Lirica spa, i promotori aggiornano la proposta di rilancio L’ipotesi di un coinvolgimento di altri soggetti pubblici Oggi incontro con istituzioni, sindaco, società e banche. L’obiettivo resta quello di un grande festival giovedì 9 febbraio 2017 Verona (a.s.) Verrà presentato oggi pomeriggio alle 17, a Palazzo Canossa, il progetto finale di Lirica Spa, ideato e redatto dagli avvocati Lamberto Lambertini e Giovanni Maccagnani unitamente all’imprenditore Giuseppe Manni. Alla presentazione sono stati invitati tutti i soggetti, istituzionali e non, che nel corso degli anni hanno finanziato la Fondazione Arena, sia come soci fondatori sia come sponsor. Parterre de roi , quindi, con il presidente di Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco, quello della Camera di Commercio Giuseppe Riello e, ovviamente, il sindaco Flavio Tosi. Ci saranno anche il rettore Nicola Sartor e il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, oltre a esponenti di primo piano di Banco Bpm e Unicredit e della stessa Fondazione Arena. L’intento di Lirica Spa era quello di fornire una via d’uscita alla sempre più difficile gestione dell’Arena, tuttora commissariata e in attesa di approvazione dell’adesione alla Legge Bray. Una gestione, quella proposta dagli ideatori del progetto, imperniata essenzialmente sul festival lirico estivo, da valorizzare con un cartellone di primo piano, ricco di opere nuove e soprattutto di interpreti di grande richiamo internazionale. Il tutto reso possibile da investimenti mirati di sponsor attratti dal fascino dell’Arena e, proprio per questo, disposti a investire. Il progetto come concepito inizialmente, però, ha subito forti critiche specie per la sua impostazione, ritenuta da più parti «troppo privatistica». Su questo concetto è probabile che gli ideatori si siano confrontati a lungo per cercare una soluzione meno impattante, magari ipotizzando l’ausilio di un soggetto territoriale che abbia connotazione privata ma contempli nella compagine societaria anche istituzioni locali pubbliche. Se così fosse, qualunque sia l’ente individuato da Lambertini, Maccagnani e Manni, vale la pena ricordare un precedente degli anni Trenta, quando il festival lirico venne gestito, per un breve periodo, dalla Fiera di Verona.
Lavori di restauro in Arena c’è l’incarico per il progetto. Ma il cantiere scatta in autunno
Svolta dopo due anni e mezzo di attesa per l’operazione Cariverona-Unicredit giovedì 9 febbraio 2017 VERONA È stato finalmente assegnato l’incarico di progettazione per il mega-restauro dell’Arena di Verona, finanziato con ben 14 milioni di euro, per metà stanziati da Fondazione Cariverona e per l’altra metà da Unicredit. Il finanziamento era stato annunciato nell’ormai lontano dicembre 2014, con la famosa conferenza stampa tenuta a Milano da Paolo Biasi, allora presidente di Cariverona), Federico Ghizzoni, ex amministratore delegato di Unicredit, e dal sindaco di Verona Flavio Tosi. Da allora, e per oltre due anni, quei soldi erano rimasti fermi, inutilizzati, in attesa che una progettazione completa dicesse in dettaglio in qual modo dovessero essere spesi. Il ritardo aveva iniziato da tempo a creare inquietudini e tensioni, e a Palazzo barbieri c’era chi temeva che, in assenza di passi avanti, la Soprintendenza potesse decidere di «strigliare» tutti i protagonisti della vicenda. Problemi burocratici, questioni tecniche, il cambio della presidenza di Cariverona (da Paolo Biasi ad Alessandro Mazzucco) erano le possibili attenuanti. Ma i timori c’erano. E si sono dissolti solo nelle ultime ore, quando dai vertici di Cariverona è arrivata la notizia del via libera all’incarico per la progettazione. Adesso quindi si potrà disegnare il progetto definitivo, cui seguirà subito dopo quello esecutivo. In pratica, i lavori all’interno dell’anfiteatro potranno ragionevolmente iniziare subito dopo che si sarà conclusa la prossima stagione operistica estiva (compresa l’appendice dedicata al pop e al rock). Quali saranno gli interventi da effettuare con quei 14 milioni? Una quota parte (ma non la più rilevante) sarò destinata alla sigillatura dei gradoni contro l’acqua piovana, tema di cui molto abbiamo scritto nei giorni scorsi, in relazione alle discussioni sulla possibile copertura del monumento. La fetta più grossa del mega-investimento sarà invece destinata al rifacimento dell’impianto elettrico, con nuovi e più moderni servizi antincendio. Da rifare anche i servizi igienici, per il personale e per il pubblico. I lavori all’interno dell’Arena dureranno almeno tre anni, con ovvie sospensioni durante i mesi estivi, per consentire il regolare svolgimento delle stagioni operistiche e dei concerti rock e pop. Tutte le fasi dei lavori saranno seguiti dal conservatore dell’Arena, ingegner Sergio Menon, dal Soprintendente ai Beni culturali e paesaggistici del Veneto Ugo Soragni, dalll’architetto Stefano Gris e dall’ingegnere Claudio Modena. Il finanziamento era stato possibile grazie al cosiddetto Art Bonus, che consente di detrarre dalle tasse il 65 per cento di quanto erogato per iniziative culturali. Alla presentazione dello stanziamento, nel dicembre 2014 al piano nobile dell’Unicredit Tower di Milano, il sindaco Flavio Tosi (forse con lo sguardo già rivolto alle polemiche di questi giorni) aveva detto che quei 14 milioni sarebbero serviti «a tutelare e a salvaguardare il nostro Anfiteatro, il cui primo nemico da battere è la pioggia che si infiltra nei gradoni, scava, svuota i terrapieni e può portare anche dei crolli». Lillo Aldegheri