Arena: il nodo dello stipendio di Polo Corpo di ballo, arriva l’ultimatum Il sovrintendente sarà a libro paga di Fondazione da dicembre. A Santa Cecilia prende 140 mila euro l’anno venerdì 11 novembre 2011 VERONA Arriverà a Verona lunedì della prossima settimana, e dovrà affrontare subito un tema «caldissimo», come quello dello scioglimento del corpo di ballo. E intanto, per il nuovo sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, Giuliano Polo, rimane sempre in sospeso il tema del proprio… inquadramento, con relativo nuovo stipendio da aggiungere alla lista di quelli da pagare in un momento, come più volte ribadito dagli attuali vertici, di profonda crisi di liquidità per l’ex ente lirico che sta aspettando di veder approvato dal ministero il piano di risanamento che consente l’adesione alla Legge Bray e il conseguente contributo di 10 milioni di euro. Tema, quello dell’inquadramento di Polo, che non è personale ma squisitamente politico, visto che è collegato alla durata dell’incarico, su cui finora non sono arrivati ulteriori chiarimenti. Polo è oggi direttore del personale dell’Accademia di Santa Cecilia, a Roma, con uno stipendio di 140mila euro l’anno. Dal prossimo primo dicembre dovrebbe collocarsi in aspettativa non retribuita (quindi in pratica lavorerà gratis per Fondazione solo in questo mese di novembre), essendo i due incarichi incompatibili. Quale contratto avrà? Inevitabilmente dovrà essere a tempo determinato, e forse allora sapremo appunto quale sarà la vera durata del suo mandato (che comunque scadrà con la fine del commissariamento di Fuortes, che lo ha scelto e nominato e che per la Fondazione sta operando gratuitamente essendo rimasto sovrintendente dell’Opera di Roma). La cifra? Francesco Girondini aveva uno stipendio di 200mila euro l’anno (più 50mila legati agli obiettivi), quello di Polo a Roma era appunto di 140mila: l’accordo dovrebbe essere compreso tra questi due emolumenti e non è da escludere che si opti per una sorta di «gettone» mensile. Lo stipendi di Polo si aggiungerà a quello del direttore operativo Francesca Tartarotti, legata alla Fondazione da un contratto che vale 135 mila euro l’anno. Come dicevamo, la prima «grana» del sovrintendente sarà quella dello scioglimento del corpo di ballo. Su questo punto, la proposta «irrevocabile» della Fondazione, firmata sia dal commissario Fuortes, che dallo stesso Polo, è stata consegnata ieri ai sindacati, ed è valida fino alla mezzanotte di domenica prossima. L’ipotesi è quella di incentivare l’esodo dei 19 ballerini con la somma di 70mila euro netti a testa, oltre al Tfr e alle eventuali altre
spettanze. Chi accetterà, potrà poi essere riassunto per un massimo di tre anni dal primo gennaio 2017, per un impegno di almeno 120 giorni l’anno con il demansionamento però da ballerini a mimi, oppure tersicorei, oppure comparse, previa rinuncia a qualsiasi rivendicazione pregressa o a cause legali. La proposta è irrevocabile fino alla mezzanotte di domenica, prendere o lasciare (e i rumors dicono che più di qualcuno accetterà...) Sul fronte politico, intanto, continua il… tempestoso silenzio del sindaco Tosi sulla nomina di Polo, nomina che non era stata con lui concordata e che non è stata accolta per niente bene a Palazzo Barbieri. E proprio da questo prende lo spunto il Pd che, con i consiglieri comunali Eugenio Bertolotti e Damiano Fermo, sottolinea come proprio il sindaco (presidente della Fondazione Arena) sia stato «l’unico a non fare pubblicamente gli auguri di buon lavoro al nuovo sovrintendente nominato dal ministero, una persona – dicono i due esponenti dem - che sulla carta ha il profilo e le caratteristiche per fare bene in quanto conoscitore a livello amministrativo oltre che tecnico-artistico della realtà nella quale è chiamato ad operare. Più di uno sgarbo istituzionale, questo silenzio – aggiungono - pesa come un segnale di cattivo auspicio sulla strada del rilancio della Fondazione che, lo sappiamo tutti, è ancora tutta in forte salita. Ci auguriamo pertanto che tutti i soggetti coinvolti, a partire da Agsm che non è terza rispetto alle scelte politiche del Comune, tengano fede agli impegni presi». Bertolotti e Fermo ricordano che «ha fatto bene Tosi a chiedere più sostegno alla Regione», ma lo stesso sostegno va chiesto anche alle realtà cittadine che si erano impegnate in vista di una strategia di rilancio, perché non può prevalere la logica del «se non comando io non deve giocare nessuno».
Lillo Aldegheri