. Per accedere ai servizi educativi per l’infanzia del Comune di Sassari è necessaria la presentazione di idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie, oppure fornire idonea documentazione comprovan-

25 agosto SCORIE NUCLEARI NELL’ISOLA IL MINISTRO SMENTISCE “Sulla possibilità che la Sardegna possa diventare un deposito di scorie nucleari non c’è nulla di vero”. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha smentito con queste parole le voci sulla possibile realizzazione di un sito di stoccaggio

26 agosto VERSO GLI STATI GENERALI DELL’AGRICOLTURA L’assessore regionale all’Agricoltura, Pier Luigi Caria, ripercorre le importanti tappe compiute per dare risposte concrete a problematiche importanti. “Abbiamo mantenuto gli impegni presi e compiuto un passo in avanti con ulteriori risorse per superare in modo rapido l’emergenza del comparto ovino: que-

sto è un risultato che nasce anche grazie al lavoro svolto in questi mesi con le associazioni agricole e della cooperazione. Confermiamo gli impegni assunti con il presidente Francesco Pigliaru lo scorso 28 luglio e occorre riprendere il percorso iniziato, puntando al tavolo verde permanente ed organizzando entro ottobre una iniziativa che abbiamo denominato “Stati generali dell’agricoltura” per trovare soluzioni strutturali allo stato di crisi e di emergenza del mondo agricolo”.

nell’isola. L’esponente del governo Gentiloni lo ha affermato intervenendo a Sassari alla sottoscrizione della carta di partenariato “Pelagos” da parte dei sindaci dei comuni di Aglientu, Trinità D’Agultu e Vignola e del comandante del Reparto ambientale marino. La risposta di Galletti è arrivata a stretto giro di posta dopo che il deputato Mauro Pili ha annunciato una campagna contro l’ipotesi che il deposito venga fatto in Sardegna.

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Approfondimenti

Libertà | 5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | numero 30

A cura di Francesco Marruncheddu

Cambio di guardia alla Nunziatura Apostolica in Italia

per la prima volta un arcivescovo non italiano

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ambio di guardia alla Nunziatura Apostolica in Italia. Nei prossimi giorni verrà infatti reso noto il nome del nuovo Nunzio Apostolico in Italia, che succederà all’Arcivescovo mons. Adriano Bernardini, che lascia per raggiunti limiti di età il governo della più importante rappresentanza diplomatica pontificia al mondo. A succedergli, inaspettatamente, sarà per la prima volta un Arcivescovo non italiano, lo svizzero mons. Emil Paul Tscherrig, 70 anni, originario di Unterems, nel Canton Vallese, fin’ora Nunzio Apostolico in Argentina, che il Papa, Francesco, avrebbe infatti scelto come successore di Bernardini. Una nomina la cui notizia passa da un posto “insospettabile”: la Repubblica di San Marino. Ufficialmente ancora non c’è stato il comunicato della Santa Sede, ma intanto è stato reso noto semi-ufficialmente che il Congresso di Stato della Repubblica del Monte Titano ha espresso il gradimento alla nomina nella seduta di governo dello scorso 28 agosto. Un gradimento necessario: infatti, il Nunzio Apostolico in Italia è anche Nunzio Apostolico presso la Serenissima Repubblica di San Marino. Da questo

>>> continua da pag. 3 sia sempre significativo e attraente (cf. AL nn. 207 e 230). Solo l’amore gratuito di Dio, la Misericordia che non esclude la verità, è pienezza di giustizia; il presbitero (formato a una prossimità morale, partecipe empaticamente), più che controllore della grazia, è dispensatore di essa, dei segni dell’amore del Padre nel loro mondo, che è il nostro mondo. La Chiesa, quale comunità in cammino, non è dei puri, non è una dogana, ma una madre; è santa ma accoglie tutti con la loro vita faticosa (EG 47), consapevole che il tempo è superiore allo spazio e la realtà all’idea. (EG nn. 222-233). Da Pastori non si deve ridurre la ricchezza presente in AL al solo contenuto del capitolo VIII (Accompagnare, discernere e integrare la fragilità), dimenticando quanto viene prima e dopo; vicini a chi soffre, perché ha difficoltà a vedere la luce, è compito del sacerdote richiamare il fedele alla responsabilità morale entrando nel cuore del dramma delle persone. In questo senso i numeri 310-312 domandano di

dettaglio, che passa dalla piccola Repubblica sanmarinese, evidentemente interpellata in proposito dalla Santa Sede, si capisce che la nomina di mons. Tscherrig è decisa e ormai imminente.  Bergoglio, da Vescovo di Buenos Aires, aveva avuto modo di conoscerlo personalmente e di interagire per un anno con lui prima di diventare Papa, in quanto era il rappresentante diplomatico del Pontefice in Argentina dall’inizio del 2012, inviato da Benedetto XVI, in sostituzione proprio dell’Arcivescovo mons. Adriano Bernardini, promosso alla Nunziatura in Italia. Ancora una volta, dunque, Tscherrig, succederà a Bernardini. Nato in svizzera nel 1947 il nuovo Nunzio è stato ordinato Sacerdote l’11 aprile 1974. Nominato Arcivescovo titolare di Voli il 4 maggio 1996 e ordinato il 27 giugno 1996  è diventato Nunzio Apostolico in Burundi (1996), nelle Antille (2000), in Corea e Mongolia (2004), in Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia (2008). All’inizio del 2012 è stato nominato in Argentina.  Si tratta di una nomina senza precedenti. La Nunziatura in Italia, che ha sede nella storica residenza di Via Po a Roma, è stata fino ad oggi sempre assegnata a rappresentanti del Papa di origine

affinare le categorie classiche di analisi morale dell’azione, perché solo attraverso la comprensione storica della vita del soggetto, si può cogliere la condizione oggettiva morale a cui tendere. La debolezza morale che caratterizza la vita umana, è il luogo dove si manifesta la misericordia di Dio che dice il bisogno dell’uomo di essere salvato, e il dovere di ciascuno di integrare la fragilità (relazioni di Martin M. Lintner, Giuseppe Pani e Claudio Uras). La modalità d’agire è quella di Cristo, che si china con tenerezza sulla persona, non sul peccato o sulla legge (Cf. Gv. 8 e Misericor-

italiana. Negli anni scorsi, quando era Nunzio l’attuale Presidente del Governatorato, il Cardinale Giuseppe Bertello, per la prima volta aveva avuto un Segretario non italiano, lo spagnolo mons. Luis Miguel Munoz Cardaba.  Mai invece, a differenza degli altri Stati del mondo, era stato nominato un titolare un Nunzio che non fosse originario della stessa Italia. La Nunziatura Apostolica costituisce per ogni Paese la rappresentanza diplomatica della Santa Sede in quello Stato, al modo di una vera e propria Ambasciata, anche se, occorre specificare, non si tratta della Rappresentanza diplomatica dello Stato della Città del Vaticano, ma della stessa Santa Sede (e in questo modo rappresenta dunque anche lo Stato Vaticano). Gestisce i rapporti diplomatici tra la Nazione in cui si trova e la Sede Apostolica, occupandosi delle “provvisteˮ (così vengono dette in gergo le designazioni episcopali alle diocesi) in collaborazione ovviamente con la Congregazione per i Vescovi. Quella in Italia ha la particolarità di avere sede nella città di Roma, nella quale il Papa è Vescovo, e in un Paese nel quale egli è il Primate. Considerata la presenza del Papa, che pur risiedendo teoricamente fuori dall’Italia

dia et misera n. 1). Il fedele ha bisogno dell’accompagnamento sacramentale e non sacramentale della direzione spirituale, per cercare la sincerità verso se stessi e verso Dio, guardandosi con il Suo sguardo amorevole e misericordioso. Il sacerdote nell’agire pastorale è chiamato a sostenere il discernimento personale del soggetto, proponendo quello spirituale ed etico, perché il bene possibile possa attuarsi. La stessa conoscenza della dinamiche sociali e delle forze che le animano sono indispensabili, a partire dall’analisi dei cicli di vita che strutturano l’esistenza delle persone, nella famiglia, nella chiesa e nella

(in Vaticano) ma di fatto nella penisola italiana, si tratta certamente della Nunziatura più importante e delicata, anche se, tradizionalmente, anche altre Nunziature sono ritenute particolarmente importanti, ad esempio quelle in Francia, in Germania, in Spagna, in Inghilterra, e nel mondo, negli Stati Uniti. Come prima sottolineato, la Nunziatura in Italia ha anche la particolarità di essere quella che si occupa dei rapporti con un altro Stato, geograficamente nella penisola ma indipendente: la Serenissima Repubblica di San Marino, troppo piccola per avere un suo Nunzio in esclusiva (capita lo stesso anche in Francia per Monaco e in Spagna per Andorra). E proprio da San Marino, indirettamente, è arrivata la conferma sul nome del nuovo Nunzio in Italia – San Marino.

scuola, da cui possa progettarsi un percorso educativo di accompagnamento e supporto delle fragilità relazionali vissute. La riflessione teologico morale è stata splendidamente arricchita e supportata dalla mostra Famiglia un opera d’arte di don Giuseppe Pani, che ha messo a fuoco quanto la complessità della condizione umana sia stata oggetto di attenzione da parte di vari artisti, all’interno delle relazioni fondative della famiglia e come queste possano essere vissute differentemente, ma trovino sempre in Cristo e nel tornare a Lui, la loro realizzazione. Il seminario, in ultima analisi, ha permesso di sottolineare come ripensare e rinnovare la Teologia morale e il conseguente agire pastorale, siano fortemente auspicati da AL, e saranno resi possibili solo se i pastori, professori e tutti i fedeli, si apriranno, con il cuore di Cristo, all’ascolto e alla comprensione delle nuove esigenze e consapevolezze che la realtà quotidiana complessa, preziosa e insieme ferita porta con sé.

Speciale Nomina Arcivescovo A cura di Don Francesco Marruncheddu

Olbia 13 settembre, Consacrazione Episcopale di Mons. Saba

la pienezza del sacerdozio

Con la Consacrazione Episcopale, a don Gian Franco Saba sarà conferita la pienezza del Sacerdozio. Sono infatti tre i gradi del Sacro Ordine: Diaconato, Presbiterato ed Episcopato. Il rito dell’Ordinazione Episcopale gli imprimerà per sempre il carattere di Vescovo, Sommo Sacerdote del Popolo Santo di Dio per la Chiesa Turritana. Fino ad oggi, dallo scorso 27 giugno, mons. Saba ha avuto il titolo di “Vescovo eletto”. Ora questo titolo viene, in qualche modo, completato, riempito con la forza del Sacramento. Anche sacramentalmente, dunque, don Gian Franco sarà Vescovo, capace dunque di governare, santificare, insegnare e confermare il suo popolo.

IL LUOGO Per la sua Ordinazione Episco-

pale, don Gian Franco, presbitero della Chiesa di Tempio – Ampurias, ha scelto Olbia, la sua città natale. In un primo tempo si era deciso di celebrare il rito presso la storica Basilica di San Simplicio, cuore della Chiesa dell’antica Civita, e comunità parrocchiale nella quale il nuovo Arcivescovo ha ricevuto tutti i Sacramenti e iniziato e vissuto il suo cammino cristiano. Una chiesa splendida, capolavoro del romanico in Sardegna, ma non abbastanza grande da accogliere un rito di questo tipo. Si era pensatoio dunque allo spiazzo antistante. Ma negli ultimi giorni, visti i numeri attesi, e le vigenti normative di sicurezza, più severe, conseguenti ai fatti di Torino, si è deciso di spostare la celebrazione presso il più ampio spazio dello Stadio Comunale di Olbia. La scelta di celebrare l’Ordinazione nella diocesi di origine è bella e particolare, e si differenzia dalla prassi che ultimamente sta prendendo piede, cioè quella di essere consacrati già nella stessa diocesi che il nuovo Vescovo andrà a guidare, unendo così Ordinazione e Presa di possesso canonica e, in un certo modo, “sveltendo i tempi”. Mons. Saba ha però giustamente scelto di essere consacrato nella sua città per un motivo spirituale e affettivo verso la comunità che lo ha generato nella fede, e per dare la gioia di questa festa ad una città, Olbia, che non ha mai visto una Ordinazione Episcopale, e ad una

diocesi, quella di Tempio, che non ne vedeva una dal 3 ottobre 1971, quando mons. Carlo Curis a La Maddalena venne ordinato Vescovo con il titolo Arcivescovile di Medeli dal Cardinale Segretario di Stato Jean-Marie Villot.

COME AVVIENE IL RITO L’Ordinazione Episcopale avviene solo ed esclusivamente per mandato del Papa. Subito dopo la proclamazione del Vangelo, inizia la presentazione dell’ordinando con lettura appunto del Mandato Apostolico del Santo Padre Francesco, che viene poi mostrato al Popolo Santo di Dio. Dopo l’omelia, e il canto del Veni Creator, vengono poste le domande canoniche all’ordinando circa gli impegni che egli va ad assumere. Dopo, don Gian Franco si prostra a terra mentre si invoca la protezione dei Santi con il solenne e cadenzato canto gregoriano delle litanie. Subito dopo, uno alla volta, in silenzio, il Vescovo ordinante principale, mons. Sebastiano Sanguinetti, i coconsacranti mons. Paolo Atzei e mons. Arrigo Miglio, e tutti, i Vescovi concelebranti impongono le mani sul capo di mons. Saba. Terminato il rito dell’imposizione delle mani, due diaconi aprono l’Evangeliario  sul capo dell’ordinato, mentre mons. Sanguinetti pronuncia la Preghiera di Ordinazione e procede poi con l’unzione con il Sacro Crisma sul capo dell’eletto. Gli impone poi

Primo incontro tra il Sindaco Sanna e l’Arcivescovo eletto

sogni, speranze e progetti

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rimo incontro fra l’Arcivescovo eletto mons. Gian Franco Saba e il Sindaco di Sassari dr. Nicola Sanna. All’indomani della grande Festha manna dei Candelieri, il Primo Cittadino di Sassari, Città cuore della diocesi in quanto Sede Arcivescovile Metropolitana, ha voluto fare visita al nuovo Pastore della Chiesa Turritana, andandolo a trovare a Sant’Antonio di Gallura, dove don Gian Franco ha esercitato fino all’ultimo il suo ministero di Parroco. L’incontro si è svolto in un clima di grande cordialità e simpatia, da subito arricchito dalle simili origini familiari, legate alla terra e al lavoro agricolo. Il dr. Sanna ha poi presentato dettagliatamente al nuovo Arcivescovo la situazione socio-economica e culturale di Sassari, sottolineando punti di forza e di criticità, mettendo in evidenza i problemi della popolazione ma anche i sogni, le speranze e i progetti in cantiere. Mons. Saba ha ascoltato con grande attenzione, approfondendo diversi punti, porgendo domande e chiedendo informazioni su tanti aspetti della città e del territorio. Ha potuto realizzare così una immagine molto concreta di Sassari, della quale anche lui, a breve, come Pastore, diventerà

cittadino e massimo punto di riferimento spirituale. Un incontro che rinsalda le buonissime relazioni che da molto tempo caratterizzano il rapporto tra Palazzo Arcivescovile e Palazzo Ducale, e che a mons. Saba è servito per introdursi meglio nella realtà sociale, culturale, tradizionale, economica e politica di Sassari. Il lungo e piacevole incontro è stata dunque la prima occasione di incontro, conoscenza e confronto con il governo cittadino, e l’ottimo presupposto per una collaborazione proficua, amichevole e costruttiva. Il Sindaco ha portato in dono al nuovo Arcivescovo alcune pubblicazioni sulla Città e sulla appena celebrata faradda de ri candareri, per la quale mons. Saba ha dimostrato da subito grande interesse. L’anno prossimo sarà lui ad accogliere a Santa Maria i Candelieri la sera del 14 agosto e a benedire il popolo in festa, concludendo con l’augurio “a zent’anni”.

la  mitria, il copricapo vescovile a due punte, segno di splendore e santità, e richiamo all’Antico e al Nuovo Testamento, gli consegna il  pastorale, segno della guida e del governo del gregge, e gli infila al dito l’anello episcopale, segno di sponsalità con la Chiesa. Dopo la comunione mons. Saba scende in mezzo all’assemblea per benedirla, preceduto dai due coconsacranti, mentre si canta l’inno del Te Deum.

I CONSACRANTI In ogni Ordinazione Episcopale sono presenti e necessari un Vescovo ordinante principale coadiuvato da due Vescovi Coconsacranti principali, scelti dall’ordinando, ai quali si affiancano gli altri Vescovi presenti in qualità anch’essi di coconsacranti. Per la sua consacrazione episcopale mons. Gian Franco Saba ha scelto come Ordinante principale il suo Vescovo diocesano, mons. Sebastiano Sanguinetti (che per la prima volta ordina un Vescovo), come coconsacranti il suo predecessore sulla Cattedra Turritana, mons. Paolo Atzei (che tra l’altro lo ordinò Sacerdote nel 1993) e il Presidente della Conferenza Episcopale Sarda. mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari. A loro si uniranno tutti gli altri Arcivescovi e Vescovi della Sardegna più alcuni altri provenienti da fuori dell’isola.

In questi giorni che precedono la Consacrazione Episcopale di Mons. Gian Franco Saba, nostro nuovo Arcivescovo, e la Presa di Possesso Canonica dell’Arcidiocesi di Sassari, tutta la Chiesa Turritana è invitata caldamente alla preghiera al Signore, incessante e fervida, perché, intercedente Maria SS.ma Vergine delle Grazie, il novello Pastore abbia l’assistenza dello Spirito Santo e la benedizione di Cristo, Sommo Eterno Sacerdote, nell’inizio del Suo ministero apostolico in questa Chiesa di Sassari. In particolar modo, si chiede a tutti i Parroci e Sacerdoti impegnati nelle diverse realtà pastorali, di esortare il Popolo Santo di Dio alla preghiera, specialmente nella celebrazione delle SS. Messe (sarebbe utile il ricordo specie nella Preghiera dei Fedeli) e promuovendo momenti di adorazione eucaristica e riflessione in momenti debiti della vita della comunità. L’Arcivescovo mons. Gian Franco Saba ha fatto sapere a quanti, Sacerdoti, religiosi, amici, fedeli, Istituzioni, desiderassero esprimerGli sentimenti di vicinanza e affetto in occasione della Sua consacrazione episcopale e presa di possesso della Cattedra Turritana, di gradire piuttosto, invece di ogni forma di regalo, al quale ben volentieri rinuncia, un libero contributo alla realizzazione del Progetto Educativo Interculturale “Insieme per un umanesimo dell’educazione senza frontiere”, al quale, seguendo l’esempio e la linea del Santo Padre, il Papa Francesco, mons. Saba intende dar vita come segno tangibile della charitas episcopalis, di quell’amore del Vescovo verso i più bisognosi. Chi intendesse incentivare questa iniziativa, sostitutiva di ogni forma di dono, può farlo attraverso questi canali: Banco di Sardegna: iban IT 71G0101597700000070644408 Poste Italiane: iban IT 29W0760105138286730786742 carta n. 5333171044520282 Intestato a Mons. Gian Franco Saba – Arcivescovo Causale: Progetto Educativo Interculturale

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MondoMissioni

Libertà | 5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | numero 30

Celebrato il Giubileo per i 50 anni della Diocesi di Ihosy

noi siamo chiesa, luce, inviati

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ueste poche parole hanno fatto da corollario, sottofondo e stimolo di riflessione della festa in occasione del Giubileo per i cinquant’anni dalla erezione canonica della Diocesi di Ihosy avvenuta il 13 aprile  1967  con la bolla Mirifice sane di papa Paolo VI. Sono stati quattro giorni di preghiera e riflessione accompagnati da un sottofondo di gioia e gratitudine nonché un pizzico di stupore per quanto stava accadendo sotto i nostri occhi. Per celebrare il giubileo sono stati scelti i giorni prossimi alla festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al cielo, perché patrona della diocesi. Già da tre anni le singole comunità cristiane anche nei villaggi più lontani si sono preparate per vivere al meglio questo evento. Nel 2014 il vescovo dopo aver consultato gli organismi diocesani (consultori, presbiterio, religiosi/e, varie commissioni e comitati laicali) ha deciso di organizzare un Sinodo Diocesano per dare un nuovo slancio pastorale in tutta la diocesi e per trovare un nuovo cammino pastorale da percorrere insieme per i prossimi 50 anni e oltre. Il cammino sinodale triennale è stato tracciato dai temi: “Chiesa comunione” nel 2014, “Chiesa che celebra e si rinnova nei Sacramenti” nel 2015, il terzo anno invece “Chiesa missionaria e serva”. Dal primo gennaio 2017 tutte le comunità cristiane, disperse nei vari villaggi, hanno riletto la breve storia delle proprie comunità e quella diocesana, e ringraziato il Signore per tutti i benefici profusi in questi primi cinquant’anni di Grazia. La preparazione immediata per la comunità parrocchiale della Cattedrale di Ihosy, per la comunità parrocchiale di San Vincenzo de Paoli sempre a Ihosy e per il nostro distretto di Analavoka è consistita nella celebrazione della Missione popolare, ben organizzata e al quanto capillare nella visita alle famiglie. In tutti i singoli distretti

comunque c’è stata la visita da parte dei seminaristi del Seminario Maggiore, che nel mese di Luglio, conclusi gli studi nel Seminario inter-diocesano, si sono dedicati all’animazione delle singole comunità, in modo particolare preparando la Liturgia con i cristiani dei singoli centri pastorali, i canti e i balli, per rendere più cosciente e calorosa la loro singola partecipazione all’evento giubilare. Momenti forti della celebrazione giubilare sono state la Solenne Messa di inaugurazione la domenica 13 agosto, l’arrivo del Nunzio apostolico in Madagascar Mons. Paolo Rocco Gualtieri lunedì 14 e la Messa conclusiva martedì 15 agosto. Una decina i vescovi giunti per prendere parte alla festa giubilare da tutto il Madagascar, oltre un centinaio i sacerdoti convenuti, moltissime le religiose presenti, non solo quelle che operano al servizio della diocesi, ma tante le consorelle che in passato hanno lavorato per la diocesi di Ihosy e nonostante siano pas-

sati tanti anni non sono volute mancare. Presenza preziosa quella di padre Strappazzon, tra i primi missionari vincenziani arrivati da Torino per dare origine all’evangelizzazione nella diocesi di Ihosy oltre cinquant’anni fa. Il ricordo naturalmente è

stato per tutti i primi missionari, sia coloro già defunti, sia coloro (come ad esempio padre Giovanni Razzu) che per motivi di salute si trovano ora lontano dalla loro amata diocesi di Ihosy. I cristiani provenienti dai vari villaggi hanno superato le 4000 presenze, molti i giovani che hanno partecipato attivamen-

te all’evento. Una mostra fotografica allestita nel chiostro del Seminario minore diocesano ha aiutato i più giovani a rileggere in maniera accattivante la storia della diocesi, mentre nei più adulti ha provocato sentimenti di nostalgia e solitudine per gli inizi umili ma entusiasmanti dell’evangelizzazione al Sud del Madagascar, in questo territorio ospitato dai “bara”. Nelle celebrazioni ben preparate e compartecipate sono emersi, attraverso i canti, i balli e le varie processioni, gli usi e costumi che caratterizzano il popolo “bara”. Molto significativa l’intronizzazione dell’Evangeliario nella Messa inaugurale, perché attraverso la danza liturgica è stata rappresentata una barca che dal fondo dello spazio della celebrazione procedeva verso l’altare, con i simboli dello Stato italiano e vaticano, per mettere in evidenza che dall’Italia oltre

cinquant’anni fa così come ora continuano ad arrivare missionari per l’Evangelizzazione dei popoli, ma ad accogliere l’Evangeliario ai piedi del presbiterio è stato il Vescovo primo servitore della Parola in diocesi. L’arrivo del Nunzio apostolico in Madagascar, nel pomeriggio di lunedì 14 agosto, è stato solennizzato attraverso l’accoglienza di un congruo numero di cristiani con le varie macchine dei missionari a più di 30 kilometri di distanza da Ihosy. Arrivato a Zazafotsy infatti, è stato accolto come l’inviato e rappresentante del Santo Padre papa Francesco con gioia e curiosità e accompagnato, scortato attraverso un corteo di macchine, bandiere e musica verso la cattedrale di Ihosy vestita a festa e strapiena di fedeli che attendevano con ansia il suo arrivo benedicente. Molto forti i messaggi offerti alla comunità diocesana, soprattutto quelli legati all’impegno che ogni singolo cristiano deve assumersi di fronte ai mali che attualmente feriscono questa porzione di popolo, qui al Sud, come la corruzione sempre più dilagante, il brigantaggio, il furto di buoi, la prostituzione di ragazze giovanissime, il disboscamento, l’analfabetismo e ancora peggio, come un cancro che invade pian piano tutto il corpo, lo scoraggiamento che non aiuta i giovani a prendere in mano la loro vita e farsi promotori di scelte che portino a cambiamenti reali e radicali. Proprio su questo punto ha insistito moltissimo il Nunzio, essere promotori di cambiamenti, seppur piccoli. E questo è quello che ci auguriamo non solo per la Chiesa diocesana di Ihosy, ma per tutta la comunità cristiana che giorno dopo giorno continua a promuovere ed evangelizzare il cambiamento provocato da Cristo che ha messo in gioco se stesso. Don Francesco Meloni

Diario

Mercoledì 2 Santa Maria degli Angeli

Le feste di agosto ricordato le diverse testimonianze della sua opera di carità.

Festeggiata dal Gremio dei muratori. Le comunità francescane e le parrocchie dove è presente l’Ordine Francescano Secolare hanno celebrato in tale occasione la festa del “Perdono di Assisi”, in ricordo dell’indulgenza concessa a San Francesco da parte di Papa Onorio III.

Martedì 15 Solennità dell’Assunta

Domenica 6 Madonna del Buon Cammino Il Gremio dei Viandanti ha celebrato la propria festa maggiore. Le celebrazioni, come da tradizione, si sono svolte nella chiesa di Sant’Agostino. Al mattino si è svolta la solenne celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Pietro Meloni, Vescovo Emerito di Nuoro. Presente Monsignor Jean Marie Gervais, rappresentante del Capitolo Vaticano, come segno concreto della vicinanza di Papa Francesco, che ha recentemente accolto sul sagrato della basilica di San Pietro il simulacro di Nostra Signora del Buon Cammino. In serata la processione ha attraversato le vie del centro cittadino, con il simulacro di Nostra Signora del Buon Cammino. Lunedì 7 San Sisto

Domenica 13 Consegna della targa a Padre Paolo Atzei Tredici edizioni della Faradda per l’Arcivescovo Padre Paolo Atzei. Un traguardo che l’Amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Nicola Sanna, ha voluto celebrare in occasione della tradizione cerimonia di premiazione per il Candeliere d’Oro. Il primo cittadino, a nome di tutta la Municipalità, ha voluto consegnare una targa ricordo all’Arcivescovo, per manifestare con un segno tangibile il “grazie” della città di Sassari nei confronti di Padre Paolo Atzei per questi anni di servizio instancabile nella Sede Metropolitana di Sassari. L’evento si è svolto alla vigilia della festa dei Candelieri nella cornice di Piazza Santa Caterina davanti a un numeroso pubblico.

Festeggiamenti nelle omonime chiese , quella parrocchiale di Sassari, e in quella di Giave.

Lunedì 14 San Massimiliano Maria Kolbe

Martedì 8 San Domenico Celebrazioni nella parrocchia di Caniga intitolata al fondatore dell’Ordine dei Predicatori. Il santo è è stato festeggiato nella parrocchia Sant’Agostino, legata alla storica presenza dei frati domenicani.

A Santa Maria di Betlem è stato ricordato il martirio del religioso francescano, avvenuto il 14 agosto 1941, vigilia della Festa dell’Assunzione di Maria, nel campo di concentramento di Auschwitz.

Sabato 12 Ricordo di Madre Maria Paola Muzzeddu In occasione del 47° anniversario della morte di Madre Maria Paola Muzzeddu, nella chiesa di Mater Purissima, in via Roth, si è svolta una celebrazione eucaristica per ricordare la figura fondatrice della congregazione delle Figlie di Mater Purissima. L’Arcivescovo nell’omelia ha richiamato la fedeltà di Madre Maria Paola Muzzeddu a Cristo sposo e ha

Domenica 20 Sant’Anastasia Festeggiata nell’omonima parrocchiale a Tissi.

chiesa

Lunedì 21 San Pio X Festa nella comunità parrocchiale di Li Punti. Martedì 22 Beata Vergine Regina Festa nella parrocchia di Tottubella. Giovedì 24 San Bartolomeo Festa patronale a Ossi. Venerdì 25 San Ludovico Re di Francia e patrono dell’Ordine Francescano Secolare. Festa a Santa Maria in Betlem e in tutte le comunità e le parrocchie dove sono presente fraternità dell’Ofs.

La madre di Sant’Agostino è stata festeggiata nella chiesa parrocchiale di Sorso, dopo un triduo di preparazione al quale hanno partecipato i fedeli della parrocchia. Nel pomeriggio, dopo la solenne celebrazione eucaristica, si è svolta la processione che ha attraversato alcune vie del territorio parrocchiale.

Il martire è stato festeggiato in particolare a Banari. Alle 11 nella chiesa parrocchiale si è svolta la celebrazione eucaristica con panegirico accompagnata da “Su Cuncordu Banaresu”. Alle 18, un’altra celebrazione seguita dalla processione per le vie del paese, accompagnata dalla banda musicale “Città di Sassari” e dai gruppi in costume. Festeggiamenti anche nella omonima frazione di Osilo.

La vergine, fondatrice insieme a San Francesco dell’Ordine delle Clarisse, è stata ricordata in tutte le chiese francescane e soprattutto nell’omonima parrocchia di Cossoine. A Sassari le celebrazioni si sono concentrate, come da tradizione, nell’antico Monastero delle Cappuccine riaperto nel febbraio del 2016.

Celebrata in tutta la Chiesa, in Diocesi in particolare a Florinas, Palmadula e Ploaghe.

Domenica 27 Santa Monica

Giovedì 10 San Lorenzo

Venerdì 11 Santa Chiara d’Assisi

dei sassaresi e della riconoscenza della città alla Vergine Assunta. L’arrivo dei ceri a Santa Maria di Betlem e lo scioglimento del voto alle 02:30 davanti al simulacro della Vergine hanno permesso di ricondurre la fatica e l’euforia della discesa in un clima di preghiera e affidamento a Maria. E’ ciò che hanno ricordato, nei loro discorsi, il padre Guardiano di Santa Maria e l’Arcivescovo.

Santa Maria Iscalas a Cossoine e San Vincenzo Ferrer a Siligo Discesa dei Candelieri “Santa Maria, Madre sempre Vergine, Assunta nella gloria in anima e corpo, eccoci riuniti per la Faradda 2017, in questa chiesa del Rosario a Te intitolata, per chiederTi di intercedere per noi, Gremianti e Portatori, e maternamente assisterci nella discesa”. Nel pomeriggio di lunedì 14 agosto, la Discesa dei Candelieri ha avuto inizio con le parole della preghiera composta appositamente dall’Arcivescovo Padre Paolo Atzei. Iniziare con la preghiera ha permesso è stato un modo concreto per ricordare il costante riferimento mariano di una festa che si svolge nel contesto liturgico della solennità mariana dell’Assunzione. Nella preghiera si chiede che “Tutto si svolga con ordine, rispetto e secondo la peculiarità civile e cristiana dello scioglimento annuale del Voto”. E così è stato. Gli undici enormi ceri votivi hanno attraversato le vie del centro storico in un clima di festa, espressione della fede sincera

Festeggiamenti religiosi nelle rispettive chiese campestri. Lunedì 28 Sant’Agostino Il santo Vescovo, dottore della Chiesa, è stato festeggiato nell’omonima chiesa parrocchiale di Sassari. Martedì 29 Martirio di San Giovanni Battista Festeggiamenti a Mores. Il simulacro del santo è stato accompagnato in processione dalla chiesa di Santa Caterina fino alla chiesa campestre dedicata al santo. I devoti e i gruppi in costume hanno accompagnato il simulacro che ha fatto ritorno il 31 agosto nella chiesa di Santa Caterina con una nuova processione. Festeggiamenti anche nell’agro di Sassari.

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Vita diocesana

Libertà | 5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | numero 30

Campo estivo per i giovanissimi di Cristo Redentore

dal creato alla “laudato si’”

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state: periodo ideale per vivere a stretto contatto con la natura. Ma ci siamo mai chiesti come ci comportiamo nei confronti della realtà che ci circonda? È stata questa l’idea centrale da cui siamo partiti per proporre la tematica del campo estivo che ha coinvolto i ragazzi e i giovani della Parrocchia di Cristo Redentore di età compresa tra gli 11 (ragazzi che a ottobre riceveranno il Sacramento della Confermazione) e i 17 anni. Il nostro, però, non è stato un campo ecologista e non ci siamo ispirati al manuale delle Giovani Marmotte. Ogni giornata prevedeva infatti la riflessione su un elemento della natura che veniva accompagnata dalla lettura della Parola di Dio e dal richiamo all’enciclica “Laudato si’ ” di Papa Francesco. All’inizio di ogni giornata la tematica veniva introdotta dall’alza bandiera in modo da avere davanti, durante tutti i momenti del campo, l’immagine dei cinque elementi su cui avremmo riflettuto. Il primo giorno abbiamo parlato della Terra. Ci siamo chiesti in che modo ognuno di noi si relaziona col creato e se abbiamo

consapevolezza del fatto che la Terra ci appartiene ma non è solo nostra, è anche di chi vive in questo tempo insieme a noi e di chi verrà dopo di noi. Tutto questo ci porta quindi a domandarci se abbiamo rispetto per la casa di tutti e se ci siamo mai chiesti da dove proviene tutto ciò che ci circonda. Il secondo giorno, dedicato all’Acqua, non poteva non legarsi al Battesimo che ci fa rinascere a una nuova Vita ed è quindi importante come il nostro compleanno (anche se la maggior parte di noi non ricordava la data del proprio Battesimo). Oltre a dissetarci ed essere per noi indispensabile, l’Acqua ci permette di purificarci e in questa giornata abbiamo potuto riavvicinarci a Dio con il Sacramento della Riconciliazione. Riflettere sul Sole che ci dona la vita ci ha fatto pensare a Cristo che dovrebbe essere il centro delle nostre vite, che ci permette di fare luce sulla nostra storia personale e ci aiuta a conoscere meglio noi stessi. E questa giornata è iniziata con lo spettacolo dell’alba che ci ha fatto provare stupore, meraviglia e attesa. Il passaggio dal buio alla luce ci ha fatto ricordare come nel-

la nostra esperienza personale spesso preferiamo rimanere nel buio e dimentichiamo quanto sia bella la luce che è presente nelle nostre vite. Non è stato un caso che proprio nel giorno dedicato al Sole sia stata celebrata la prima messa del campo. I nostri ragazzi sono stati resi protagonisti non solo nella preparazione della liturgia, ma anche nella vera e propria costruzione dell’altare e dell’ambone, utilizzando, sempre con attenzione e rispetto, quello che la natura circostante ci offriva. Il Fuoco, nell’ultima giornata intera di campo, ci ha fatto pensare alla forza dello Spirito Santo che può darci coraggio, vitalità, gioia, fiducia rendendoci pronti ad annunciare il Vangelo. Il dono dello Spirito è proprio un fuoco e se lo lasciamo espandere può trasformare tutta la nostra vita. Per questo è stato chiesto ai cresimati cosa ricordano della propria Cresima e, ai cresimandi, cosa si aspettano dal Sacramento della Confermazione. L’ultimo giorno, conclusosi con la Celebrazione Eucaristica insieme ai genitori, ci siamo soffermati sul Cielo come immagine del futuro e abbiamo iniziato a pensare al rientro a casa e

a come diventare persone che danno sapore e che illuminano il mondo. Come in tutti i nostri campi, anche quest’anno abbiamo potuto sperimentare, insieme ai momenti di riflessione e condivisione nei gruppi, la gioia di stare insieme e il divertimento del gioco, con i ragazzi divisi in sei squadre (vista l’alta adesione al campo: 60 partecipanti!!!) ispirate anch’esse, nei nomi, negli urli e in tutte le loro caratteristiche, agli elementi della natura. Il divertimento, però, pur molto importante, non ha preso il sopravvento sul significato della nostra esperienza e ogni notte, prima di andare a dormire, avevamo un segno che ci ricordasse il tema della giornata. Così, nel giorno della Terra, i ragazzi hanno appeso dei fogliettini su un albero secco in modo da farlo rifiorire con i propri impegni. La sera dell’Acqua abbiamo toccato l’acqua benedetta e fatto il segno della Croce in ricordo del nostro Battesimo. La giornata del Sole si è conclusa quando ognuno di noi ha acceso dal cero centrale la propria candela perché tutti insieme, uniti a Gesù, formiamo una grande luce che illumina e riscalda. Il culmine è stato sicuramente la Veglia dell’ultima notte, in cui sono stati richiamati tutti gli elementi e abbiamo riflettuto e condiviso con gli altri cosa avremmo portato con noi dopo l’esperienza del campo. Per noi, infatti, il campo estivo non segna la conclusione delle attività dell’anno appena trascorso, ma il proseguo e, per i più piccoli, l’inizio di quel percorso dedicato a tutti i ragazzi e i giovani che non vedono nella Cresima “il Sacramento dell’addio”.

San Francesco, Ittiri: a Baumela con i ragazzi del post-cresima

ripensare ai grandi doni di dio

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nche quest’anno la Parrocchia San Francesco di Ittiri ha organizzato   dal 10 al 16 luglio un camposcuola per i ragazzi del post cresima 15- 16 anni, a Baumela nel comune di Villagrande Strisaili.  38 ragazzi che insieme a me, parroco ,e con l’aiuto di alcuni animatori hanno vissuto questa esperienza. Il tema del campo: “Alle sorgenti della vita” è un ritornare a ripensare ai grandi doni che Dio ha fatto all’uomo. Si prevedeva per ogni giorno la riflessione su un elemento della natura ma allo stesso tempo un messaggio umano e una pro-

posta di fede: la terra, l’acqua, il sole, il fuoco e il cielo. Questi i temi che hanno accompagnato la riflessione dei ragazzi nel lavoro di gruppo ma anche nelle celebrazioni vissute ogni giorno in base al tema. Le giornate erano scandite anche da giochi e tanto divertimento. Ogni campo è  sempre conclusione di un anno passato ma anche ponte per il nuovo che da parte dei ragazzi vuole essere impegno per il prossimo, di partecipazione attiva alla vita della comunità parrocchiale e servizio nell’animazione della messa domenicale.  D.V. Businco

Vita diocesana

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Dall’Africa a casa per un po’ di riposo

suor alessandra torna a ploaghe

N

ella leggerezza del tempo delle ferie estive, le occasioni di riflessione e arricchimento sono ben gradite, come lo è stato l’incontro con suor Alessandra Pulina, tenutosi nella nostra parrocchia il 9 agosto u.s. Suor Alessandra, nostra compaesana, rientrata in famiglia per un breve periodo di riposo, missionaria della Consolata da sedici anni, da tre anni, secondo il carisma proprio del suo ordine, si è trasferita in Guinea Bissau, nell’Africa occidentale, una regione composta da una parte continentale e da un arcipelago di 80 isole e di questa sua esperienza di missione ha parlato alla nostra comunità; attraverso la visione di immagini intercalate dalla lettura di alcuni brani del Magistero ci ha raccontato di “una Chiesa che esce”. Ha saputo trasportarci, almeno per un paio d’ore, in quei villaggi e fra quella gente dove lei vive, insieme ad altre consorelle, muovendosi sulle gambe dell’evangelizzazione: l’annuncio e la promozione umana. Una popolazione

quella della Guinea Bissau che per la maggior parte ha un’età inferiore ai 30 anni, una realtà nella quale convivono 28 etnie differenti e con la quale le missionarie cercano di entrare in contatto, ne ascoltano i bisogni, promuovono la cura della salute, seguono la formazione dei catecumeni e di nuovi catechisti. Fanno della missione, come luogo fisico, un punto di

incontrano e di riferimento. Da donne inoltre hanno un occhio di riguardo per la donna, ne promuovono la formazione e l’emancipazione. La loro presenza in queste zone, ci spiega suor Alessandra è scambio reciproco: la convivenza con culture diverse è faticosa ma aiuta ad allargare lo sguardo, a scoprire una sapienza e semplicità di vita, a sentirsi rinnovate nel-

la fede dai giovani catecumeni che seguono. Concludendo l’incontro, con l’entusiasmo e la spontaneità del suo parlare, ci ha ricordato che il mandato missionario della Chiesa appartiene ai consacrati come ai laici, tutti siamo chiamati ad essere Chiesa in uscita. Loredana Nela

Grazie ai sacerdoti Ogni persona, ogni storia è importante 35 mila sacerdoti diocesani, nelle parrocchie italiane, hanno scelto di donare la loro vita al Vangelo e agli altri. Per vivere hanno bisogno anche di noi. Doniamo a chi si dona. Don Diego Conforzi, parroco di Sant’Ugo a Roma

Sostieni il loro impegno con la tua Offerta OFFRI IL TUO CONTRIBUTO AI SACERDOTI CON: versamento sul conto corrente postale n. 57803009 n carta di credito, chiamando il Numero Verde 800-825000 o sul sito www.insiemeaisacerdoti.it n bonifico bancario presso le principali banche italiane n versamento diretto all’Istituto Sostentamento Clero della tua Diocesi. L’Offerta è deducibile. n

Maggiori informazioni su www.insiemeaisacerdoti.it Segui le storie dei sacerdoti su facebook.com/insiemeaisacerdoti

CHIESA CATTOLICA C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana

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Vita diocesana

Libertà | 5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | numero 30

Sassari, l’invito ad aprire le porte dei conventi non è rimasto inascoltato

accogliere, voce del verbo amare

V

olge al termine un’estate difficile: roghi appiccati in tutta Italia, terremoti, caldo prolungato e soffocante, notizie di guerre ed uragani. Pur non amando le notizie negative è necessario proseguire l’elenco: nel mese di giugno si solleva il polverone contro l’attività delle ONG impegnate nel soccorso e nel salvataggio in mare dei migranti; il governo, con una virata di percorso, prende posizione. Segue codice di condotta delle ONG varato dal Viminale. Ci si domanda come sia possibile che la solidarietà, da obbligo umanitario, sia divenuto un crimine. Per tale crimine è indagato anche padre Mussie Zerai, difensore dei diritti umani dei migranti, noto per il suo impegno contro la tratta di esseri umani e candidato al premio Nobel per la pace. Riporto quanto affermato da Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas Italiana: “Ritengo che il tema non debba essere centrato esclusivamente sul codice di condotta delle ONG ma sul salvataggio, perché al di là dei codici c’è in gioco la vita umana, che è la nostra preoccupazione maggiore. E chi se ne prende la responsabilità?”. Nel vertice tenuto a Parigi il 28 agosto tra Germania, Italia e Spagna allargato a Libia, Niger e Cameroon  si plaude ai risultati raggiunti dall’Italia con la riduzione degli sbarchi dell’86% rispetto al mese di agosto del 2016. Anche le morti nel Mediterraneo sono diminuite, ma tutti sappiamo che l’intesa con la Libia, definita esemplare da Macron e Merkel, sta uccidendo migliaia di persone nel deserto e tenendone imprigionate tante altre in condizioni di disumana e agghiacciante detenzione. Spostare il problema. Questa è la nostra priorità. Allontanare dalla nostra vista e dalla nostra coscienza la visione della povertà, delle ingiustizie, delle nostre responsabilità, anche con un po’ di ipocrisia quando affermiamo poi che l’Italia è un Paese che accoglie. Le conseguenze di scelte politiche non chiare non si fanno attendere e a completare il quadro di un’estate dal clima pesante arrivano le notizie del parroco di Pistoia, preso di mira da CasaPound  per la sua accoglienza verso i migranti e le sue omelie ritenute pericolose (quanto lo può essere il Vangelo), tanto da far decidere il Vescovo  di non lasciarlo solo neanche nella celebrazione dell’Eucarestia. In tempi davvero ravvicinati sopraggiungono i fatti di Roma dove, in Piazza Indipendenza alcune decine di persone, inermi ed esasperate,

vengono sgomberate prima dal palazzo che avevano occupato e poi dalle aiuole dove cercavano di passare la notte. Erano  Eritrei riconosciuti come rifugiati, bambini e donne anche in stato di gravidanza

casione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca...  Tale sollecitudine deve esprimersi concretamente in ogni tappa dell’esperienza migratoria: dalla partenza al

e l’azione ha comportato atti di violenza. Verranno poi accolti presso la “Chiesa dei Santi Apostoli”.  Siamo ad un passaggio delicato del nostro sistema  democratico. L’ispirazione cristiana della democrazia ha sempre avuto come obiettivo quello di partire ed arrivare alla persona ed in questo momento abbiamo bisogno di una politica che riporti alla centralità della persona, abbiamo bisogno di fare chiarezza. Si, bisogna dirlo, siamo disorientati e feriti; il sistema di accoglienza in Italia è molto fragile, con gravi discrepanze tra una regione e l’altra ed anche all’interno delle singole regioni, vi è un grande sperpero di denaro pubblico ed un’accoglienza a termine; molti disperati vagano per le nostre città senza punti di riferimento, senza un luogo per il pernottamento, senza conoscere la lingua, senza un minimo di formazione. “Il forestiero dimorante tra voi lo tratterete come colui che è nato tra voi; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio” (19,34).  È questa la premessa ed introduzione del messaggio del Santo Padre Francesco per la giornata mondiale  del rifugiato 2018, e prosegue “Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’oc-

viaggio, dall’arrivo al ritorno. È una grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà, i quali sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità”. Papa Francesco aggiunge di avere invocato la luce dello Spirito Santo e di aver istituito il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale per esprimere la sollecitudine della Chiesa  verso i migranti, gli sfollati, i rifugiati e le vittime della tratta. Ci dona

poi quattro verbi da coniugare: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. A questo punto nessuno si potrebbe permettere di fare un sunto di un documento così elevato. Riportiamo la scheda che ognuno possa consultare. Ma è così difficile accogliere e proteggere, così difficile lasciare paure e pregiudizi e ricercare giustizia, riconoscersi nell’umanità dell’altro, volere per lui gli stessi diritti che vogliamo garantiti per noi stessi e per i nostri figli?  Accogliere ed amare. Una sfida per gli uomini del nostro tempo, ma non utopia, non impossibile da realizzare. Nella nostra diocesi l’accoglienza è stata realizzata ed ha dato i suoi frutti. Il progetto di “Protetto. Rifugiato a casa mia”, portato avanti dalle parrocchie di Cristo Redentore e Sacra Famiglia a Sassari e dalla parrocchia San Pietro Apostolo di Ploaghe ha insegnato che quando si riesce a coniugare l’amore con l’accoglienza mettendo in atto tutte le strategie educative e formative il risultato è l’integrazione. Per questo il giorno 27 settembre, all’udienza del Papa e per la campagna di Caritas Internationalis “Share the Journey” (condividiamo il viaggio), ci saranno anche loro: famiglie, parroci e giovani migranti; partiranno da Sassari per recarsi a Roma, alla volta di Piazza San Pietro e sarà un bel momento di condivisione con le famiglie e le parrocchie di tutte le diocesi di Italia che hanno seguito l’invito del Papa aprendosi a chi “era straniero”.  Certo che l’invito di “aprire le porte dei conventi e dei monasteri” a Sassari non è rimasto inascoltato e, proprio nel giorno di Santa Chiara, la Famiglia Francescana dei Cappuccini  decide di accogliere nei locali delle Monache Clarisse Cappuccine una giovane coppia di siriani con la loro bimba nata pochi giorni prima. Questa bellissima storia d’amore la pubblicheremo nel prossimo numero. Speranza Canu

InformaCaritas

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A cura di Gian Franco Addis

Diario di una missione

“viaggiando incontro te!”

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Luglio 2017: Dedda, Pipirista, Pinolo, Polpetta e Gawaina, cinque intrepidi missionari, dopo un’intensa lotta contro le loro sveglie, si sono alzati all’alba per giungere all’aeroporto di Fertilia. Dopo mesi di sogni, aspettative e programmazione, finalmente Braila – la piccola cittadina della Romania che li avrebbe accolti – si sta avvicinando! Una missione senza imprevisti non si può definire tale e i giovani volontari non hanno dovuto attendere molto per scoprirlo: 4 bagagli sono dispersi! Ma niente panico, salgono sul pullman diretto a Braila con la fiducia che lo spirito di adattamento e la Provvidenza di sicuro daranno loro una mano! Ancora qualche metro e i missionari, armati di fischietti e campanelle, mostrano tutto il loro entusiasmo e la gioia di vedere finalmente il vero significato del nome della casa “Il sorriso di Mariele” scritto sul volto di ogni bambino che corre verso di loro ad accoglierli e abbracciarli. 31 Luglio: La giornata inizia sempre con la Santa Messa condivisa con la comunità delle suore della casa famiglia: sr Nicoletta, sr Roberta e sr Maddalena. Il missionario parte spesso con il desiderio di portare con sé qualcosa da donare, ma i nostri sono speciali, seguono alla lettera il consiglio evangelico “Non procuratevi […] bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché

l’operaio ha diritto al suo nutrimento” (Mt 10,9-10). Arrivano a mani vuote! I vestiti e il materiale sono rimasti nelle valigie che ancora non sono state rintracciate. Sperimentando quindi la povertà evangelica e la vera accoglienza, passano la giornata riorganizzando i guardaroba e il materiale necessario per le attività. 1 Agosto: Finalmente Susina raggiunge il gruppo di missionari che la attende con ansia! Ora sono al completo! 1-4/7-9 Agosto: Si parte con le attività! Pinolo, Dedda e Pipirista sono pronti a cominciare un’avventura con i 27 bimbi della casa e del centro diurno. In videoconferenza Mr Cheese, nelle vesti di Zio Paperone, invita le squadre di piccoli esploratori, capitanate da Qui, Quo e Qua (guest star: Lupacchiotta), ad andare alla ricerca di un tesoro prezioso. Nel tragitto incontreranno diversi personaggi del mondo Disney

che proporranno delle attività che aiuteranno i bambini a capire e a vivere meglio l’incontro con l’altro. Polpetta, Susina e Gawaina continuano invece il percorso clown iniziato l’anno precedente con un gruppo di 6 adolescenti della casa. Tra laboratori di fiducia e improvvisazione si preparano ad uno spettacolo e a una mattinata di servizio al parco di Braila! Al pomeriggio tutti in pullmino verso il carcere minorile di Tiçhilesti! Un gruppo di 14 adolescenti è pronto per iniziare un percorso con i missionari, accompagnati da sr Maddalena, che li porterà, attraverso attività e laboratori di acrobatica e di giocoleria, a partecipare allo spettacolo finale per i bambini della casa famiglia. 5-6 Agosto: il finesettimana trascorre tranquillo nella casa, tra momenti comunitari con le suore e uscite informali con i bambini e gli adolescenti della

casa. Momenti preziosi che permettono di gustare la vera quotidianità e in cui le relazioni iniziano a sentirsi e consolidarsi. 10 Agosto: Il giorno dello spettacolo è finalmente arrivato! I missionari, insieme ai giovani della casa e del carcere, si mettono davvero in gioco per mostrare a tutti i bambini, seduti in trepidante attesa, quanto hanno imparato in questi giorni! Gli applausi e le risate non mancano e gli sguardi di tutti parlano di incontri veri, di giornate importanti che ognuno conserverà e farà fruttificare a suo modo. Lo si sente soprattutto nel momento dei saluti con i giovani del carcere, le lacrime non mancano ma hanno il sapore della speranza del seme che ha bisogno della pioggia per poter crescere. 11 Agosto: Si chiude l’avventura dei piccoli esploratori con una grande caccia al tesoro per le strade di Braila! “Viaggiando incontro te” è lo slogan della missione e, alla fine di questo percorso, si capisce che il vero tesoro non sono altro che tutte le persone incontrate in questi giorni! 12-13 Agosto: I missionari si preparano a salutare la casa che li ha accolti in queste due intense settimane. Gli abbracci non si contano più, come le emozioni che scorrono in ogni persona stretta all’altra. I sei giovani ripartono custodendo un legame prezioso con Braila “perché, là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21), o almeno un pezzetto. La revedere, Romania!

Presentati i nuovi progetti educativi dell’Ufficio Animazione

mettersi in gioco, esprimere i talenti

L

unedì 28 agosto 2017, in occasione delle nuove nomine dei docenti di religione della diocesi di Sassari, sono stati presentati i nuovi progetti educativi ideati dall’Ufficio Animazione della Caritas Diocesana di Sassari in favore delle scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado presenti nel territorio della Diocesi. Mirko Casu, Direttore della Caritas Turritana, riprendendo le parole espresse in un video dal professore e scrittore Alessandro D’Avenia, ha sottolineato quanto questi progetti educativi permettano ai bambini, agli adolescenti e a tutti i ragazzi coinvolti di mettersi in gioco esprimendo i propri talenti e la propria unicità. Ha inoltre evidenziato l’importanza di questi

progetti anche per gli animatori che li portano avanti, in quanto rappresentano un’occasione di crescita personale, di formazione continua nonché un’esperienza di servizio educativo importante I giovani volontari del Servizio Civile hanno sottolineato alcuni aspetti significativi dei progetti portati avanti in classe lo scorso anno, rendendo una testimonianza significativa sull’esperienza fatta: paure iniziali nel rapportarsi con i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado, paure che sono state superate grazie alla conoscenza di quest’ultimi mediante il percorso fatto in classe. E’ stato raccontato quanto questi giovani adolescenti siano stati sensibili ed emozionati durante un’uscita extra scolastica che

prevedeva la visita delle Opere Segno Caritas, facendo ricredere sui pregiudizi iniziali nei loro confronti. Sono stati anche presentati le caratteristiche dei Progetti di questo nuovo anno che inizia. Nella scuola primaria verranno affrontati i temi dell’Intercultura, della Pace, della Diversità e della Solidarietà. Nella scuola secondaria di primo grado verrà portato avanti il percorso denominato “Incontrare le Povertà” che cerca di sensibilizzare gli studenti sui temi della povertà e della solidarietà. Nelle scuole secondarie di secondo grado la Caritas Diocesana, ente promotore insieme al Progetto Policoro, si avvale della collaborazione di vari enti partner. L’obiettivo è quello di sensibilizzare gli studenti su tematiche

importanti quali le dipendenze, la salute mentale, la diversità, i diritti umani, la povertà, l’immigrazione, la salute e il lavoro come scelta consapevole. Gli insegnanti interessati ad aderire a uno dei progetti portati avanti dall’Ufficio Animazione potranno trovare i bandi sul sito della Caritas diocesana (www. caritasturritana.it) a partire dal 1 settembre 2017. Gli Animatori della Caritas diocesana

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La Parola di Dio

Libertà | 5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | numero 30

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) Letture: Ezechiele 33, 1-9; Salmo 94; Romani 13. 8-10; Matteo 18, 15-20

il difficile compito della correzione

L

a forma più alta e delicata dell’amore si vive cercando il bene della persona che si ama. Cercare il bene dell’altro non significa concedere tutto, far trovare tutto pronto, sostituirsi a lui. Cercare il bene è volere il bene, anche quello che costa incomprensione e che bisogna costruire faticosamente. Se c’è una difficoltà che rende problematiche le relazioni tra le persone, i rapporti educativi, la vita di famiglia, tra amici, nei diversi posti di lavoro, è accettare la correzione. La permalosità delle persone, la convinzione di essere in regola su tutto, la sottile certezza che noi siamo migliori degli altri, ci impediscono di accogliere qualsiasi osservazione, anche benevola, ci impediscono di essere corretti e aiutati a crescere. Dio, parlando a noi come un Padre che ci ama proprio perché ci corregge, sottolinea che siamo responsabili degli altri. Se col nostro giusto richiamo, li togliamo fuori da un comportamento sbagliato, da una strada trasgressiva, noi abbiamo salvato la vita dell’amico, del genitore, del figlio, del collega. Se non facciamo questo, siamo responsabili della morte del suo cuore, dei suoi comportamenti sbagliati. Se poi una persona, aiutata dal nostro consiglio prudente, rimane ostinata nel suo modo di vivere sarà lei stessa responsabile della sua

morte. Il profeta Ezechiele, parlando in nome di Dio, ci educa ad essere così. Gesù, poi, lo ribadisce in modo molto più chiaro. La sue parole, riportate dall’evangelista Matteo, sono rivolte alla comunità cristiana delle origini Già allora si respirava aria di contese, di conflitti, di divisioni. Era indispensabile dare indicazioni per vivere come famiglia di Dio. La strada indicata da Gesù è chiarissima, senza mezze misure e impegnativa, al punto che noi, lungo i secoli, abbiamo sempre cercato di addomesticarla alla nostra mediocrità. Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello. Noi, al contrario eleviamo subito dei muri di diffidenza di riserve. L’incontro faccia a faccia per creare nuovamente le condizioni dell’armonia, ci crea problema, lo guardiamo con paura, ci sembra un’umiliazione troppo grande. Se non ascolterà, continua Gesù,

prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. La mediazione di qualcuno che abbia la prudenza e la capacità di aiutare a trovare un’intesa, è necessaria. Tuttavia si preferisce lasciare le cose come stanno. Il tempo porterà rimedio. Nel intanto i rapporti diventano sempre più tesi ed escludenti. Se poi non ascolterà costoro, dice Gesù, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. Almeno questa terza strada dovrebbe portare ad un risultato positivo. Si scontra, però, con il silenzio di chi è preposto alla comunità, con la sua neutralità espressa attraverso un rimando alle persone interessate. Viene a mancare quella parola autorevole che potrebbe dirimere le contese: “Vedetevela tra di voi! Io non ci voglio entrare. Io non so nulla!”. Questo modo di fare lascia le cose come stanno, chiude le persone nel silenzio e nell’indifferenza. Il risultato è questo: chi ha muscoli più forti, vin-

... dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.

“Un libro che è proprio la fine del mondo”

ce sempre, anche se ha commesso sopruso; chi è vittima di tante ingiustizie, di parole non vere, di denigrazioni, di ingiustizie è sempre schiacciato. Prima di ogni altro dall’autorità stessa della Chiesa e dal suo silenzio connivente. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio, che è nei cieli, gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.  Non sarebbe più bello, costruttivo e di buon esempio riunirsi insieme, due o tre, chi è in conflitto con un altro, per la preghiera. Il Padre ci darebbe ascolto. Invece la nostra preghiera riesce a stare insieme con i comportamenti peggiori. Diventa l’immagine più chiara dell’incoerenza. Si va ugualmente davanti all’altare con la presunzione del fariseo che ha il coraggio di dire: “Signore, ti ringrazio perché non sono come gli altri”. Se due o tre si riuniscono nel nome di Gesù, e non in forza delle congreghe, delle alleanze, delle simpatie, degli accordi sottobanco, Gesù assicura loro la sua presenza. In caso contrario è impossibile riconoscere Gesù in mezzo a noi. E dovremmo anche chiederci: come fanno gli altri a riconoscerlo in noi? Don Mario Simula

Cultura

indovina chi lo ha consigliato?

H

a fatto notizia la raccomandazione di papa Francesco che di ritorno da uno dei suoi viaggi consigliava di leggere un romanzo: quasi una ‘pubblicità’ come lui stesso disse; il libro è “Il Padrone del mondo” (Lord of the World) considerato il capolavoro dello scrittore Robert Hugh Benson (1867-1914). L’autore, membro del clero anglicano, divenne prete cattolico nel 1903 con un gesto che allora apparve clamoroso. Irresistibile l’endorsement (‘promozione’) papale di un romanzo. Ma di cosa parla il libro? La scena del mondo è collocata dall’autore in un tempo per lui di là da venire: gli inizi del XXI secolo, il nostro presente. Il lettore è spinto a scoprire se e quanto l’immaginazione distopica di Benson può aver prodotto di anticipazioni del futuro. Sembra che lo sguardo lungo dell’autore inglese, che pubblica il libro nel 1907, sia davvero andato oltre fino a prevedere alcune delle realtà e situazioni che appartengono al mondo di oggi. Per esempio la velocità delle comunicazioni tra persone e continenti così come il pro-

gresso dei mezzi di trasporto di terra e dell’aria e tecnologici che cambiano il modo di pensare e di agire degli uomini (eutanasia e attacchi terroristici kamikaze compresi); nonché alcune curiose coincidenze con quelli che saranno alcuni dei passaggi storici del Novecento: la caduta dell’impero sovietico o un papa di nome Giovanni . Meglio sapere da subito le ultime parole del libro: “Allora questo mondo finì, e la sua gloria”. La fine del mondo appunto, preceduta dall’affermarsi universalmente del ‘padrone del mondo’, l’Anticristo, che assume le sembianze di una figura circondata di mistero e dal carisma ineguagliabile: Julian Felsenburgh. Giuliano. Come l’Apostata. Nel romanzo, l’Avversario impone il suo dominio su un mondo omologato e uniformato con il collante dell’ideologia che in nome di un illusorio umanitarismo nega la verità che è l’irriducibile e costitutiva libertà, unicità e imperfezione di ogni essere umano. Il mondo presagito e temuto da Benson è una notte indistinta di individui ridotti a massa

apparentemente pacificata ma espropriata dei caratteri creaturali, di fatto colonizzata per cultura e vita, attraverso l’imposizione totalitaria di principi che mentre predicano la realizzazione dell’uomo al più alto grado possibile di umanità ne determinano il radicale annientamento. Una visione universalistica quella predicata dall’umanitarismo del ‘padrone del mondo’ che illude sui destini felici degli uomini e porta alla distruzione finale. La falsità predicata e agognata dal nuovo Salvatore è sradicare Dio dalla vita individuale e universale abbattendo il cristianesimo. Distruggendo Roma con un’incursione aerea (quasi un resoconto dai fronti moderni di guerra), riducendo in cenere la sede apostolica del vicario di Cristo e costringendo quel che resta del cattolicesimo (dieci milioni di adepti clandestini) al nascondimento e l’ultimo Papa Silvestro al rifugio segreto a Nazareth. Nel luogo in cui tutto ha avuto inizio e trova la fine. Il racconto di Benson non ignora la cultura filosofica (Hegel e Marx) e sorprende per lo spazio concesso anche alle ragioni e alle contestazioni de-

gli antagonisti che affilano le armi dialettiche per scardinare la costruzione millenaria del cattolicesimo. Sul filo sottile che separa verità e menzogna l’autore dà voce ai negatori (personaggi riusciti come la fascinosa giovane Mabel) consentendo un confronto onesto e alla pari tra le posizioni contrarie: Cristo o Anticristo. Dove talvolta la bilancia sembra in equilibrio e si resta in trepidazione per le sorti della fede in Gesù Cristo. Un’attesa ripagata e consolata che tiene incollati alla pagina. Leggere per credere. Leonarda Tola

In Limba

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Dicios antigos e vida moderna

CHIE AT BALANZADU ISPENDHAT

A

Cabidanni, comente narat su numen matessi: Cabu de annu o cumintzu de annu, pro sos pius, si torrat a su trabagliu e a su chi si faghet totu s’annu. Ma est naturale chi, in custu torrare, si diat una mirada a su buscinu, o a su portafogliu, o a su contu, postale o bancariu chi siat, pro abbaidare si b’at avantzadu calchi sodhu (o euro) o si non b’at restadu nudha. De seguru, ognunu ted’aer chilcadu de si fagher bene sos contos innanti de

andhare e sendhe in ferias, ma no est semper chi s’ispendhet su chi si diat cherrer ebbia. Sunt cosas chi capitant a sos bios, mancari si tenzat bene in mente su diciu chi narat: “Segundhu s’intrada faghe s’ispesa”. Candho capitat de che essire a suta, ognunu chilcat de arrangiare sos contos comente podet e de imparare pro àteras bortas. Sendhe chi, cun contos in paris o nono, medas torrant a sas abitudines fitianas, nois damus una mirada a sa situascione ge-

nerale chi amus vividu in custos meses, e semus ancora vivindhe, pro curpa de sa siccagna. At piopidu pagu in totu s’annu e pro meses e meses nudha; su caldu, pius meda de so annos passados, a dies l’ant fatu crescher sos fogos, postos dae pessones iscuscensciadas. Sos avisos pro rispetare s’ambiente e pro avitare s’abba non sunt mancados. De frecuente sos sindhigos, e pius de totu cussu de Tàtari, ant devidu avertire sa zente chi s’abba non si podiat bufare, ne impreare a fagher su manigu, e chi in tzertas oras mancaiat. Lamentos e murrunzos, pro s’abba mala e pro non l’aer a totu sas oras, est cosa naturale, ma chie dat s’abba e la faghet lomper a sas domos non tenet su podere de mantenner pienos sos serbatoios e nemmancu de la mantenner semper neta in totue, pro mutivos chi totu podimus imaginare e cumprendher. Duncas, sa zente at devidu fagher sacrifitzios pro sa mancantzia de s’abba, siat pro cussa chi passendhe in sos tubos calat dae sos rubinetos siat pro cussa chi falat dae s’aera, pro sa cale

Poesias

Disizos in coros d’unu camminu

Riflessione appoi de sa XXII Dominiga de su T.O. Disizos in coros d’unu camminu de una prommissa felicidade signada da amor’e piedade amore santu amore genuinu.

intrada in eterna confusione as vida si sa vida est donare.

Sighendedi sighimus su rodinu a donzora cun generosidade de chie no idet securidade cunfidende solu in su Divinu.

Intro e nois sa vid’est in fiore semenes semus d’ Amore Vivente brìllada in dogni coro e mente s’Ispiritu Santu chi est Amore.

Vivere cun Te est alluntanare sos gosos, leare ogni dolore sa rughe nostra ognun’atzettare.

Solu s’amore ch’affrontat dolore faghe chi ogn’umanu sufferente siat cun Gesus offerta vivente d’un’eterna vida procuradore.

Nos pedis tottu, Gesusu Segnore, naras contra currente de remare nos das tottu ses Divinu Amore. Donanos fortza de perseverare. Pedru biad’appena proclamadu s’opponet a sa divina proposta li paret mala e fea cuss’imposta d’unu messia in rugh’ incravadu. Da Gesusu enit rimproveradu chi li faghet subit’ una apposta a dimanda presumid’at risposta fea , Satana com’ enit giamadu. No atzettat Gesusu confusione su progett’ e Deus at de passare proa dolore umiliatzione. Chie vida sua cheret salvare

De calvariu l’aisettat s’altare.

Regoglit Deus ogni sufferentzia amore e dolore si sun unidos dan valor’a s’umana esistentzia d’amore veru siemus tottu sididos vivende de Deus in sa presentzia, de donu de vida sempre munidos, in lusci’ etern’ in eternu sannidos. Don Tonio Sau

medas, dae coro, ant fatu pregadorias. Como tocat ancora de isperare chi no istentet a pioer e sighire a pregare, cun fide semper pius manna, finas a candho Deus non sindhe apenat e non nos dat s’abba disizada. E “chi nolla diat cun amore” est su chi totu Li naramus! In mesu a tantos afannos, pro su sidiu cubidu dae campagnas, animales e zente, in custos meses b’at pessones chi gosant, ca in Sardigna at arrivadu turistas meda. Annada mala pro totu, ma non pro chie trabagliat in su turismu. E paret chi sos istranzos no ant a mancare nemmancu a Cabidanni. A sos chi ant tentu intrada bona e segura, ca su dinari bi lis ant dadu deabberu e non prummissu ebbia, comente sunt faghindhe sos politigos a sos poberos pastores e massajos, deo lis cussizo de ispendher unu pagu de cussu dinari pro fagher calchi desalinizadore e gai, pro ocannu chi benit, podimus tenner pius abba pro che leare su sidiu de turistas e residentes, de bistiamene e de campagnas. Mariantonia Fara

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In Calendario

Libertà | 5 SETTEMBRE 2017 | Anno CVII | numero 30

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