Ballerini licenziati, la battaglia continua «Ricorreremo contro Fondazione Arena» Sei artisti hanno firmato la domanda di disoccupazione. «Ma non è finita qui» sabato 28 gennaio 2017 Il corpo di ballo di Fondazione Arena è licenziato; il corpo di ballo continuerà ad esserci. Non è un gioco di parole, ma esattamente quello per cui lotteranno i ballerini dell’Arena. Almeno, sei di essi che, ieri, sono andati a firmare la domanda di disoccupazione al patronato Uil di Verona. E così, quello che poteva sembrare l’atto conclusivo di una trattativa fallita, si è trasformato in realtà nel momento simbolico del rilancio. «Con il mancato accordo tra Fondazione e sindac ti – spiega il ballerino Luigi Rosario Esposito – è stato detto che il corpo di ballo veniva licenziato e cessava di esistere. Ma non è così: la chiusura del corpo di ballo avrebbe potuto esserci con l’accettazione dell’incentivo all’esodo. Ma noi non lo abbiamo firmato e siamo pronti ad impugnare i licenziamenti. Finché la magistratura non si sarà espressa sui nostri licenziamenti, fino ad allora, la questione rimarrà aperta». Un epilogo della trattativa tra Fondazione e sindacati che, in realtà, non era del tutto inatteso. Nonostante più volte le organizzazioni sindacali avessero paventato l’ipotesi di strascichi giudiziari, la Fondazione ha optato per il licenziamento. E adesso che sono state recapitate le lettere, chi le ha ricevute ha tempo 60 giorni per ricorrere. «Se pensavano di aver chiuso la partita con l’invio delle lettere – chiarisce Marco Fagioli – ecco, si sono sbagliati. Chiederemo anche se ci sono responsabilità personali in questa trattativa, per come è stata condotta». Il pro getto di tagliare il corpo di ballo era stato fatto proprio dal commissario Carlo Fuortes: l’obiettivo era quello di provare a mettere in equilibrio i conti del teatro facendo a meno di questo ramo d’azienda. Anche il sovrintendente Giuliano Polo ha con fermato questa parte del piano ma, senza l’accettazione dell’incentivo né l’accordo tra le parti, l’esito della trattativa è apparso segnato. «Rimangono sul tavolo – ribadisce Evgueni Kourtsev – molte domande e nessuna risposta. La Fondazione garantiva con l’incentivo 120 giorni di lavoro per i ballerini: quindi, ha bisogno o no di un corpo di ballo per mettere in scena le proprie opere? L’incentivo sarebbe stato pagato con i fondi della Bray, ma non siamo ancora in Bray, quindi, con quali soldi verrebbe pagato?».
In effetti, come parte economica, l’incentivo garantiva 70mila euro a ciascun ballerino. La legge Bray mette a disposizione un fondo di 10 milioni di euro, ma per adesso Fondazione Arena ancora non è stata ammessa ai benefici previsti dalla legge. Rimane la politica e i ballerini lanciano un messaggio: «Chiediamo ai politici di impegnarsi a trovare una soluzione per il corpo di ballo e per il nostro teatro».
Samuele Nottegar