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Cronaca di Roma
Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera
Il progetto Il nodo del potenziamento delle infrastrutture. Parnasi: «Noi versiamo 270 milioni»
Campidoglio
«Il nuovo stadio sarà per tutta la città Pronti a finanziare il sistema ferrovie»
Bilancio e metro Giornata clou per Marino
Oggi vertice tra sindaco, costruttore e l’archistar Libeskind «Lo vuole sapere un aneddoto su Rudi Garcia?». Come no. «Scherzando, ho chiesto a Pallotta di inserire una clausola nella costruzione dello stadio: di poterci giocare due minuti, in gara ufficiale». E il presidente giallorosso? «È andato da Garcia “Sai Rudi, Parnasi è uno strano...”. Garcia non ha fatto una piega: “Fatemi bere prima una buona bottiglia di rosso...”». Luca Parnasi, 37 anni, costruttore, «a capo» della Parsitalia, è romanista perso, amante del calcio, giocatore del «Pezzana» (mitico torneo di calciotto di Roma Nord), ma nello stadio della Roma (o meglio di James Pallotta) sta cercando di metterci non solo il cuore, ma anche la testa. «Mio padre (Sandro, che il figlio chiama «comandante», ndr) me lo ha chiesto: “Non lo fai solo perché sei romanista, vero?». Giura, Parnasi junior che non è così. Che, anzi, il progetto dello stadio a Tor di Valle «è una grande opportunità per tutta la città, spero venga capito da tutti». Anche per i laziali? «Certamente. Questo può essere il progetto pilota anche per loro». Eppure, sull’opera, ci sono tante perplessità: i «paletti» del Campidoglio, le critiche di Legambiente, la presa di posizione di Caltagirone. Ma perché lo stadio di un privato dovrebbe essere d’interesse pubblico? «Intanto — dice Parnasi — perché crea 3 mila posti
Futuro A sinistra, il progetto del nuovo stadio per la Roma. Sopra Luca Parnasi
di lavoro nella sua costruzione e 4 mila quando sarà in funzione. Poi perché c’è un importante piano di potenziamento delle infrastrutture». Su questo, però, le parti sembrano distanti. Il Comune parla di «700 milioni complessivi», Parnasi ribadisce che «l’investimento del nostro gruppo sulle opere pubbliche è di 270 milioni», ripartiti in opere stradali (92 milioni), parcheggi multipiano (37 milioni), ponte sul Tevere (39 milioni), contributo per prolungare la metro B (10 milioni), adeguamento dell’Ostiense e della via del Mare (15 milioni). Manca la Roma-Lido. E il collegamento con la ferrovia per Fiumicino.
A Tor di Valle «Le critiche degli ecologisti sono uno stimolo: ci sarà un’area di rispetto vicino al fiume» Arruolato un guru dell’architettura del paesaggio
Mentre, secondo il Comune, «la cura del ferro è fondamentale». Parnasi è pronto a cambiare: «Se il Comune vuole usare diversamente quei soldi, basta che lo dica». Stamattina, molto presto, Parnasi ne parlerà direttamente con Marino. E, con lui, ci sarà Daniel Libeskind, l’archistar che firmerà i tre grattacieli che sorgeranno nell’area (mentre lo stadio è di Dan Meis). Parnasi ne è entusiasta: «Dopo l’Auditorium di Piano, il Maxxi della Hadid e ora la Nuvola di Fuksas avremo un’altra grande firma nella Capitale». Quelle cubature, più il «parco di intrattenimenti» e la «promenade commerciale»
coi negozi, cinema, bar, ristoranti sono fondamentali. Perché, insiste Parnasi, «il quadro economico degli investimenti, 980 milioni complessivi, si regge solo con i 220 milioni di compensazioni». È lì che, per i costruttori, c’è il businness, quello che fa storcere il naso a Legambiente. «Ma le loro critiche — dice il costruttore — ci permettono di mettere l’accento sulla sostenibilità ambientale, una delle caratteristiche principali dell’opera. Vicino al Tevere, anche se l’area non è vincolata, ci sarà un’area di rispetto». Non basta. Per «disinnescare» la miccia ambientalista, Parnasi ha
arruolato nella squadra anche Andreas Kipar, vero «guru» dell’architettura del paesaggio. Ma, in ogni caso, non è strano che questo stadio non sia di proprietà della Roma Calcio? «Lo ha spiegato bene Mark Pannes, perché non è così. Ma non cambia molto: la Roma ne avrà un beneficio immenso». Perché Caltagirone, come sulla storia del palazzo acquistato dalla Provincia, si è messo di traverso? «Conosco bene Alessandro, mio padre conosce da 40 anni l’ingegnere. Amici è una parola importante, ma c’è rispetto imprenditoriale, non conflitto. Ogni contributo alla discussione va bene». Secondo Parnasi lo stadio sarà « a prova di ultrà, videosorvegliato, a dimensione familiare, fruibile tutti i giorni» ma «la curva Sud sarà il vero dodicesimo in campo». Perché poi, alla fine, sempre lì si va a finire. La Roma, il «sogno di vederci giocare Totti». Il test da «giallorosso doc» , allora, è inevitabile. Formazione giallorossa di tutti i tempi? Parnasi prende carta e penna, si sistema sulla sedia: «Questa è la più difficile...». E scrive: «Allora, 4-2-3-1 con Tancredi in porta, poi Cafu, Aldair, Benatia e Nela in difesa; Falcao e Cerezo; Bruno Conti, Totti e, posso mettere un mio amico?». Certo: «Dodo Chierico». Centravanti? «Roberto Pruzzo. Da bambino, al Fleming, abitavo vicino a lui. Mi ha tenuto in braccio. Ho dimenticato qualcuno?». Beh, manca Ago Di Bartolomei: «Porca miseria, è vero. Ma dove lo metto?».
SEGUE DALLA PRIMA
In un colpo solo, Marino si gioca molto: a parte la manovra da varare, il nodo coi dipendenti capitolini è ancora da risolvere, sullo stadio della Roma toccherà alla conferenza dei servizi affrontare le tante criticità del progetto e quando si dice metro C c’è da farsi il segno della croce. Il Cipe, infatti, dovrà deliberare (ieri la riunione preparatoria) sulla «parte innovativa» dell’atto attuativo di settembre 2013 firmato dal Consorzio e da Roma Metropolitane, quella che prevede 90 milioni in più alle imprese, punto sul quale è nato l’ennesimo corto circuito. Secondo il Comune, quello è uno dei motivi di rimozione dei vertici aziendali della municipalizzata (c’è scritto nell’ordinanza firmata da Marino), ma poi si va al Cipe per farselo approvare. Senza contare che, sull’intera faccenda, pendono un paio di inchieste, sia della Corte dei Conti che della Procura. Finito il Bilancio, poi, Marino vuole fare la sessione di Urbanistica. E, prima della pausa estiva, portare la sua maggioranza a mangiare una pizza alla «Locanda dei Girasoli», il locale gestito e portato avanti da un gruppo di ragazzi down e che qualche tempo ha rischiato la chiusura. Un bel gesto, prima di rituffarsi nel lavoro.
Ernesto Menicucci
E. Men.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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I sindacati
«Dopo la manovra ai romani resteranno solo pane e acqua» «Pane a acqua. Questo è quello che resterà ai romani con il bilancio dell’amministrazione Marino». A scendere in piazza per dire no alla manovra 2014 , Cgil, Cisl e Uil che hanno portato pane e bottigliette d’acqua in piazza del Campidoglio. Per i segretari dei tre sindacati il bilancio è depressivo, non abbassa le tasse e non dà risposte alle grandi sofferenze dei cittadini.
La delibera
La presentazione
Addio maxi-cartelloni approvate le nuove regole
«Famosi solo per lo sport» Nuova era al Salaria village
Rivoluzione cartelloni nella Capitale: saranno di meno e più piccoli. Arriva a Roma il nuovo Piano regolatore degli impianti pubblicitari che ieri pomeriggio è stato approvato dall’assemblea capitolina. La delibera propedeutica al Bilancio sul Prip prevede quindi la riduzione degli impianti pubblicitari del 38%, cartelloni più piccoli, zone vietate come aree naturali, rive del Tevere, muraglioni o parchi pubblici. Ma anche il divieto per pubblicità con contenuti che incitano al sessismo o alla violenza. Nel Il provvedimento piano vengono modificate le Meno cartelloni e più dimensioni massime degli piccoli, aree protette e impianti (si passa da 4x3 a 3x2) e i vincoli sulle aree tutelate no ai contenuti (sono escluse le strade che offensivi o violenti circondano le aree naturali protette come riserva del litorale, Agro romano e Tenuta di Castel Porziano ma anche rive del Tevere, arenili, parchi pubblici, giardini, ville storiche e acquedotti) con l’obbligo di autorizzazione paesaggistica. Inoltre vengono classificate le strade e definite zone e sottozone che permetteranno ai Piani di localizzazione di prevedere tipologie e il numero di impianti per ciascun area. Ora saranno redatti con i municipi i piani di localizzazione - dove sarà specificata l’ubicazione esatta sul territorio di ogni singolo impianto. «Si chiude una pagina vergognosa per la città» ha commentato il sindaco Ignazio Marino.
Inizia una nuova era per il Salaria Sport Village, dopo le note vicende giudiziarie legate ai Mondiali di nuoto. Ieri presso l’impianto di via San Gaggio si è tenuta la presentazione della nuova gestione alla presenza, tra gli altri, del giudice del tribunale di Roma Guglielmo Muntoni, del presidente del comitato Paralimpico Italiano (nonché assessore capitolino allo Sport) Luca Pancalli e degli amministratori giudiziari che hanno seguito la trattativa. L’impianto è stato affidato, per quel che riguarda il circolo Ticket sportivo, al ticket Dopo le note vicende d’imprenditori Andrea De giudiziarie, presentata Angelis (conosciuto nel mondo dello sport con la nuova gestione: un «Mondofitness») e Stefano ticket di imprenditori Marchio, mentre la Lazio Nuoto proseguirà il suo impegno agonistico nel campionato di pallanuoto di A1 e di formazione con la scuola nuoto, occupandosi della piscina olimpica coperta, già affidata alla società biancoceleste dallo scorso anno. «Il Salaria village continuerà a esercitare la sua vocazione di eccellenza in ambito sportivo e sociale, salvaguardando posti di lavoro e continuità aziendale. Una struttura che non fallirà e non diventerà un centro commerciale, come spesso accade, ma verrà riportato alla legalità», ha commentato Iside Campagnola, presidente della commissione sicurezza nel I Municipio.
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