UNIONE REGIONALE DEL LAZIO – UNIONE PROVINCIALE DI ROMA C/O Comune di Zagaolo (RM) Tel . 06 95769204 fax. 06 95769226 e-mail:
[email protected]
GIORNATA DI FORMAZIONE PER I SEGRETARI COMUNALI RESPONSABILI DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
L'Unione Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali – Unione Regionale del Lazio e Unione Provinciale di Roma - organizzano per il 10 Aprile dalle ore 9,30 alle ore 13,30 a Zagarolo – Palazzo Rospigliosi – sala del teatrino – una giornata di formazione, specifica per i Segretari Comunali, incentrata sul ruolo della leadership del Segretario nella sua nuova veste di Responsabile della Prevenzione della Corruzione.
GUIDARE VERSO L'INTEGRITA' Relatore - Massimo Di Rienzo – FormezPA Il Piano Nazionale Anticorruzione, a proposito di formazione generale con approccio valoriale, riporta: "Le amministrazioni debbono avviare della legalità: Come si può efficacemente adottare questa misura? Come coinvolgere la componente professionale nei percorsi formativi? Come coinvolgere la componente dirigenziale? Come fare con la componente politica? Come selezionare i formatori? Come costruire lo spazio etico dei dipendenti pubblici del futuro? in allegato l'abstract degli argomenti che verranno affrontati nel corso dell'incontro formativo Si specifica che la giornata di formazione è gratuita anche per i non iscritti all'Unione. Possono partecipare gratuitamente anche i COA4, non ancora in servizio, e i COA5. Al termine dell'incontro ci sarà una colazione di lavoro a base di prodotti tipici locali, con oneri a carico dei partecipanti. Per motivi organizzativi si richiede comunque di comunicare entro l'8 Aprile la propria partecipazione inviando una mail all’indirizzo
[email protected] UNSCP REGIONE LAZIO
UNSCP PROVINCIA DI ROMA
ABSTRACT
GUIDARE VERSO L'INTEGRITA' di Massimo Di Rienzo it.linkedin.com/in/massimodirienzo/ Con la scadenza del 31 gennaio 2014 i Segretari Comunali, nella nuova veste di Responsabili della Prevenzione della Corruzione, hanno dato il via ad un'azione di prevenzione della corruzione per molti versi carica di aspettative e di questioni ancora tutt'altro che definite. Dei tre obiettivi strategici posti dal Piano Nazionale Anticorruzione, il terzo "creare un contesto sfavorevole alla corruzione" è di certo quello più sfidante. Un obiettivo di medio-lungo periodo che impone un investimento in cultura organizzativa, ma soprattutto in una diversa "qualità etica" dell'amministrazione. Per "qualità etica" intendiamo l'insieme delle condizioni necessarie per il raggiungimento di un clima etico all'interno dell'amministrazione e che riflettono la capacità dell'amministrazione stessa di stimolare la condotta etica dei dipendenti pubblici. E' piuttosto condiviso a livello internazionale (la letteratura scientifica internazionale abbonda di studi su questo tema) che la congruenza della leadership sia la "qualità etica" di maggior peso per il consolidamento di un clima etico all'interno dell'amministrazione e per l'effettività dei risultati delle misure predisposte nel Piano Triennale. Le amministrazioni, infatti, possono stabilire regole chiare per orientare la condotta dei dipendenti, ma se la leadership (amministrativa e/o politica) contraddice a queste aspettative, i dipendenti ricevono segnali incongruenti o incoerenti. Per leadership intendiamo la componente politica e quella dirigenziale, nonché la particolare posizione del segretario comunale in veste di Responsabile Anticorruzione. Accanto alla qualità della congruenza della leadership, la chiarezza riguardo alle aspettative che l'amministrazione pubblica ha nei confronti dei comportamenti dei suoi dipendenti è un secondo elemento di cruciale importanza per la promozione dell'integrità e per la prevenzione di fenomeni corruttivi. La chiarezza ha a che fare con norme, regolamenti, politiche dell’amministrazione e di norma, tali regole si consolidano in uno o più documenti (Codice di Comportamento/ Codice Etico) oppure in procedure (policy, protocolli, regolamenti, ecc.). Recentemente i dipendenti pubblici sono stati chiamati ad osservare le disposizione di un nuovo Codice di Comportamento secondo quanto disposto dal d.P.R. n. 62 del 2013. Sembra naturale, pertanto, ritenere che la chiarezza delle regole sia un fatto di per sè acquisito dai dipendenti che, attraverso la semplice lettura delle disposizioni contenute nel Codice, possono orientare il loro comportamento e prendere le decisioni giuste al momento giusto. Non è proprio così che stanno le cose e proveremo a dimostrare che per fare chiarezza sulle regole non basta codificarle. Occorre, cioè, rafforzare il cosiddetto "spazio etico" del dipendente pubblico e ottenere una piena comprensione e condivisione delle regole e dei valori che costituiscono le fondamenta etiche delle norme codificate.
La necessità di rafforzare lo "spazio etico" dei dipendenti pubblici è ormai una pratica consolidata a livello internazionale e si costruisce e si realizza attraverso la cosiddetta "formazione valoriale" (o "formazione all'etica, alla legalità, all'integrità"). Le basi di tale approccio sono contenute in un autorevole manuale dell'OCSE (Towards a sound integrity framework). In particolare, l’OCSE raccomanda di mettere a punto strumenti di promozione dell'integrità che combinino:
un approccio basato sulle regole, secondo cui per prevenire le violazioni dell'integrità si utilizzano strumenti quali, ad esempio, la mappatura dei rischi e la conseguente messa in campo di contromisure quali la rotazione del personale, i controlli interni, la trasparenza interna ed esterna, ecc.
con
un approccio basato sui valori, che mira a promuovere l'integrità stimolando la comprensione, l'impegno e la capacità dei dipendenti pubblici di prendere decisioni etiche e di gestire i dilemmi etici che si trovano a fronteggiare.
Il Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.), alla sezione 3.1.12., accoglie questa raccomandazione attraverso una specifica misura obbligatoria "FORMAZIONE", che deve essere inserita nel Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (P.T.P.C.). In virtù di tale disposizione, le amministrazioni dovranno attivare percorsi formativi su due livelli:
livello specifico, rivolto al responsabile della prevenzione, ai referenti, ai componenti degli organismi di controllo, ai dirigenti e funzionari addetti alle aree a rischio;
livello generale, rivolto a tutti i dipendenti: riguarda l’aggiornamento delle competenze (approccio contenutistico) e le tematiche dell’etica e della legalità (approccio valoriale).
In particolare, il Piano Nazionale Anticorruzione, a proposito di formazione generale con approccio valoriale, riporta: "Le amministrazioni debbono avviare apposite iniziative formative sui temi dell’etica e della legalità: tali iniziative debbono coinvolgere tutti i dipendenti ed i collaboratori a vario titolo dell’amministrazione, debbono riguardare il contenuto dei Codici di comportamento e il Codice disciplinare e devono basarsi prevalentemente sull’esame di casi concreti; deve essere prevista l’organizzazione di appositi focus group, composti da un numero ristretto di dipendenti e guidati da un animatore, nell’ambito dei quali vengono esaminate ed affrontate problematiche di etica calate nel contesto dell’amministrazione al fine di far emergere il principio comportamentale eticamente adeguato nelle diverse situazioni".
Come si può efficacemente adottare questa misura?
Come coinvolgere la componente professionale nei percorsi formativi?
Come coinvolgere la componente dirigenziale?
Come fare con la componente politica?
Come selezionare i formatori?
Come costruire lo spazio etico dei dipendenti pubblici del futuro?